di FABIO CAMILLACCI/ Il Bologna nella finalissima dell’Olimpico batte 1-0 il Milan e alza al cielo la terza Coppa Italia della sua storia. Non accadeva da ben 51 anni: dal 1974, quando, sempre a Roma, i rossoblù di capitan Giacomo Bulgarelli batterono il Palermo al termine della lotteria dei calci di rigore. Quella volta tempi regolamentari e supplementari terminarono 1-1: vantaggio rosanero con Magistrelli al 32′, pareggio di Beppe Savoldi dal dischetto al 90′. Stavolta, invece, ai felsinei di Vincenzo Italiano è bastata una rete di Ndoye al 53′. Complimenti al presidente americano Joey Saputo per la splendida programmazione: l’anno scorso una storica qualificazione alla Champions League, quest’anno un altrettanto storica Coppa Italia. Ma questo è anche l’ennesimo capolavoro di Giovanni Sartori, il più bravo e competente ds italiano.
Le scelte dei due allenatori al fischio d’inizio dell’arbitro Maurizio Mariani della sezione di Aprilia (Latina). Pronti via, i rossoneri si schierano con questo 3-4-3: Maignan tra i pali, Tomori, Gabbia e Pavlovic in difesa, Jimenez esterno destro, Theo Hernandez a sinistra, Fofana-Reijnders coppia centrale di centrocampo, in attacco il tridente Pulisic-Jovic-Leao. Gli emiliani rispondono con il 4-3-3: Skorupski in porta, linea difensiva da destra verso sinistra formata da Holm, Beukema, Lucumi e Miranda, in mediana Freuler, Ferguson e Orsolini, davanti Fabbian, Ndoye e Castro.
La cronaca del primo tempo. Il Milan parte forte e al 4′ Jimenez spreca dopo un’azione travolgente di Leao. Il Bologna replica con una punizione velenosa di Miranda su cui Maignan è reattivo. Poco dopo altra clamorosa occasione sprecata dai rossoneri: cross di Jimenez, palla deviata verso la propria porta da Beukema, Skorupski respinge d’istinto sui piedi di Jovic, ma, il serbo calcia addosso all’estremo difensore polacco. La prima frazione di gioco si chiude senza altre emozioni.
La ripresa. Al 53′ il gol partita: Theo chiude in scivolata su Orsolini lanciato a rete, il pallone, però, finisce a Ndoye che fulmina Maignan. A quel punto, il tecnico milanista Conceiçao inserisce Walker, Joao Felix e Gimenez, passando a un modulo ultra offensivo, una sorta di 4-2-4 che comunque non produce i frutti sperati. Per l’assalto finale entrano anche Abraham e Chukwueze, ma, il Bologna regge e trionfa. Dopo tre finali perse alla guida della Fiorentina (due di Conference League e una di Coppa Italia), primo titolo in carriera per mister Italiano.
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