7GIORNI IN SENATO (n.32)/ Articolo per articolo Reddito di cittadinanza e pensioni approvato con l’astensione di LeU e il no delle altre opposizioni. Sì alla Convenzione sulla manipolazione delle competizioni sportive

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Lunedì 25 febbraio l’Assemblea ha iniziato i lavori alle ore 10:30 e ha avviato l’esame del ddl n. 1018, che prevede la conversione in legge del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni. La relatrice, senatrice Catalfo (M5S), ha sottolineato il lavoro intenso della Commissione che, dopo aver svolto audizioni e acquisito contributi, ha approvato emendamenti, di maggioranza e di opposizione, sull’offerta di lavoro congrua per i disabili, sullo sgravio per il Comuni degli oneri Inail, sul coinvolgimento dei patronati nella richiesta di pensioni di cittadinanza e sulla formazione continua. Ha quindi ricordato che il provvedimento mira a salvaguardare la coesione sociale nel nostro paese che ha registrato il maggior aumento di povertà assoluta e relativa negli ultimi anni, definisce un nuovo statuto delle garanzie e avrà un impatto macroeconomico positivo, sostenendo la domanda interna e stimolando la crescita potenziale.

L’approvazione del reddito di cittadinanza – ha fatto notare – rappresenta un obbligo alla luce del pilastro europeo dei diritti sociali che, all’articolo 14, statuisce che «chiunque non disponga di risorse sufficienti ha diritto a un adeguato reddito minimo che garantisca una vita dignitosa in tutte le fasi della vita e l’accesso a beni e servizi. Per chi può lavorare, il reddito minimo dovrebbe essere combinato con incentivi all’integrazione nel mercato del lavoro».

L’articolo 1 prevede l’istituzione del reddito di cittadinanza (Rdc), quale misura fondamentale di politica attiva del lavoro, di contrasto alla povertà, alla diseguaglianza e all’esclusione sociale, volta a favorire la promozione delle condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro e alla formazione, attraverso politiche dirette al sostegno economico e all’inserimento sociale dei soggetti a rischio di marginalità nella società e nel mondo del lavoro. Il Reddito di cittadinanza assume la denominazione di Pensione di cittadinanza, adeguata agli incrementi della speranza di vita, per nuclei familiari composti esclusivamente da persone di età pari o superiore a 67 anni. Per la Pensione di cittadinanza, i requisiti di accesso e le regole del beneficio economico sono le medesime del Reddito di cittadinanza. I successivi articoli 2 e 3 disciplinano, rispettivamente, i requisiti e la misura del beneficio, mentre l’articolo 4 stabilisce i relativi obblighi (costituiti, in via principale, da una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, dalla sottoscrizione di un Patto per il lavoro ovvero di un Patto per l’inclusione sociale e dall’attuazione di questi ultimi). Le cause di decadenza, ovvero di riduzione del beneficio, sono definite dall’articolo 7, che reca anche alcune sanzioni penali e prevede obblighi di comunicazione e di controllo da parte di pubbliche amministrazioni. L’articolo 6 prevede l’istituzione di due apposite piattaforme digitali dedicate al Rdc al fine di attivare e gestire i Patti per il lavoro e i Patti per l’inclusione sociale. Tali piattaforme rappresentano strumenti di condivisione delle informazioni sia tra le amministrazioni centrali e i servizi territoriali sia tra i centri per l’impiego e i servizi sociali. L’articolo 8 introduce alcuni incentivi in favore: dei datori di lavoro privati che assumano, a tempo pieno e indeterminato, soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza; degli enti di formazione accreditati, qualora concorrano all’assunzione dei suddetti beneficiari; dei beneficiari medesimi che avviino un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale o una società cooperativa entro i primi 12 mesi di fruizione del Reddito di cittadinanza. L’articolo 9 prevede, fino al 31 dicembre 2021, quale strumento di inserimento lavorativo, l’assegno di ricollocazione (AdR), che si configura come una misura di politica attiva. L’articolo 10 affida al Ministero del lavoro il compito di monitorare il Rdc e di predisporre – sulla base delle informazioni fornite dall’INPS e dall’ANPAL, nonché delle altre informazioni disponibili, rilevate anche dalle piattaforme digitali – il rapporto annuale sull’attuazione del Rdc, pubblicato sul sito internet istituzionale. L’articolo 11 prevede le modifiche al decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, utili a rendere compatibili la vigenza della disciplina concernente il ReI (reddito di inclusione) e il Rdc. L’articolo 12 prevede le disposizioni finanziarie per l’attuazione del programma del Reddito di cittadinanza nonché norme in materia di personale, mentre l’articolo 13 stabilisce che dal mese di marzo 2019 il ReI non potrà più essere richiesto e che, a decorrere dal mese di aprile dello stesso anno, non sarà più riconosciuto né rinnovato. L’articolo 25 prevede l’introduzione del consiglio di amministrazione tra gli organi dell’INPS e dell’INAIL, ridisegnando nuovamente i compiti e le funzioni dei vertici. L’articolo 26 provvede a prorogare di un anno (dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2019) il versamento dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco (tre euro a passeggero), a favore del Fondo di solidarietà del trasporto aereo e del sistema aeroportuale. L’incremento dell’addizionale sarà destinata all’INPS dal 10 gennaio 2020. L’articolo 27 reca disposizioni in materia di giochi, mentre l’articolo 28 prevede l’incremento del Fondo per interventi strutturali di politica economica e reca le coperture per gli oneri di spesa.

La correlatrice, sen. Nisini (L-SP), ha illustrato le disposizioni del capo II, relativo alle pensioni. L’articolo 14 introduce in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, il diritto a conseguire, per alcune categorie di lavoratori, la pensione anticipata in presenza di un requisito anagrafico pari a 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 38 anni (cosiddetta quota 100). L’articolo 15 opera invece una revisione della disciplina sui requisiti e sui termini di decorrenza della pensione anticipata rispetto al conseguimento dell’età anagrafica per il trattamento di vecchiaia. L’articolo 16 reca disposizioni concernenti l’istituto sperimentale per il pensionamento anticipato delle donne (cosiddetta opzione donna), estendendone la fruizione per le lavoratrici interessate. L’articolo 17 prevede il blocco per uno specifico periodo temporale degli incrementi dell’età pensionabile per effetto dell’aumento della speranza di vita per i cosiddetti lavoratori precoci, prevedendone altresì il diritto al pensionamento trascorsi tre mesi dalla maturazione degli specifici requisiti richiesti. L’articolo 18 proroga a tutto il 2019 la sperimentazione della cosiddetta APE sociale, mentre l’articolo 19 dispone la non applicazione fino al 31 dicembre 2021 dei termini di prescrizione contributiva riferiti agli obblighi relativi alle contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria per i rapporti di lavoro subordinato con le amministrazioni pubbliche nei periodi di competenza fino al 31 dicembre 2014. Gli articoli da 20 a 24 riguardano il riscatto dei periodi non coperti da contribuzione presso forme di previdenza obbligatoria né soggetti ad alcun obbligo contributivo e dei corsi di studio universitario; l’esclusione dell’applicazione del limite massimo di imponibile contributivo e di base di calcolo del trattamento pensionistico; una nuova tipologia di trattamento a carico dei fondi di solidarietà bilaterali, la corresponsione dei trattamenti di fine servizio, comunque denominati, dei dipendenti pubblici che accedono al pensionamento anticipato e l’imposta sul reddito delle persone fisiche con riferimento all’indennità di fine servizio per la cessazione dal rapporto di lavoro. La relatrice di minoranza, senatrice Toffanin (FI), ha osservato che il provvedimento si compone di due parti disomogenee e che i lavori della Commissione sono stati più volte interrotti. Il reddito di cittadinanza si conferma una misura assistenziale destinata a incrementare il lavoro nero: il beneficio economico, infatti, sarà erogato senza che il beneficiario possa essere preso in carico da centri per l’impiego e per la formazione.

La platea dei beneficiari si è molto ristretta rispetto alle previsioni iniziali, include anche i cittadini extracomunitari, avvantaggia i single a danno delle famiglie numerose. La procedura è farraginosa, crescono oneri e incombenze per gli enti locali, mentre gli incentivi per le imprese non sono sufficienti a creare posti di lavoro. Quota cento, invece, non è una misura per superare la legge Fornero bensì una finestra temporale per pochi, che stimolerà solo nel breve periodo il ricambio generazionale, mentre nel lungo periodo provocherà problemi di sostenibilità del sistema previdenziale. Il relatore di minoranza, sen. Nannicini (PD), ha posto l’accento sull’impatto economico negativo del provvedimento, che nel triennio costerà 21 miliardi ed è finanziato con le clausole di salvaguardia, sull’iniquità di quota 100, che non è una riforma strutturale bensì una finestra temporale che premia categorie protette e mette a rischio la tenuta del sistema previdenziale, sul carattere ibrido del reddito di cittadinanza e sulla sproporzione delle sanzioni penali per false dichiarazioni. Le maggiori risorse stanziate potrebbero essere impiegate più utilmente per raddoppiare il reddito di inclusione, aumentare il sussidio di disoccupazione e il sostegno alle disabilità.

Alla discussione generale hanno preso parte i senatori Antonella Campagna, Romano, Elena Botto, Giannuzzi, Romagnoli, Marco Pellegrini, Auddino, Elisa Pirro, Pesco, Susy Matrisciano (M5S); William De Vecchis, Nadia Pizzol, Tosato, Ripamonti, Pepe, Bossi (L-SP); Paola Binetti, Maria Gallone, Damiani (FI); Emma Bonino (Misto); Patriarca (PD); La Pietra (FdI); Errani (Misto-LeU).

L’esame proseguirà domani mattina con le repliche dei relatori. La seduta è terminata alle ore 22.

Martedì 26 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 e l’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 1018, conversione in legge del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.

Nella seduta di ieri sono state svolte le relazioni, di maggioranza e di minoranza, e si è tenuta la discussione generale. Oggi, in replica, le relatrici,  Catalfo (M5S) e Nisini (L-SP), hanno risposto ai rilievi emersi nella discussione: reddito di cittadinanza e quota cento sono misure affini perché riguardano temi sociali (reinserimento lavorativo, flessibilità in uscita e ricambio generazionale), sono contenute nel contratto di governo, non costituiscono spot elettorali bensì impegni assunti e onorati con coerenza. Il reddito di cittadinanza non è una misura ibrida, ma è in linea con il pilastro sociale europeo che lega lotta alla povertà e reinserimento lavorativo e sociale. I centri per l’impiego non funzionano perché i precedenti Governi non hanno investito, a differenza del Governo in carica, nelle politiche attive. Il parere del Garante della privacy non è stato ignorato bensì recepito con emendamenti del Governo; per i comuni è stato incrementato il fondo per la povertà; il terzo settore non è ignorato, ma è presente nella presa in carico (agenzie di lavoro e enti di formazione); per le famiglie con due figli è previsto un reddito più che dignitoso; un’attenzione particolare è dedicata alle persone che si prendono cura di disabili.

Per quanto riguarda le disposizioni sulle pensioni, l’uscita anticipata non è un obbligo ma un’opportunità e non prevede penalizzazioni. I relatori di minoranza, Toffanin (FI) e Nannicini (PD), hanno ribadito la convinzione che il provvedimento confonde povertà e disoccupazione, non crea posti di lavoro, apre una finestra pensionistica solo per i lavoratori più avvantaggiati. Il sottosegretario per il Lavoro, Cominardi ha ricordato che il reddito di cittadinanza è misura di adeguamento agli standard europei, la platea dei beneficiari è doppia rispetto al reddito di inclusione che non prevedeva attività di formazione; il Governo ha investito un miliardo per centri per l’impiego e servizi sociali, il provvedimento contiene una misura previdenziale specifica a favore delle donne.

Respinta la proposta di non passaggio agli articoli avanzata dal senatore Ferrari (PD), la Presidente del Senato ha dichiarato le improponibilità ed è iniziato l’esame degli emendamenti. Approvati, infine, gli emendamenti della Commissione. Le dichiarazioni e il voto finale si terranno domani mattina alle 9.30. La seduta è terminata alle ore 20:30.

Mercoledì 27 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 9:30 e l’Assemblea con 149 voti favorevoli, 110 contrari e 4 astensioni ha approvato, con modifiche, il ddl n. 1018, conversione in legge del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.

Il testo ora passa alla Camera.

Hanno svolto dichiarazioni di voto finale favorevole i senatori  Romeo (L-SP) e Paola Taverna (M5S). Il senatore Laforgia (Misto-LeU) ha dichiarato l’astensione, mentre hanno annunciato voto contrario i senatori Julia Unterberger (Aut), Bertacco (FdI), Renzi (PD) e Anna Maria Bernini (FI).

Misto-LeU non ha pregiudizi nei confronti di una misura universalistica di sostegno al reddito, nutre dubbi però sulla realizzazione della misura che non prevede l’erogazione di servizi ed esclude i senza fissa dimora, i minori, i disabili, gli extracomunitari. Quota cento è una misura di flessibilità temporanea, ma non rappresenta un intervento strutturale sul sistema previdenziale a favore del lavoro usurante. Il Gruppo Aut, richiamando il reddito minimo di inserimento nella provincia di Bolzano, ha espresso perplessità sul reddito di cittadinanza: manca un accordo con le Regioni sulla figura del navigator, i centri per l’impiego non sono stati ancora riformati, i comuni e l’INPS non riusciranno a incrociare i dati e ad effettuare i controlli, le pene per le false dichiarazioni sono troppo elevate, i requisiti per i cittadini extraeuropei appaiono di dubbia costituzionalità. Secondo Fratelli d’Italia il provvedimento ha finalità elettoralistiche, non aiuta le famiglie numerose, le giovani coppie, i disabili, e crea un elevato numero di assistiti. Il Gruppo aveva proposto la revisione della scala di equivalenza e la decadenza del reddito in caso di rifiuto della prima offerta di lavoro. Il PD ritiene che la povertà non sia in contrasto con sussidi e misure assistenziali e che il provvedimento abbia tradito le promesse elettorali, perché i miliardi stanziati per il reddito di cittadinanza sono quattro anziché venti e la legge Fornero non viene abrogata; l’impatto macroeconomico del decreto sarà inferiore alle previsioni e aggraverà la recessione. Secondo FI il provvedimento, finanziato a debito, genera assistiti e poveri di Stato e non supera la legge Fornero; combattere la povertà con il reddito di cittadinanza è illusorio, il lavoro non si crea per decreto ma con investimenti, grandi opere pubbliche, agevolazioni fiscali per le imprese. I due Gruppi di maggioranza hanno rivendicato con orgoglio l’attuazione di due misure di giustizia sociale, annunciate in campagna elettorale e inserite nel programma di Governo. Secondo M5S il reddito di cittadinanza costituisce l’attuazione dei principi costituzionali di libertà dal bisogno e di eguaglianza sostanziale. Secondo la Lega quota cento sana ingiustizia e favorisce il ricambio generazionale; il reddito di cittadinanza è stato congegnato come misura di politica attiva del lavoro, non come misura assistenziale, e in tempi di crisi rappresenta comunque una misura più giusta delle rilevanti spese per l’immigrazione e del costoso bonus di 80 euro erogato dal precedente Governo.

Con 234 voti favorevoli, nessun contrario e 13 astensioni, l’Assemblea, ha licenziato per la Camera la convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione di competizioni sportive (A.S. n. 773).

La prossima settimana è prevista la discussione di mozioni su: TAV Torino-Lione, istituzione del Comitato per le questioni degli italiani all’estero, coltivazione e commercializzazione della canapa, istituzione di una Commissione speciale sull’autismo, misure per fronteggiare le malattie oncologiche.

E’ stato invece approvato, e passa alla Camera, il ddl n. 773, Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione di competizioni sportive, fatta a Magglingen il 18 settembre 2014. Dopo la relazione del senatore Pellegrini (M5S) e l’intervento in discussione generale del senatore Barbaro (L-SP), hanno svolto dichiarazione di voto favorevole i senatori Errani (Misto-LeU), Sbrollini (PD), Candura (L-SP), Aimi (FI) e Anna Bruna Piarulli (M5S). La seduta è terminata alle ore 12:45.

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