Anche il Pae partecipa al “tiro alla Raggi”. No dei giudici

Ormai è diventato lo sport del momento: il “tiro alla Raggi”. Vi si esercitano tutti, senza nemmeno sapere di che cosa parlano, come certi comici che si esibiscono nei talk show alternandosi nel ruolo con alcuni politici. L’ultimo tentativo lo ha compiuto il PAE. Non ne conoscevamo l’esistenza: è il Partito Animalista Europeo. Che ha denunciato Virginia Raggi, in quanto sindaco di Roma, per essersi macchiata di “omissione di atti di ufficio” per il canile municipale della capitale. Il partito animalista europeo sosteneva che  la Raggi aveva la grave colpa di “aver mantenuto rapporti istituzionali con l’ex gestore privato Avcpp che da maggio 2016 occupa abusivamente le strutture comunali impedendo con la forza fisica l’insediamento degli affidatari vincitori del bando pubblico”.  La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione della pratica. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Alberto Pioletti ritengono infatti che “non sussistono fatti penalmente rilevanti attribuibili alla sindaca nella gestione del caso”. Peccato che la senatrice Cirinnà (Pd) – sostenitrice dell’azione giudiziaria per l’ineleggibilità della sindaca, azione finita con la condanna al pagamento delle spese di giudizio per l’avvocato Venerando Monello che le ha dato ascolto – si sia distratta: avrebbe potuto partecipare anche a questa gara di “tiro alla Raggi” e far scrivere ai giornali che la sindaca era indagata. Un’altra figuraccia? Sì, ma era gratis: le spese toccano al partito animalista europeo.

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