di SERGIO TRASATTI/ Mostro di Firenze. Ancora un rigetto per i parenti delle vittime. Respinta istanza di riapertura indagini, presentata dal legale. Accesso agli atti ancora negato e critiche e accuse verso i difensori delle vittime. Abbiamo chiesto all’ex consulente di parte Paolo Cochi (foto a sinistra) di commentare il dispositivo di rigetto proposta dal legale di un parente delle vittime del mostro: “Risposta delle Pm totalmente imprecisa, e priva di riscontri documentali . Le accuse? Smentisco categoricamente di aver rivolto accuse tali accuse pubblicate da un giornale locale. Basta guardare la trasmissione di Rai Tre “Far west” dove, secondo le PM, la Procura accuserebbe Cochi che avrebbe affermato “insinuando di nascondere o proteggere Omissis indicato come possibile autore dei delitti”. Altre dichiarazioni contenute nel dispositivo dell’organo inquirente , vengono cosi commentate dall’ex consulente di parte, che ne analizza pezzo per pezzo i contenuti.
Stralci dall’ ISTANZA DI RIGETTO. “La PROCURA DELLA REPUBBLICA Presso il Tribunale di Firenze N. 1049/2025 Mod. 45 Il Pubblico Ministero dott.ssa Ornella Galeotti (nella foto a destra) e Beatrice Giunti Sost.……L’istanza dell’Avv. Tranfa fa proprie le ipotesi svolte da Paolo Cochi – che risulta nominato consulente, senza che sia precisato quali siano la sua specifica competenza ex art. 359 CPP ed il suo curriculum professionale – presso i media, in varie occasioni”.
Il commento di Paolo Cochi: “Spero di non incorrere nel reato di ‘lesa maestà’ se faccio presente che, l’avvocato che propone l’istanza non fa ‘proprio’, ma propone degli elementi che si Basano su evidenze documentali di indagine dei cc del nucleo operativo di borgo san lorenzo, ed altra documentazione presente agli atti processuali, avvalendosi
della consulenza tecnico documentale di un esperto del caso. quale il sottoscritto, che ha scritto numerosi
libri, documentari, articoli e interagito con i protagonisti della vicenda seguendola da 20 anni. l’articolo 359
cpp menzionato dalle pm, regola i rapporti tra pm e ctu. mentre il difensore della parte lesa ha diritto di
sceglire chi vuole nella consulenza; anche senza specifici titoli professionali o iscrizioni ad albi o ordini
professionali”.
Secondo la Procura è doveroso quindi chiarire l’attività investigativa già svolta negli anni a proposito delle vicende che sono state equivocate e ricostruite in modo tale da proporre deduzioni mendaci. Ancora Cochi: “Non è chiaro di quale attività investigativa si parla? Perché il 90 per cento dei documenti
visionati e messi a disposizione ai legali , non è mai stata mai prodotta dalla Procura nel corso dei 5 anni di
traversie e richieste? La Procura della Repubblica di firenze, si è sempre rifiutata fattivamente di far
accedere agli atti processuali e di indagine; tranne che in qualche occasione con pochi ed irrilevanti
documenti forniti su ordine dei Gip Dr. Silvia Romeo e Angela Fantechi, che si sono espresse favorevolmente
sull’accesso agli atti da parte dei legali delle vittime”.
Da informativa dei CC di Borgo San Lorenzo e da specifiche tecniche delle Beretta Serie 70, si evince
come questa fosse un modello 75. Deve evidenziarsi a proposito dell’ asserito ‘principale indizio’ portato
dall’istante a sostegno della propria ricostruzione dei fatti addebitati al Sig. ‘omissis’, che la pistola oggetto
del furto all’armeria Guidotti di Borgo San Lorenzo del 1965 è già stata oggetto di accertamenti positivi da
parte della Procura della Repubblica di Firenze. Cochi spiega e si chiede: “Quali sarebbero gli accertamenti? il soggetto non fu inserito nella lista sam e neanche perquisto dopo il successivo delitto di scopeti”.
All’interno del rapporto del 2.2.1990 si legge come “la pistola Beretta cal. 22 L.R. matr. 15273 mod. 75 con canna da mm 150 rubata all’armeria “GUIDOTTI Romano” di Borgo San Lorenzo in data 5.21965. Tramite interrogazione al terminale elettronico di Ministero dell’Interno sia attualmente (quindi nel 1990,
ndr) detenuta da M. V.” ( compiutamente identificato in atti che qui si omettono per evitare che tale
persona venga fatta oggetto di accanimento mediatico ndr) e che l’arma in questione è stata regolarmente
acquistata dallo stesso in data 29.12.1972 all’asta giudiziaria di Rimini. Dagli atti processuali risulta che la
stessa fosse stata oggetto di sequestro operato dalla Polizia Ferroviaria di Rimini già dal 1.12.1970, eseguito
nei confronti del Sig. B. L.
Paolo Cochi è un fiume in piena: “Atti regolarmente tenuti riservati e non trasmetti mai ai difensori. quindi resi secretati dai magistrati di firenze, nonostante le ordinanze dei gip. ma siam sicuri che l’arma “ritrovata” sia la stessa? Tra l’altro nei vari documenti e rapporti dei nucleo dei carabinieri di Borgo è presente una richiesta dei Ros di firenze, i quali in data 5.11.91 cercavano notizie sull’arma in questione. a quanto ne so’, il proprietario dell ‘arma ne
il nucleo di Borgo ha mai avuto notizia dell” arma rubata. che, ricordiamolo, se ritrovata, per legge deve
essere restituita al proprieta (armeria guidotti) e non venduta all’asta. Dove sono detti documenti menzionati nel dispositivo? il legale Tranfa non li ha ricevuti. Poi , sottolineo che una pistola rubata ritorna al proprietario una volta recuperata a meno che non sia oggetto di rifiuto, quindi andrebbe fatta chiarezza sul punto”.
La teste Bazzi, nell’Agosto del 1984, congiuntamente alla sua collega Lelmi, riconobbe poi la persona che le aveva importunate nel locale in altro soggetto con tanto di nome e cognome. La replica del consulente di parte: “Non risulta negli atti processuali ; ergo si chiede copia del riconoscimento, per l’ennesima volta. tra l’altro le testimoni bazzi e lelmi negano di aver mai fatto riscontri fotografici e individuato una persona. vediamo
questo verbale del 17.8.84 , come richiesto per 5 anni ! e peccato che il menzionatol verbale sia secretato e
le signore Bazzi e Lelmi non ricordano affatto tale circostanza ed escludono questo fatto, sarebbe gradita
un riscontro cartaceo del verbale escludendo l’episodio”.
Di diversa opinione è però il Sig. Baldo Bardazzi che non riconosce nella fotografia del R. F. – il soggetto da lui visto osservare la coppia di fidanzati il 29.07.1984. E’ quindi ragionevole desumere che il Bardazzi e le
due bariste abbiano visto due persone diverse: “Su questo ritengo quantomeno singolare e sospetto che molteplici testimoni riferiscano all’epoca dei fatti (anni 80) i testimoni di Vicchio, di scopeti Biscotti ed Uras e Calenzano madre della Cambi e teste Esposito Nicola la presenza di un individuo con fattezze fisiche similari e particolari quali il “Rosso del Mugello” . Queste sono tutti verbali agli atti e riferiti nell’immediatezza dei fatti dai testimoni e poi confermati adesso. Indiziante la presenza di cosi’ tante persone rossiccie ; alte robuste in Firenze notate nelle scene degli omicidi. Inoltre l’uomo dell’autostop che riferi’ del feticcio il 26.9.85 prima che la notizia era apparsa sui giornali, alla teste Beatrice Niccolai , non è affatto dimostrato che sia tale P. C. in quanto il fascicolo risulta , a detta
della Procura stessa , incompleto e privo delle SIT e verbali del soggetto indicato nel dispositivo. Quindi su
quali basi si afferma chela persona sia stata individuata? attendiamo ancora il fascicolo completo?
Attualmente risulta di identita’ ignota”.
“Dovrebbe apparire evidente infine, che nessun reperto custodito dalla Procura della Repubblica possa mai essere consegnato alle parti private. Tale istanza deve quindi doverosamente essere rigettata, cosi
come devono essere rigettate le altre istanze, in quanto infondate in fatto come in diritto. ……
“consegnare ? le operazioni si compiono in procura sotto la opportuna vigilanza delle Pm come da prassi.
non si è chiesto di portar via nessun reperto, ma di analizzarlo in vs presenza”.
La parte privata istante con gli offici del proprio patrono Avvocato Tranfa, avrebbe dovuto avanzare
istanza di riapertura delle indagini ex art. 414 CPP, fornendo però elementi effettivamente nuovi, e non
ricostruzioni smentite da indagini già svolte come quelle di Paolo Cochi che – attraverso più mezzi di
divulgazione (fra cui il programma di Rai 3, “Far West” ed il programma del) – descrive e accusa la Procura
della Repubblica di Firenze di osteggiare la sua inchiesta investigativa (da cui 7 muove la richiesta in
oggetto) insinuando addirittura come questo ufficio voglia nascondere o proteggere OMISSIS, indicato da
Paolo Cochi come possibile autore dei delitti del C.d. Mostro di Firenze. Paolo Cochi precisa: “Smentisco categoricamente, l’affermazione è del tutto inesistente ed è facilmente dimostrare del contrario, non ho accusato la procura il sospettato, omissis, e nessuno altro, nè a Rai Tre, nè in altre trasmissioni. Si invita a verificare le registrazioni su rai play e altre meglio, magari con piu attenzione. Nei miei interventi da ospite e non da autore evidenzio l’ostruzionismo e la mancanza di collaborazione della Procura nel mancato accesso agli atti come previsto dall’ art 116 cpp. e confermato dai Gip come in ogni normale procedimento penale; acquisizione da parte della parte lesa. Nessuna accusa, come affermato dalle Pm: basta rivedere i miei interventi. Gli atti non sono mai stati messi a disposizione nella loro interezza anche dopo 5 anni di ripetute richieste da parte dei legali. per le indagati difensive previste dalla legge con l’assenso di due ordinanze dei Gip. L’inchiesta partì dai CC di Borgo San Lorenzo nel 1984 e non da me! come dichiarato! , mi sono limitato a svolgere accertamenti per le indagini difensive come da incarico formale regolarmente depositato. Implementando con documenti e testimonianze il quadro indiziario del sospettato ed a formulare un ipotesi investigative, prontamente sottoposte alla Pm Dr. Giunti ed alla Pg nella persona del Luogotente Ilardi atraverso con mail. Tutto ciò, molto prima di partecipare al programma Rai “Far west” a cui ha partecipato come ospite e non come autore del programma cercando di dare un contributo all’individuazione del reo e chiedendo, attraverso il legale solo i documenti e reperti con regolare mandato del legale e della parente delle vittime: e non come documentarista o giornalista!!! faccio notare comunque che l’ autore e’ ancora ignoto per i
delitti del 1974 e i due del 1981 e le carte continuano ad essere inaccessibili. Detto cio’ ho dato le.dimissioni
dalla consulenza agli avvocati gia’ tutti revocati , ma non accetto accuse infondate”.
Commenta per primo