INCHIESTA PARLAMENTARE/ Al via i lavori della Commissione sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. L’appello di Maria Antonietta Gregori: “Impegnatevi a darci una risposta su che fine ha fatto mia sorella. Qualche pista porta anche in Vaticano”

di SERGIO TRASATTI/ Il 4 aprile scorso a Palazzo San Macuto è andato in scena il primo giorno di lavori della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Prossimo appuntamento giovedi 11 aprile con l’ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi. Se ne è parlato a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus con Maria Antonietta Gregori, la sorella di Mirella scomparsa il 7 maggio 1983, cioè un mese e mezzo prima della scomparsa di Emanuela Orlandi. Tra meno di un mese saranno dunque 41 anni dalla scomparsa di Mirella Gregori. Maria Antonietta Gregori, intervistata da Fabio Camillacci e Tiziana Ciavardini ha detto: “Spero che finalmente dopo 41 anni si possano accendere i riflettori sulla storia di Mirella, almeno per capire come andarono le cose e che fine ha fatto mia sorella. Per noi questa Commissione Parlamentare d’inchiesta è davvero l’ultima spiaggia. Quindi mi auguro con tutto il cuore che i parlamentari vogliano lavorare sul serio. La storia di Mirella e quella di Emanuela Orlandi viaggiano insieme ma non hanno la stessa sorte, pertanto l’appello che voglio fare alla Commissione Parlamentare è di impegnarsi e darci una risposta. D’altronde, il presidente Andrea De Priamo nel primo giorno di lavori giovedi scorso ha detto che intende ‘accendere una luce di verità su Emanuela e Mirella’. Mi auguro sia davvero così. Io sono a disposizione per chiunque mi voglia ascoltare per rivivere tutto ciò che ho passato in questi 41 anni”.

La precisazione di Maria Antonietta Gregori. La sorella di Mirella Gregori ha aggiunto: “Mi auguro che si indaghi separatamente sui due casi e che rispetto a quanto accaduto fino a oggi, Mirella Gregori non sia meno importante di Emanuela Orlandi. Spero che le due scomparse vengano messe finalmente sullo stesso piano; anche perché, per alcuni aspetti, le due vicende hanno dei punti in comune. Tipo l’Angelus in cui nell’estate del 1983 Giovanni Paolo II fece sia il nome di Emanuela che quello di Mirella dicendo di pregare per loro. Però, siamo stanchi di vedere e sentire considerare quella di Mirella una scomparsa di serie b come diceva mio padre. Posso aggiungere che in questi 41 anni ho capito che c’erano dei personaggi poco raccomandabili che orbitavano attorno a mia sorella, la osservavano, la seguivano, la tenevano d’occhio. E quel 7 maggio 1983 Mirella venne fatta scendere in strada da casa con l’inganno. Mia sorella non era una sprovveduta e per scendere è stata convinta. Certo, un’idea precisa è difficile farsela, soprattutto perché in questi 41 anni si sono avvicinati a noi tanti personaggi ambigui. Ecco perché secondo me i lavori d’indagine della Commissione Parlamentare dovrebbero partire proprio dall’inizio di questa brutta storia perché fino a quando non è stata abbinata al caso Orlandi, mia sorella non è stata cercata”.

Le conclusioni della sorella di Mirella Gregori. Maria Antonietta Gregori ha precisato: “Si dovrebbe cominciare a indagare ripartendo dalla cerchia di amici di Mirella risentendo molte persone che lei vide prima di sparire, e ascoltandone tante altre che non furono mai sentite. E poi c’è il grande giallo legato al Vaticano e al caposcorta di Papa Giovanni Paolo II Raoul Bonarelli che mia madre sosteneva di aver visto più volte parlare con mia sorella e la sua amica Sonia nel bar che stava sotto casa nostra in via Nomentana. Il fatto assurdo è che tra quanto detto da mia madre agli inquirenti e il confronto tra lei e Bonarelli passarono ben 8 anni. Un altro fatto strano rimane la faccia di mia madre dopo il confronto: passò dall’essere sicura che si trattasse della stessa persona a dire che si era sbagliata. Forse le dissero che per il bene della sua famiglia era meglio dire che si era sbagliata? Subì delle pressioni? Disse che Bonarelli non era la persona che parlava con Mirella per proteggere me l’unica figlia che gli era rimasta? Non lo sapremo mai perché mia madre Vittoria si è portata nella tomba questo segreto, ma, l’ho sempre vista strana, quasi spaventata, tutte le volte che le chiedevo di quel confronto. Mi auguro che la Commissione Parlamentare indaghi anche su questo fatto. E mi auguro che altrettanto faccia la Procura di Roma riaprendo finalmente le indagini su Mirella come ha fatto per Emanuela Orlandi. E non mi vengano a dire che su Mirella c’è poco o niente a livello di faldoni rispetto a Emanuela; perché se è così è solo per il fatto che si è indagato poco e male. Io e il mio avvocato Nicodemo Gentile siamo a disposizione con un nostro speciale dossier; e soprattutto mi auguro che chi sa parli, che si metta una mano sulla coscienza e ci aiuti a risolvere il mistero; secondo me sono in tanti a sapere cosa è successo a mia sorella”.

 

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