TEMPI SUPPLEMENTARI/ Il Napoli crolla a Firenze sotto i colpi di Simeone e la Juventus torna a +4: giochi scudetto game over? Champions: Roma e Lazio a braccetto staccano l’Inter

di FABIO CAMILLACCI/ Questo campionato si conferma incredibile e ricco di colpi di scena. Il Napoli in una settimana passa dal sogno scudetto al dramma, dalla festa tricolore all’incubo, dal possibile sorpasso sulla Vecchia Signora alla grande delusione. A Firenze la Viola batte 3-0 la squadra di Sarri e in virtù della vittoria bianconera al Meazza, la Juventus torna a +4 a tre giornate dal termine. Al Franchi, novanta minuti continuamente in cerca d’identità per Insigne e compagni; appesantiti mentalmente sin dal primo minuto probabilmente proprio dal clamoroso ribaltone finale di Inter-Juve nel sabato di campionato. La Fiorentina domina sul piano del gioco, colpendo tre volte e sempre con Simeone: “Cholito” a segno prima al 34′, poi al 18′ della ripresa e infine nel finale (foto a destra e in home page). Ci si aspettava tutta un’altra prestazione da parte del Napoli, chiamato a tenere il passo della capolista per restare a -1. E invece abbiamo assistito al peggior Napoli della stagione, irriconoscibile. Certo, sulla partita ha inciso l’espulsione di Koulibaly (l’eroe di Torino) dopo una manciata di minuti di gioco: fallo da ultimo uomo su Simeone lanciato a rete. Mazzoleni prima fischia il rigore e ammonisce il senegalese. Dopo la solita lunga attesa col gigliato Veretout sul dischetto, l’arbitro aiutato dalla coppia Var & Var cambia tutto: punizione dal limite e rosso al difensore napoletano. Doppia scelta giusta. Pioli si conferma bestia nera di Sarri e il “Ciuccio” in trasferta riassapora l’amaro della sconfitta dopo ben 30 partite e un anno e mezzo di imbattibilità. Game over e 7° titolo di fila per la Juventus? L’inerzia torna dalla parte dei bianconeri ma restano ancora tre turni da giocare e il calendario continua a sorridere al Napoli. Quindi, non è ancora finita; soprattutto perchè questo campionato ci ha abituato a continui colpi di scena in un grande equilibrio generale. Ricordiamoci che nel calcio fino a quando non c’è l’aritmetica certezza, non si può mai dire: le sorprese sono sempre dietro l’angolo.

Champions, le romane a braccetto staccano l’Inter. Dopo il 4-1 della Roma al Chievo nell’anticipo pomeridiano del sabato, la sconfitta interista con la Juve in quello serale, arriva la vittoria della Lazio in casa granata all’Olimpico di Torino contro un Toro già in vacanza per il posticipo domenicale della 35° giornata. Nonostante tutto, non è stato facile per i biancocelesti di Simone Inzaghi. Nel primo tempo si fa male Ciro Immobile, infortunio muscolare per il capocannoniere del torneo con 29 reti contro i 27 di Icardi. Poi Luis Alberto si fa parare un rigore da Sirigu. Nella ripresa decide il match il solito Milinkovic Savic. L’1-0 basta e avanza per il miglior attacco della Serie A. La notizia della serata è che la Lazio non subisce gol. Adesso: Roma e Lazio a 70 punti, Inter a 66. Ma come per lo scudetto, anche nel “triangolare Champions” non c’è ancora niente di ufficiale: anche perchè alla penultima giornata la Roma riceve la Juve, mentre all’ultimo turno è in programma Lazio-Inter.

Corsa all’Europa League: l’Atalanta continua a volare. Tutto facile per la “Dea” a Bergamo contro un Genoa che ormai non ha niente da chiedere al campionato: grifoni liguri già salvi e posizionati nel limbo della classifica insieme alle poche squadre che non hanno più obiettivi. Allo stadio Atleti Azzurri d’Italia finisce così 3-1 per gli spumeggianti nerazzurri di Gasperini che conservano il 6° posto nonostante il ritorno alla vittoria del Mlan che passa 2-1 a Bologna. Tra i bergamaschi in questa volata finale continua a distinguersi il 19enne gambiano Musa Barrow, subito ribattezzato “Jack” Barrow mutuando il nome del capitano Jack Sparrow: personaggio immaginario protagonista della saga cinematografica “Pirati dei Caraibi”, dove è interpretato dall’attore Johnny Depp. Si rialza la Sampdoria: 4-1 al Cagliari a Marassi, ancora un gol per il “vecchietto” Quagliarella che fallisce la potenziale doppietta prendendo il palo su rigore. Per il Quaglia però 4° posto in classifica marcatori con 19 sigilli: miglior bottino in carriera per il 35enne bomber blucerchiato. La Fiorentina dal canto suo, grazie alla vittoria col Napoli, tiene il passo di Atalanta, Milan e Sampdoria e continua a sperare. Questa la situazione: Atalanta 58 punti, Milan 57, Samp e Fiorentina 54. Ricordiamo che accedono all’ex Coppa Uefa la quinta (attualmente l’Inter a 66 punti), la sesta e la settima in classifica.

Lotta salvezza sempre più animata: Crotone scatenato. In queste ultime giornate di campionato sta succedendo di tutto nella parte bassa della classifica. Prosegue lo straordinario momento del Crotone: nell’anticipo dell’ora di pranzo i calabresi calano un bel poker contro un Sassuolo già praticamente salvo. Va comunque stigmatizzato il comportamento degli emiliani che sembrano essere scesi in Calabria per il ponte del 1° maggio. Partita balneare quella dei neroverdi, inevitabile il 4-1 Crotone. Tanti, troppi errori da parte del portiere del Sassuolo Consigli. Qualcuno ha parlato di partita da ufficio inchieste. Purtroppo certe cose si verificano spesso a fine stagione quando si affrontano squadre motivate e altre “distratte”.

Pesantissimo successo in rimonta della Spal a Verona: le due veronesi rischiano. Hellas ormai retrocessa, manca solo l’aritmetica. Mentre il Benevento aritmeticamente in B da domenica scorsa, complica la vita all’Udinese. Ai friulani non è servito l’esonero di Oddo e l’arrivo di Igor Tudor in panchina per invertire la rotta. Clamoroso il 3-3 del Vigorito con i bianconeri sempre raggiunti dalle “Streghe” rimaste in 10 come a San Siro contro il Milan. In questo finale il Benevento sta decisamente riscattando la disastrosa partenza onorando il torneo fino all’ultimo minuto. Per questo merita un applauso la squadra di De Zerbi. L’Udinese se non altro dopo 11 sconfitte di fila interrompe l’emorragia di punti ma rimane a forte rischio. E adesso a tre giornate dal termine, la zona pericolosa recita: Udinese e Crotone 34 punti, Cagliari 33, Spal 32, Chievo 31, Hellas Verona 25, Benevento 18. Al momento, col Benevento retrocederebbero le due veronesi. Giulietta piange, come Partenope.

IL SABATO CALCISTICO

Juventus, all’inferno e ritorno. A San Siro succede di tutto: Cuadrado e Higuain lanciano la Signora. Inter furiosa con Orsato. Roma: poker con vista “Reds”. L’Empoli torna in A

di FABIO CAMILLACCI/ Un sabato di campionato per cuori forti, un sabato di campionato che ancora una volta conferma la bellezza e l’imprevedibilità del calcio. Solo questo sport riesce a emozionare così tanto e fino all’ultimo respiro. Nel “Derby d’Italia” la Juventus si riprende quello che aveva lasciato all’Allianz Stadium contro il Napoli nel big-match scudetto. Da Koulibaly a Higuain il passo è breve: il difensore dei partenopei domenica scorsa ha deciso la partitissima di Torino con un colpo di testa al 90′, “El Pipita” al Meazza ha messo il timbro sul clamoroso 3-2 con cui la Vecchia Signora fa piangere l’Inter di Icardi: sempre di testa e all’89’.

Un match incredibile quello di San Siro, arbitrato da Orsato ma caratterizzato dalla Var. Viene convalidato dalla moviola in campo l’1-0 bianconero firmato Douglas Costa (13esimo minuto). Var determinante poco dopo (18′) sull’espulsione (giusta) del nerazzurro Vecino che fa un’entrata killer su Mandzukic: Orsato estrae prima il giallo, poi guarda le immagini e mostra il rosso. Inter in 10 e gara apparentemente chiusa in favore di Madama. La squadra di Spalletti però non molla: il tecnico di Certaldo chiede ai suoi un grande sacrificio: pressing alto nonostante l’uomo in meno. In chiusura di primo tempo, ancora Var protagonista: annullato giustamente il raddoppio juventino di Matuidi (il francese è in fuorigioco). Si va al riposo con la Juve in vantaggio di reti e di uomini ma sofferente davanti alla grinta e al sacrificio di Perisic e compagni. Certo, nessuno si aspetta i fuochi d’artificio che arriveranno nella ripresa.

Juventus orribile nei primi 42 minuti del secondo tempo. Invece di dare il colpo di grazia all’Inter, la compagine di Allegri prova a controllare la partita come aveva fatto col Napoli. E viene puntualmente punita. Come Koulibaly di testa su calcio d’angolo, Icardi infilza la Signora svettando su tutti in occasione di un calcio di punizione. Sono passati 7 minuti dall’inizio della ripresa e la Juve sembra sparita dal campo. Inevitabile l’autorete di Barzagli al 67′ su azione di Perisic dalla sinistra. A quel punto i campioni d’Italia vedono le streghe: all’inferno e ritorno in altri 22 minuti, quelli che trascorrono dal 2-1 Inter, al jolly pescato da Cuadrado a tre giri di lancette dal 90′: un gol da posizione impossibile favorito da una beffarda deviazione di Skriniar.

Cuadrado ancora una volta uomo della provvidenza per la Juventus.Come nell’autunno 2015 quando il colombiano con una zampata all’ultimo respiro nel derby col Torino, avvìo la spaventosa cavalcata bianconera dopo una partenza schock: alla fine arrivò il 5° tricolore consecutivo, il 2° dell’era Allegri. Cuadrado determinante in passato anche in altre occasioni con i suoi acuti. Non è finita però al Meazza, c’è ancora tempo per un’altra incredibile emozione. Proprio l’ex Napoli Higuain, impalpabile per tutta la partita, sigla il 3-2 definitivo. Il controribaltone è servito. Un 3-2 che fa esplodere di gioia i bianconeri e fa sprofondare nella delusione interisti e napoletani, stasera alleati a distanza. Un 3-2 che tiene la Vecchia Signora al comando della classifica, momentaneamente è a +4 sulla squadra di Sarri in attesa di Fiorentina-Napoli. I giochi sono ancora aperti, anche perchè il Napoli a Firenze non dovrebbe avere problemi a vincere tornando a -1; ma questo successo juventino è comunque pesantissimo in chiave lotta scudetto. L’Inter invece perde terreno nella corsa Champions.

La Roma col Chievo fa le prove in vista del Liverpool. All’Olimpico clivensi battuti 4-1: un risultato che se uscisse pure mercoledi 2 maggio sulla ruota della Capitale ai danni dei Reds britannici, significherebbe giallorossi in finale di Champions League. Troppo bello per essere vero ma Di Francesco e la squadra ci credono e contro i veronesi si allenano per dare il massimo contro Salah e compagni. Intanto questa vittoria consente alla Roma di consolidare il terzo posto in attesa di Torino-Lazio e di staccare di 4 punti l’Inter sempre più quinta e lontana dalla prossima Champions. La coppia Dzeko-Schick stavolta funziona, Nainggolan e Pellegrini giocano in verticale come poche altre volte e El Shaarawy trova una giornata di grazia. Mettendo tutto insieme viene fuori una Roma concentrata e determinata, capace di spazzare via il Chievo nonostante l’inferiorità numerica per oltre 35 minuti di gioco. Di Francesco stavolta attua un turnover leggero, confermando tanti dei titolarissimi e rinunciando in extremis al solo Manolas.

Chi temeva che la testa fosse già al Liverpool, deve ricredersi subito. È vero che il Chievo non è la Fiorentina (l’avversario precedente alla sfida di ritorno con il Barcellona), ma questa volta la Roma sembra aver imparato la lezione, lasciando a casa pensieri e desideri. C’è solo la voglia di vincere una partita chiave per la corsa-Champions, con la gara che si mette in discesa al 9′ quando Nainggolan ruba palla a Radovanovic sull’out sinistro e mette in mezzo un pallone su cui Schick (secondo sigillo di fila in campionato per il ceco) è bravo ad arrivare in corsa e ad insaccare con un bel tap-in.  Dzeko raddoppia con una splendida girata al volo di sinistro. La ripresa sembra girare sulla stessa falsa riga del primo tempo. Al 10′ però ecco l’episodio che può cambiare l’inerzia della partita: con la solita ingenuità di Juan Jesus. Il brasiliano cintura Inglese nell’area piccola, rigore ed espulsione. Con la conferma della Var per una posizione sospetta di fuorigioco che non c’è. Dal dischetto va lo stesso Inglese, ma Alisson si conferma un super portiere e para. Di Francesco si riassesta subito con l’ingresso di Manolas e una Roma schierata con il 4-4-1, con El Shaarawy che fa l’elastico tra attacco e centrocampo. In due minuti arrivano altri due gol: prima un coast to coast di 60 metri dello stesso El Shaarawy chiuso con un bel destro a giro, poi un colpo da biliardo di Dzeko da 25 metri; un gol in fotocopia con quello segnato al Napoli. Inglese al 43′ segna il gol della bandiera clivense. Ma il Chievo adesso rischia seriamente di retrocedere in B. La società prova a dare una scossa alla squadra: esonerato mister Maran, al suo posto il tecnico della Primavera Lorenzo D’Anna.

L’Empoli torna in A. Empoli campione della Serie B 2017/2018. Alla fine, visti i risultati delle dirette avversarie, ai toscani poteva addirittura essere sufficiente perdere col Novara. È arrivato un pareggio, uno di quei classici pari da gara di fine campionato, con temperature più che estive. Fa molto comodo al Novara in chiave salvezza e allo stadio Castellani basta per accendere la festa della sesta promozione in Seria A nella storia del club. È il quinto pari della gestione dell’ex allenatore della Roma Aurelio Andreazzoli, per il resto sono state tutte vittorie, 14 per la precisione. Uno score che ha consentito all’Empoli di volare in testa alla classifica e staccare tutti fino a giungere ai + 14 punti sulle seconde di oggi, con le sconfitte di Palermo, Parma e Frosinone. Una cavalcata mai avvenuta da queste parti. In questa stagione sono stati raggiunti record su record e soprattutto non era stato mai vinto un campionato di Serie B. Per l’Empoli dunque, il suggello a una stagione ancora da finire con qualche ciliegina da mettere sulla torta a livello statistico. Complimenti anche al Livorno del presidente Spinelli che torna in B vincendo il girone di Lega Pro. Aprile volge al termine: arrivano i primi verdetti, nel bene e nel male.

 

Commenta per primo

Lascia un commento