POLVERIERA MILAN/ Azionisti furiosi con Galliani e Berlusconi: “Questo Club è tecnicamente fallito, siamo la barzelletta d’Italia”. Chiesta la rifondazione del Cda con Rivera e altre vecchie glorie. Confermato il profondo rosso di bilancio, un passivo di quasi 90 milioni di euro

gallianidi Fabio Camillacci/

Gli azionisti del Milan evidentemente la pensano come Altroqotidiano sull’ultimo Milan di Berlusconi e Galliani: un club tecnicamente fallito. Giuseppe Gatti ad esempio è un nome che i tifosi rossoneri conoscono bene: è infatti il rappresentante numero uno dell’ala critica dei sostenitori milanisti e ogni anno, puntualmnte, all’assemblea degli azionisti, va all’attacco. Ma in questa stagione, soprattutto dopo le vicende più recenti, con l’ennesimo cambio di allenatore e la figuraccia di Verona, il signor Gatti non è rimasto isolato. E così gli attacchi al Milan sono arrivati da più fronti e su tutti i temi toccati, dai risultati allo stadio al Portello, passando per il rosso in bilancio di 89,3 milioni.

Pesante attacco al Cav e al “Geometra”. Apre le danze proprio lui, Giuseppe Gatti, il paladino di sempre quando c’è da contestare: “La situazione è sempre andata peggiorando, peggio di quanto uno potesse immaginare. Non possiamo dire che le responsabilità siano state di Seedorf, Inzaghi e Mihajlovic. Le responsabilità sono della dirigenza: di Galliani e di Berlusconi. Non si fa un atto di lesa maestà nel dire che anche il presidente ha le sue colpe. Quando il Milan venne salvato dal fallimento, c’erano comunque dei grandi campioni come Baresi, Maldini e Filippo Galli. Quali sono i campioni oggi?”. La “requisitoria” di Gatti spazia dal secondo anno di Allegri con il secondo scudetto consecutivo gettato alle ortiche, alla cessione di Pirlo, senza trascurare l’acquisto di Matri: “Abbiamo dato il via al dominio della Juventus. Mi sarei aspettato che lei si dimettesse e che Berlusconi tornasse a fare il presidente onorario. Anche nel Milan è necessario un ricambio generazionale”.

L’offensiva anti Berlusconi-Galliani dell’intera Assemblea. Riportiamo altre dichiarazioni degli azionisti Milan: “Ogni anno ci viene spacciata la squadra come competitiva – spiega Boriani -, il fatto è che poi ci sono dei risultati che dicono il contrario e ci riportano alla realtà. In questa squadra di giocatori da Milan ce ne sono 3-4, la colpa non è da addossare agli allenatori, bisogna considerare colpevole chi è scollato dalla realtà e non fa nulla se non dire ‘siamo ancora competitivi’. Da 5 anni siamo la barzelletta del calcio internazionale e non facciamo nemmeno più ridere”. Poi arrivano le domande con tanti dubbi legati allo stadio di proprietà al Portello mai portato a termine: “A quanto ammontano i costi per il progetto e i costi legali per la causa con Fondazione Fiera?”. L’avvocato La Scala entra in tackle: “Il Milan è tecnicamente fallito. Il passivo è metà del fatturato”. Poi parla anche di aspetti tecnici: “Il numero dei tesserati è di 172 (64 calciatori e 108 tecnici), contro i 99 (51 calciatori e 48 tecnici) della Juventus e i 53 (27 calciatori e 26 tecnici) del Napoli. Il costo azienda di ciascuno di detti tesserati è di 865.000 euro circa. Come si giustifica un numero doppio di tecnici rispetto a quelli tesserati dalla squadra campione d’Italia negli ultimi 5 anni?”. Come dargli torto?

La provocazione arriva nel finale. l’Apa, l’associazione dei piccoli azionisti del Milan, propone un consiglio d’amministrazione tutto nuovo con nove nomi, di cui almeno cinque ben noti al grande pubblico: Rivera, Maldini, Albertini, Boban e Seedorf, tutti ex grandi campioni rossoneri. Attualmnte invece i sette amministratori messi in campo da Fininvest sono quasi tutti noti perchè sono i soliti noti, cioè: Barbara Berlusconi, Paolo Berlusconi, Leonardo Brivio, Pasquale Cannatelli, Giancarlo Foscale, Leandro Cantamessa e Adriano Galliani. Proprio l’a.d., nonché vicepresidente vicario, sembra il più colpito dalla richiesta dell’Apa e dichiara: “E’ la prima volta in 31 anni che viene proposto un Cda alternativo”. Segno che i tempi cambiano e il Milan da tempo non è più quello di una volta. Un declino lento e inesorabile (nella foto: Barbara Berlusconi, Silvio Berlusconi e Galliani).
La difesa del “geometra” Galliani. Agli azionisti che l’hanno duramente attaccato nel corso dell’assemblea, l’amministratore delegato rossonero ha risposto: “La società ha un piano nel rispetto del Financial Fairplay,  il progetto Casa Milan rientra nel financial fairplay, a tal proposito ad oggi ha avuto circa seicento mila presenze con fatturato di 6,4 milioni, risultato più che positivo per la fase di startup. Il costo degli agenti è elevato per tutte le società di alto livello, mentre per i tesserati abbiamo un piano per limarlo. Per quel che riguarda i tecnici non si possono fare confronti con altri club perché ciascuna di esse ha una storia diversa. I costi di San Siro, invece, sono costi che consentiranno di giocare la finale di Champions”. E poi la nota dolente, il momento no del club, compresa la perdita di 89,3 milioni in bilancio: “Tutte le società hanno cicli positivi e negativi, il Cda sta prendendo tutte le iniziative per sovvertire questo trend negativo”. Difficile risollevare questo Milan senza l’ingresso di nuovi capitali. Ma servono anche giocatori bravi e di carisma oltrechè tecnici e dirigenti competenti. Al momento manca tutto.

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