I calabresi “calpestati e derisi” per colpa del “circo mediatico”? Parole smentite da questa testimonianza

 di PAOLO OROFINO* – Ho letto con interesse quanto scritto dall’ex “governatore” della Calabria, Agazio Loiero (foto a destra), in un intervento sul “Quotidiano del Sud“, dove sostiene che noi calabresi siamo “calpestati e derisi” anche per il “circo mediatico” che ci gira attorno, anche a livello nazionale. E noi giornalisti, che ogni tanto alimentiamo questo “circo” ovviamente, ci sentiamo un po’ tirati in ballo.

Allora, mi è ritornato in mente un insegnamento del mio primo direttore, Ennio Simeone, che diresse il Quotidiano della Calabria (oggi Quotidiano del Sud) dal 1997, al 2007. Ricordo, come se fosse ieri, la mia prima “prima pagina” al Quotidiano: “Galleria fuorilegge” era il titolo d’apertura, relativo ad una mia corrispondenza da Amantea (Cs). Rimasi sorpreso di tanto risalto, perché gli articoli precedenti sulla vicenda non erano andati oltre le pagine provinciali della testata. L’indomani, allora, chiesi stupito al direttore: “direttore,  come mai questa scelta?”. La risposta mi colpì e la ricordo ancora: “Hai ottenuto un risultato e per questo ti ho premiato. Un giornalista deve ottenere risultati, non solo lettori”. Che cosa era successo? Ad Amantea, città bellissima sul Tirreno cosentino, l’Anas aveva realizzato una galleria per facilitare il traffico della statale 18. Sul cartello posto ai due imbocchi del tunnel c’era scritta la lunghezza: “978 metri”.

La galleria, però, era un po’ più lunga e di qualche decina di metri, superava il chilometro. Quella minima differenza tra la misura ufficiale e quella reale non era di poco conto, perché per i trafori oltre i mille metri, la legge prevede l’inserimento di grandi e costosi ventilatori per l’aerazione. Io, assieme ai vigili urbani di Amantea e dietro sollecitazione della locale sezione del Wwf, misurai quella galleria in diretta, in collegamento con la storica trasmissione radiofonica Radio a colori, del bravissimo Oliviero Beha. Il tunnel risultò più lungo di quei 978 metri dichiarati, e l’Anas l’indomani fu costretta ad ammettere per iscritto l’errore, comunicando contestualmente lo stanziamento di una somma per la sistemazione degli aeratori giganti, a quel punto diventati obbligatori. Dopo l’ammissione dell’Anas, solo dopo l’ammissione dell’Anas, il direttore decise di darmi la prima pagina, vale a dire a risultato ottenuto!

In quel caso, i miei articoli colpirono nel segno. Ma lì vicino, sempre rimanendo nel campo delle clamorose vicende della viabilità calabrese, come giornalista ho fallito! Vicino alla galleria di Amantea, infatti, a meno di una decina di chilometri di distanza, c’è un ponte sul fiume Savuto, nel comune di Nocera Terinese (Cz). E vicinissimo al quel ponte, c’è il tratto autostradale che fiancheggia il fiume Savuto, compreso fra gli svincoli di Falerna (Cz) e Cosenza. Il ponte sul fiume Savuto crollò il 2 marzo del 2006 e da allora (e tuttora) è chiuso al traffico, dopo oltre quindici anni! Un anno fa, finalmente, sono iniziati i lavori per il rifacimento dell’infrastruttura. Il summenzionato tratto dell’A3, invece, è l’unico rimasto fuori dalla recente ristrutturazione, che ha interessato tutta la linea autostradale italiana e percorrerlo, oggi, ti riporta davvero indietro nel tempo, riporta indietro la Calabria. E non mi va di aggiungere altro. 

In più occasioni ho scritto di questi due scandali della viabilità calabrese. Ma i miei articoli non hanno sortito effetti. Ho fallito, quindi. Ma prima ancora del giornalista, ha fallito la classe politica regionale, di cui ha fatto parte anche il  presidente Loiero, che ha il dovere di risolvere certe problematiche, che obiettivamente ostacolano lo sviluppo della nostra regione. Quando quel ponte crollò, nel 2006, era lei il “governatore” (cioè il presidente della Regione Calabria) e ricoprì tale carica fino al 2010. Quel ponte sul fiume Savuto, tre anni fa, grazie al sottoscritto, è stato oggetto del “circo mediatico”, a cui lei ha fatto riferimento di recente, proprio perché a 12 anni dal crollo, nessuno è intervenuto per risistemarlo.

*Paolo Orofino, giornalista del “Quotidiano del Sud”, collaboratore del programma tv di Massimo Giletti “Non è l’Arena” 

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