LE “TAPPE” DI BERLUSCONI: da imprenditore a re della comunicazione, alla discesa in politica fino al miraggio del Quirinale

Silvio Berlusconi nasce imprenditore e diventa politico. Nel 1976 alla segreteria del Psi si insedia Bettino Craxi e nel mese di luglio i due si incontrano grazie all’architetto milanese Silvano Larini, uno degli uomini fidati di Craxi. Inizia un’amicizia privata e di reciproco sostegno. Lo raccontano i fatti. Nel 1984, Craxi è il padrino di battesimo di Barbara Berlusconi. Nel 1990, alla celebrazione del matrimonio di Berlusconi con Veronica Lario, Anna (moglie del leader socialista) e Gianni Letta sono i testimoni di nozze per la sposa, mentre Craxi e Fedele Confalonieri lo sono per lo sposo. Le reti Fininvest fanno la loro parte nel sostegno a Benedetto Craxi, detto Bettino.

La discesa in campo e la scalata a Paòazzo Chigi (1994)
“Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale”, è la frase con cui l’imprenditore, nato a Milano il 29 settembre 1936, annuncia di entrare in politica, mentre la camera respinge l’ennesima richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dalla magistratura contro l’ex leader socialista. Le sue promesse elettorali sono accolte positivamente dall’opinione pubblica. Contro ogni sondaggio, alle elezioni politiche del 27 marzo 1994, Forza Italia si impone. Il partito da lui fondato è in corsa con la Lega Nord di Umberto Bossi nelle regioni settentrionali e con AN di Gianfranco Fini nel resto d’Italia. Il primo governo Berlusconi (10 maggio 1994 – 17 gennaio 1995) resiste soltanto un anno, è la Lega Nord a negare la fiducia al governo. Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro non può che accogliere le dimissioni di Berlusconi. Al suo posto viene formato un governo tecnico guidato dal Ministro del tesoro uscente, Lamberto Dini.

Berlusconi ci riprova nel 1996, ma non viene eletto. Il secondo governo Berlusconi nel 2001 
È il 1996 quando Forza Italia ci riprova senza i leghisti. Berlusconi è indagato per falso in bilancio, frode fiscale e corruzione giudiziaria insieme a Previti, e le elezioni vengono vinte da Romano Prodi, a capo dell’Ulivo. Sono anni di opposizione e di ricerca di consenso elettorale. Nel 1999, Forza Italia sfiora il 30 per cento delle preferenze alle elezioni europee e vince alle Regionali nel 2000. Le conseguenze di questo successo costringono Massimo D’Alema a dimettersi dalla carica di premier (21 ottobre 1998 – 25 aprile 2000). Nel 2000, Silvio Berlusconi torna sulla scena con lo slogan “meno tasse per tutti” a cui si aggiunge la promessa di rendere le città italiane più sicure. Il suo linguaggio è diretto ed entra nelle case degli italiani. Risulta vincente anche l’immagine che da di sé, quella di presidente operaio. Poi, a pochi giorni dalle elezioni, il Cavaliere ospite a Porta a Porta, il programma condotto da Bruno Vespa, e sottoscrive il “contratto con gli italiani”. La mossa si rivela strategica. È fatta. Nel 2001 viene nominato di nuovo presidente del Consiglio e nasce il secondo governo Berlusconi (11 giugno 2001 – 20 aprile 2005). Due episodi, che si consumano nell’anno successivo, segnano la Legislatura. “L’editto Bulgaro” che compromette i rapporti con Biagi, Santoro e Luttazzi e lo scontro con il capogruppo dei socialdemocratici Martin Schulz, che Berlusconi definisce “kapò”. Nel 2005 pesa la sconfitta alle elezioni regionali e l’uscita dal governo dei ministri dell’Udc e del Nuovo Psi che segnano, inevitabilmente, la fine del mandato. Il 20 aprile, il premier sale al Quirinale e si dimette con il primato di essere il governo più longevo della storia repubblicana (In carica per 1.412 giorni).

III governo Berlusconi 
Tre giorni dopo nasce il terzo governo Berlusconi (dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006), che dura in carica 389 giorni (1 anno e 24 giorni). Alle elezioni successive vince di nuovo Romano Prodi, con una maggioranza risicata alla Camera e in minoranza al Senato. Resta in carica due anni.

Il Predellino e il IV governo Berlusconi 
Il 18 novembre 2007, in piazza San Babila, a Milano, mentre il partito sta raccogliendo le firme contro Prodi, Berlusconi annuncia un nuovo partito: il Popolo della Libertà (Pdl). L’anno dopo, alle elezioni politiche, la nuova formazione del PdL, che unisce Forza Italia e Alleanza Nazionale, assieme a gruppi minori di orientamento democristiano e liberale, si attesta come primo partito italiano. Nasce così il IV governo Berlusconi (8 maggio 2008 – 16 novembre 2011).

Gianfranco Fini lascia il PDL e la fine di governo 
Durante un convegno del Pdl, il premier chiede a Fini di dimettersi da presidente della Camera e lui, seduto in prima fila, si alza e da sotto il palco gli grida: “Che fai, mi cacci?”. È il 2010, l’ex leader dell’MSI lascia il Pdl. Il governo resta in piedi ancora un anno, prima di cedere alle pressioni dell’Europa e all’incombente crisi finanziaria. Berlusconi rimette il quarto mandato il 16 novembre 2011 e gli succede Mario Monti (16 novembre 2011 – 28 aprile 2013).

 

Le elezioni politiche del 2013 
Condizionate dal Movimento Cinque Stelle, le nuove elezioni politiche vedono protagonista il Partito Democratico sostenuto dal Popolo delle Libertà. Nasce il governo Enrico Letta (28 aprile 2013 – 22 febbraio 2014), con Silvio Berlusconi ancora protagonista nella scena politica. Lo è anche l’anno dopo quando a Letta succede Matteo Renzi. Il nuovo premier incontra il Cavaliere nella sede del Pd a Roma, un faccia a faccia a porte chiuse, dove viene siglato un accordo verbale tra i due, che nel gergo giornalistico viene definito “Patto del Nazareno”.

Berlusconi decade da senatore 
Il 27 novembre 2013, dopo 19 anni di politica attiva, l’aula del Senato conferma, respingendo i 9 ordini del giorno contrari presentati, la decadenza di Berlusconi da senatore. Passa la proposta della Giunta per le elezioni di Palazzo Madama. Il Parlamento applica la legge Severino (contestata dal centrodestra), dopo la sentenza di condanna in via definitiva del Cavaliere per frode fiscale a quattro anni di reclusione e all’interdizione (per un tempo da definire) dai pubblici uffici. A giugno dello stesso anno, Berlusconi sceglie il Tg1 per annunciare il ritorno di Forza Italia. Il 18 marzo 2014 è la Cassazione a confermare l’interdizione dell’ex Presidente di 2 anni dagli pubblici uffici. Berlusconi è, quindi, incandidabile. Il giorno dopo per protesta reagisce e si autosospende dalla carica di Cavaliere del Lavoro. Sconta la condanna con l’affidamento ai servizi sociali presso una residenza per anziani a Cesano Boscone (Milano). Nel 2015 Berlusconi sconta la pena ma resta limitato politicamente sino al 2019 per effetto della legge Severino.

Elezioni 2018-2022
Berlusconi c’è anche se è costretto a giocare un ruolo di secondo piano. Alle elezioni politiche del 2018, l’ex Cavaliere non può ricoprire nessun incarico pur rimanendo leader della lista “Forza Italia – Berlusconi Presidente”. Sale al Quirinale insieme agli altri esponenti del centrodestra e indica Matteo Salvini come premier. Ma le alleanze nel centrodestra cambiano e nasce il Governo Conte I. Nel mese di maggio il Tribunale di Sorveglianza di Milano lo riabilita dalla pena per frode fiscale e dunque torna candidabile.

Elezioni europee del 2019
Berlusconi approfitta delle elezioni europee e viene eletto. Raccoglie 560.000 preferenze e segna il record: a 82 anni è l’eurodeputato più anziano della IX Legislatura. Intanto in Italia nasce il Governo Conte II.

L’aspirazione al Quirinale
Nel 2022 il nome di Silvio Berlusconi ricorre tra i possibili candidati del centrodestra a Presidente della Repubblica. Il suo nome apre un dibattito pubblico che influisce sulle scelte. I partiti non riescono a trovare un accordo e, all’ottavo scrutinio, il 29 gennaio 2022, con 759 voti, viene riconfermato di nuovo Sergio Mattarella. Intanto le elezioni politiche sono alle porte e Berlusconi si candida ancora. Viene eletto nel collegio uninominale Lombardia. Il suo nome torna tra gli scranni come possibile candidato alla presidenza del Senato, ma l’ex Cavaliere mette a tacere i rumor.

(fonte: Google)

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