Deraglia poco dopo la partenza il treno ad alta velocità Milano-Salerno: morti due macchinisti, feriti 26 passeggeri e il pulitore di bordo. Sospesa la circolazione di molti convogli

Il treno Frecciarossa Av 9595 Milano-Salerno è deragliato sulla linea alta velocità nei pressi di Livraga, in provincia di Lodi, e alcune vetture si sono ribaltate: due i morti, entrambi i macchinisti, 31 i feriti. Il treno è il primo del mattino partito dalla stazione Centrale di Milano alle 5.10. Al momento dell’incidente a bordo c’erano 28 passeggeri in tutto, oltre al personale di Trenitalia. Viaggiava a 280 km ora. E’ il primo incidente mortale avvenuto sulla linea Alta velocità in 15 anni.

I due macchinisti deceduti si chiamavano Giuseppe Cicciù, 51 anni, di Reggio Calabria (a sinistra nella foto), e (a destra) Mario Di Cuonzo, 59 anni, originario di Capua (Caserta). I corpi sono stati sbalzati a 500 metri dal luogo in cui è finita la corsa del treno. I feriti sono 31, il più grave ha una gamba fratturata.

La ministra Paola De Micheli si è subito recata sul luogo del deragliamento“. Lo rende noto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti su twitter. ‘Poteva essere una carneficina”, ha detto all’ANSA il prefetto di Lodi Marcello Cardona che ha effettuato un primo sopralluogo.

Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli ha precisato che dei 27 feriti  due sono in codice giallo e gli altri in codice verde, il più grave, ma non in pericolo di vita, un pulitore delle ferrovie che era in servizio a bordo.

Secondo le forze dell’ordine la motrice del convoglio, dopo essere sviata dai binari per cause ancora da chiarire, è uscita completamente dalla sede finendo prima contro un carrello o qualche mezzo analogo che si trovava su un binario parallelo, e poi contro una palazzina delle ferrovie, dove ha terminato la sua corsa. Il resto del convoglio ha invece proseguito la corsa ancora con la seconda carrozza, che ad un certo punto si sarebbe ribaltata. Sul posto i Vigili del Fuoco e i mezzi di soccorso.

Nel punto dove è deragliato il Frecciarossa c’erano dei lavori di manutenzione in corso sulla linea Alta Velocità. Secondo quanto si apprende, l’intervento – affidato ad una ditta specializzata da Rfi – era in corso anche nelle ultime ore, proprio nel punto in cui è sviato il treno. Gli investigatori stanno ora verificando se vi sia una connessione tra l’incidente e i lavori in corso.

Circolazione dei treni sospesa, ritardi – Dalle 5.30 la circolazione sulla linea AV Milano – Bologna è sospesa. I treni sono istradati su percorso alternativo tra Milano e Piacenza con maggior tempo di percorrenza di 1 ora. Lo rende noto Rete Ferroviaria italiana (Rfi) in questi minuti, la quale fa sapere che è in corso la riprogrammazione dell’offerta commerciale.

Il treno direttamente coinvolto FR 9595/9597 partito da Milano Centrale alle 5:10 sarebbe dovuto arrivare a Salerno alle 11:27.
Sono stati immediatamente  cancellati questi treni: FR 9613 Milano Centrale (8:30) – Roma Termini (11:40): passeggeri con FR 9523 Milano Centrale (9:10) – Napoli Centrale (14:13); FR 9620 Roma Termini (9:20) – Milano Centrale (12:30): passeggeri diretti a Bologna con FR 9308 Napoli Centrale (7:58) – Torino Porta Nuova (14:20) e diretti a Milano con FR 9622 Napoli Centrale (8:25) – Milano Centrale (13:00); FR 9617 Milano Centrale (9:30) – Roma Termini (12:40): passeggeri con FR 9527/9529 Milano Centrale (10:20) – Salerno (16:06); FR 9624 Roma Termini (10:20) – Milano Centrale (13:35): passeggeri con FR 9626 Roma Termini (10:50) – Torino Porta Nuova (15:10).

L’ipotesi sulle cause del deragliamento – Una delle cause del deragliamento potrebbe essere stato un problema a uno scambio dove ieri sarebbe stato sostituito un ‘deviatoio’, ovvero un pezzo dello scambio stesso. «Non abbiamo ancora informazioni sulle ragioni di questo incidente, ma inviterei tutti a non lasciare spazio a fantasie e ricostruzioni non idonee”, ha detto il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli giunta sul posto. “La manutenzione viene fatta costantemente, associare una manutenzione all’evento tragico mi pare assolutamente prematuro”, ha detto il prefetto di Lodi Marcello Cardona.  “Le società coinvolte hanno già avviato una commissione d’inchiesta e danno la massima disponibilità agli organi competenti per collaborare”: ha detto l’ad di Rfi Maurizio Gentili ai giornalisti sul luogo del deragliamento del Frecciarossa. “Noi oggi – ha aggiunto – vogliamo esprimere grande vicinanza alle famiglie dei nostri due colleghi ferrovieri ai quali siamo molto vicini e a tutti i feriti, e ringraziare i soccorritori”.

Mattarella: due nuove vittime del lavoro – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo cordoglio per i ferrovieri Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo, “due nuove vittime del lavoro”, e si è augurato che si faccia presto luce sulla dinamica del grave incidente, per garantire il diritto dei cittadini alla sicurezza nei trasporti.

Domani sciopero di 2 ore – “In considerazione dell’estrema gravità dell’incidente e nel rispetto delle vite umane domani ci sarà uno sciopero di due ore di tutti i ferrovieri dipendenti da tutte le aziende di settore operanti sulla rete nazionale e locale a partire dalle 12 ai sensi della vigente normativa in materia”. Lo annunciano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fast-Confsal, Ugl Taf e Orsa.

GIUSEPPE CICCIU’ E MARIO DI CUONZO: Due ferrovieri che amavano il loro lavoro – “Lo conoscevo da 25 anni, era una persona senza ipocrisie, ben voluto da tutti, solare, disponibile. Gli piaceva questo mestiere, amava questo lavoro, lo svolgeva con serietà impeccabile ed era molto attento alla sicurezza”: così Fortunato Foti, ferroviere e membro della segreteria lombarda della Fit Cisl, ha ricordato all’ANSA Giuseppe Cicciù, uno due macchinisti morti nel deragliamento avvenuto questa mattina nel Lodigiano.

Cicciù si era trasferito da molti anni in Lombardia, dove viveva con la moglie e un figlio, ma “era attaccatissimo” alla sua città natale, cioè Reggio Calabria, dove tornava appena poteva per far visita alla madre. “Sono talmente amareggiato e triste che faccio fatica a credere che sia morto”, ha detto Foti. “Era una persona disponibile – ha proseguito – si prendeva in carico qualsiasi problema dei colleghi e andava fino in fondo. Abbiamo iniziato insieme nella Rsu e, quando passava in stazione Centrale a Milano, ci vedevamo sempre”.

“Lavorava da tanti anni come macchinista, è stato uno dei primi sui nuovi treni dell’Alta velocità. Era una persona con grande esperienza, non certo un ragazzino, non era certo uno appena arrivato”: così il segretario lombardo della Fit Cisl Giovanni Abimelech descrive all’ANSA Giuseppe Cicciù, uno due macchinisti morti nel deragliamento avvenuto questa mattina nel Lodigiano. “E’ stato un nostro attivista – ha proseguito Abimelech – e nostro delegato Rsu, era molto vicino alla nostra organizzazione e noi vicino a lui. Si faceva notare, arrivava sempre con il sorriso e ce lo ricordiamo tutti, anche se negli ultimi anni si era un po’ allontanato perché aveva una nuova famiglia”.

Per Abimelech quanto successo è “senza spiegazioni perchè stiamo parlando di una delle infrastrutture più sicure al mondo, e abbiamo sempre avuto testimonianze in questo senso dagli esperti dell’alta velocità”.

“Tutti gli volevano bene, si faceva voler bene per il suo carattere allegro, ma mai superficiale. Aveva sempre una parola buona, di aiuto e di conforto quando necessario, per i colleghi”. E’ stato ricordato così da un suo amico ferroviere, anche lui della Cgil, Mario Di Cuonzo, di 59 anni, originario di Capua (Caserta), uno dei due macchinisti morti oggi nell’incidente ferroviario in provincia di Lodi. Di Cuonzo era un iscritto e un attivista della Filt-Cgil: il suo collega, che ha lavorato con lui per anni ha chiesto di non rendere noto il suo nome: “Sono sconvolto – ha detto parlando con l’ANSA – per la morte di un amico, che lascia la moglie e un figlio, e di un altro lavoratore”. Ha poi proseguito nel tratteggiare la figura del ferroviere scomparso: “l’aspetto caratteriale andava di pari passo con quello professionale, era un macchinista molto capace – ha sottolineato – e aveva contribuito a formare e addestrare altri macchinisti nella guida dei Frecciarossa. Gli mancavano pochi mesi per andare in pensione”.

 

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