7GIORNI IN SENATO/ L’approvazione-lampo della legge di bilancio

Provenzano Francesco Mariadi FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Le urne del referendum hanno decretato una batosta clamorosa per Renzi, che ha subito una sconfitta senza alibi, tanto che ha spinto il premier a recarsi al Quirinale per dimettersi, ma il presidente della Repubblica Mattarella ha congelato le dimissioni fino all’approvazione della legge di bilancio. E c’è tensione sull’ipotesi di voto anticipato, per il quale spinge Renzi, mentre Mattarella frena.

Martedì 6 dicembre, l’Aula si è riunita alle ore 16,30 e alla luce del parere favorevole, espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell’articolo 126, comma 4, del Regolamento, il presidente Grasso ha aperto la sessione di bilancio al Senato, deferendo la proposta di “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019” (Atto Senato n.2611), approvata dalla Camera, alla Commissione Bilancio, in sede referente, e alle altre Commissioni, in sede consultiva. Il governo ha preannunciato la questione di fiducia sulla prima sezione della legge di bilancio, nel testo approvato dalla Camera; la legge sarà esaminata dall’Assemblea nella seduta unica di mercoledì, con inizio alle ore 9,30. I senatori Loredana De Petris (SI-Sel), Mazzoni (AL-A), Gaetti (M5S), Di Maggio (CoR), Centinaio (LN) e Ferrara (GAL) hanno proposto di iniziare la prossima settimana l’iter in Aula della legge di bilancio per consentire un adeguato esame in sede referente e la correzione delle principali criticità della manovra. Hanno rilevato l’anomalia di una fiducia tecnica, posta da un governo dimissionario dopo la sconfitta nel referendum costituzionale. Hanno evidenziato, infine, che la mancata discussione in Senato dei contenuti della manovra è funzionale ad esigenze interne al PD. Contrario all’ipotesi di esercizio provvisorio, D’Alì (FI-PdL) ha chiesto di esaminare entro questa settimana la manovra, secondo una procedura rapida ma normale, per depurarla dalle misure di spesa preelettorali ed evitare gli interventi aggiuntivi già richiesti in sede europea. Dopo eventuali pregiudiziali, le dichiarazioni di voto inizieranno alle ore 12; la chiama è prevista alle ore 13,30. Seguiranno la votazione di eventuali emendamenti e articoli della seconda sezione e la votazione finale. La seduta è terminata alle ore 17,30.

Mercoledì 7 l’Aula è iniziata alle ore 9,30 e l’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 2611, Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019, già approvato dalla Camera dei deputati. Il presidente della Commissione bilancio, Tonini (PD), nel riferire sui lavori che non si sono conclusi con il mandato al relatore per la ristrettezza dei tempi fissati dal calendario, ha espresso il generale rammarico per l’impossibilità, con un governo dimissionario e una fiducia annunciata, di realizzare la seconda lettura della manovra. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha posto la questione di fiducia sull’approvazione dell’articolo 1 del ddl n. 2611 nel testo identico a quello approvato dalla Camera. Nella discussione sulla questione di fiducia sono intervenuti  Laura Bottici, Barbara Lezzi (M5S), Ceroni, Azzollini, Mandelli (FI-PdL), Augello (CoR), Divina, Tosato (LN) e Paola De Pin (GAL). Nel merito, le opposizioni hanno osservato che una legge di bilancio infarcita di bonus e priva di copertura finanziaria, lascia un’eredità pesante: azzera l’avanzo primario senza alleviare il disagio sociale e senza rilanciare gli investimenti. Nelle dichiarazioni di voto, hanno negato la fiducia Giovanni Mauro (GAL), Centinaio (LN), Loredana De Petris (SI-Sel), Di Maggio (CoR), Gaetti (M5S) e Romani (FI-PdL). Il sen. Romani (FI-PdL).

 Santini (PD), annunciando la fiducia, ha posto l’accento sulla necessità di evitare l’esercizio provvisorio e di agevolare la soluzione della crisi politica; ha poi ricordato che la legislatura è iniziata in un periodo di forte recessione.  Santini ha auspicato, infine, collaborazione istituzionale per definire regole elettorali certe. Il Senato ha rinnovato la fiducia al governo, approvando con 173 voti favorevoli e 108 contrari, l’art. 1 del ddl n. 2611, sul “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019”.

Ho chiesto a Stefano Lucidi (M5s) un commento sulla legge elettorale. Ecco la sua risposta: “Allora ci hanno preso in giro per 3 anni facendoci perdere tempo, e facendo credere agli italiani che quello di cui avevamo bisogno era quella riforma costituzionale. Adesso che hanno perso il referendum lo scenario che ci propongono è quello di un governo istituzionale che voti prima il bilancio e poi faccia la legge elettorale per poi andare al voto. Allora io vi dico che o ci hanno preso in giro prima oppure ci stanno prendendo in giro adesso. Questa gente, questi raschiatori di barili, questi rammendatori di stracci di voti, questi inviatori di lettere agli italiani all’estero. Avevano detto che a causa del bicameralismo perfetto per fare una legge in Italia ci vogliono anni, che il sistema è bloccato, che dovevamo rendere agile il nostro paese. E adesso? Volete fare una legge elettorale prima del 2018? Cioè in un anno? Con il bicameralismo perfetto? Con un governo dimissionario e perdente? Allora o mentivate prima o mentite adesso. Anzi diciamo la verità: mentite sempre. Vergogna”.

Con 166 voti favorevoli, 70 contrari e un astenuto, il Senato ha approvato in via definitiva il ddl n. 2611, sul “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019”. Approvato con 173 voti favorevoli e 108 contrari l’articolo 1, sono stati approvati, senza modifiche, gli articoli successivi da 2 a 19 e il ddl nel complesso. La seduta è terminata alle ore 14,45. La manovra è legge.

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