Addio a Philippe Daverio, brillante ed eclettico divulgatore di cultura (anche con parentesi di impegno politico)

Philippe Daverio a Novara per gli ‘Incontri Popolari’ nella basilica di S. Gaudenzio, il 23 maggio 2014 (foto Ansa di Fabio Antonelli)

Un tumore ha stroncato la vita di Phlippe Daverio, eclettico, fantasioso, popolarissimo protagonista della cultura italiana ma con cittadinanza francese. Storico dell’arte, saggista, brillante divulgatore, ma anche, per un breve periodo, politico e assessore comunale a Milano, era nato a Mulhouse in Alsazia il 17 ottobre 1949 da padre italiano, il costruttore Napoleone Daverio, e da madre francese, Aurelia Hauss. Quarto di 6 figli, aveva studiato prima alla Scuola Europea di Varese e poi Economia alla Bocconi, ma senza laurearsi: «Io non sono dottore – spiegava – perché non mi sono laureato: ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, ma in quegli anni si andava all’università per studiare e non per laurearsi».

Come gallerista ed editore ha allestito molte mostre, e pubblicato una cinquantina di titoli, tra i quali ricordiamo: Catalogo ragionato dell’opera di Giorgio De Chirico.

Nel 1999 è stato inviato speciale della trasmissione Art’è su Rai3 e nel 2000 è stato autore e conduttore di Art.tù. Dal 2002 al 2012 esce la serie Passepartout  su Rai 3, programma d’arte e cultura, seguito poi da Il Capitale . Nel 2011 per Rai 5  conduce Emporio Daverio, una proposta di invito al viaggio attraverso l’Italia. Con spirito libero ha collaborato con giornali, riviste, università nella sua incessante attività di curioso e brillante “investigatore della cultura”, raccogliendo riconoscimenti e premi, ultimo dei quali nel 2018 a Marciana Marina (Isola d’Elba) il premio La Tore, che nel 2007 era stato assegnato ad Andrea Camilleri.

Commenta per primo

Lascia un commento