A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 146) di LUCIO DE SANCTIS/ Energie del futuro. Le strade più pericolose. Nuovo primato della Panda. Rimorchi in crescita. Gli oggetti più rubati

di LUCIO DE SANCTIS

Quali energie nel futuro – Auto elettrica e combustibili tradizionali sempre più ‘puliti’ a confronto nella 72a Conferenza del Traffico e della Circolazione, organizzata a Roma dall’Automobile Club d’Italia.

Il rapporto “Quali energie muoveranno l’automobile?”, curato dalla Fondazione Filippo Caracciolo-Centro Studi ACI, raccoglie il parere dei massimi esperti nazionali e internazionali del settore. Eccoli in sintesi. I prodotti petroliferi soddisfano ancora il 96% della domanda di mobilità, con uno scenario in evoluzione di medio-lungo periodo, anche perché tutte le strategie istituzionali indicano, in prospettiva, un contributo decisivo da parte dell’elettrico.

Più di un’auto su due immatricolate in Italia nell’ultimo anno è diesel; il 5% dei veicoli nuovi è GPL – il doppio delle ibride a benzina – e il gas naturale è fin troppo sottovalutato in un Paese come l’Italia che eccelle per mercato e rete di rifornimento.

“Il futuro arriva sempre – dice il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani – e sta a noi fare in modo che sia migliore del presente. La mobilità non fa eccezione. Anzi. Uno degli aspetti più importanti del futuro della mobilità è l’alimentazione, soprattutto per le evidenti implicazioni ambientali. L’auto è il cardine della mobilità, ed è oggi che si decidono l’alimentazione o le alimentazioni di domani. Per decidere, però, è fondamentale conoscere. Solo di fronte a un quadro chiaro della realtà e delle sue linee evolutive, infatti, è possibile compiere scelte ponderate, sensate ed equilibrate.

“Per questo l’ACI ha riunito intorno al tavolo alcuni tra i massimi esperti del rapporto energia-mobilità – continua Sticchi Damiani – per cercare di fare chiarezza su un tema così importante, delicato, complesso e urgente, che l’ACI continuerà a monitorare, nel rispetto del proprio ruolo istituzionale

La mappa ACI dei sinistri – 7,5 incidenti su 10 avvengono sulle strade urbane, 2,5 sulle extraurbane. Gli incidenti aumentano su tutte le tipologie di strada (+2% autostrada, +1,2% extraurbane, +0,5% urbane), ma diminuiscono morti (-10,2%) e feriti (-0,4%) sulle autostrade. Sono questi i dati essenziali che emergono da “Localizzazione degli incidenti stradali 2016”, lo studio – realizzato dall’ACI – che analizza i 36.885 incidenti (1.159 mortali), 1.264 decessi e 59.886 feriti, avvenuti su circa 55.000 chilometri di strade italiane.

Alcune tratte con caratteristiche autostradali, nelle vicinanze dei grandi centri urbani, si confermano quelle a maggiore densità di incidenti.

La A51 Tangenziale Est di Milano – nel tratto compreso tra i chilometri 10 e 12 – è la strada dove si verificano più incidenti: 23/km, a fronte di una media italiana – per la rete extraurbana nella quale è avvenuto almeno un incidente – di 1,9 incidenti/km.

Seguono la SS 036 del Lago e dello Spluga (19,5 incidenti/km) e la A4 Torino-Trieste (18,5 incidenti/km). Solo su questi tratti, il numero di incidenti è 7 volte superiore al resto della rete extraurbana.

I veicoli a due ruote (biciclette comprese), sono coinvolti nel 24% degli incidenti stradali. L’indice di mortalità delle due ruote è molto più elevato di quello delle quattro ruote: più di 1,5 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, per motocicli e biciclette, rispetto allo 0,66 delle auto.

L’analisi dei dati evidenzia i tratti più pericolosi delle statali. Al vertice delle tratte più pericolose per le due ruote, la SS 011 Padana Superiore, seguita dalla SS 009 via Emilia e dalla SS 233 Varesina.

Un altro primato Panda – La Fiat Panda conquista un altro traguardo: dalle linee di produzione dello stabilimento G. Vico è uscito il milionesimo esemplare della citycar prodotta a Pomigliano d’Arco (Napoli), regalando così alla Casa del Lingotto l’ennesimo primato di un modello che dal 2012 risulta il più venduto in assoluto in Italia, mentre dal 2016 è la vettura del proprio segmento più gettonata in Europa.

Dal debutto della prima Panda – avvenuto nel  1980 – ad oggi, sono stati distribuiti in totale più di 7,5 milioni di esemplari. I successi commerciali sono stati frutto ovviamente anche di primati tecnologici, come quello di essere stata la prima citycar a trazione integrale con il debutto della Panda nel 1983, mentre nel 1986 è stata la prima vettura da città ad essere equipaggiata con una motorizzazione diesel. I primati della Panda arrivano fino ai tempi più recenti: nel 2004 è stata la prima citycar a ricevere l’ambito riconoscimento “Car of the Year”, inoltre nello stesso anno è stata la prima auto della sua categoria a raggiungere i 5.200 metri del campo base avanzato delle spedizioni sull’Everest, mentre nel 2006 è la prima auto “cittadina” equipaggiata con alimentazione a metano prodotta su larga scala. La Panda a metano lo scorso febbraio ha raggiunto le 300.000 unità vendute conquistando in questo modo l’ennesimo primato che la vede svettare nel panorama delle vetture a metano. Come tutti gli altri modelli a metano targati Fiat, anche la Panda CNG risulta già compatibile con il biometano.

Attualmente Panda offre nella sua gamma quattro alimentazioni (benzina, gasolio, benzina/metano e benzina/GPL), a cui si aggiungono tre configurazioni denominate Urban look, City Cross e 4×4, due tipi di trazione, ovvero quella anteriore oppure quella con quattro ruote motrici, e altrettante trasmissioni: manuale a cinque marce o in alternativa robotizzata Dualogic.

Autonoleggio contro la violenza. ANIASA, l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria e le organizzazioni sindacali FILT-Cgil, FIT-Cisl e Uiltrasporti, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne hanno sottoscritto un “Codice nazionale di comportamento da adottare per la prevenzione e la lotta contro le molestie sessuali e il mobbing”.

Il Codice si propone di prevenire eventuali situazioni di mobbing, fenomeni di sopruso, discriminazioni arbitrarie, condotte prevaricanti, molestie o emarginazione sui luoghi di lavoro, al fine di garantire il più assoluto e rigoroso rispetto della dignità personale e delle norme etiche e giuridiche.

Le parti datoriali e sindacali si sono impegnate a promuovere e diffondere il Regolamento di comportamento all’interno delle aziende del settore per tutto il personale a tempo indeterminato e determinato, compresi i dirigenti e a inserirlo nei capitolati di appalto affinché ci sia la stessa attenzione alla persona nelle aziende/società appaltatrici.

Rimorchi in forte crescita – A ottobre 2017, sono stati rilasciati 1.945 libretti di circolazione di nuovi autocarri (+1,1% rispetto a ottobre 2016) e 1.411 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3.500 kg (+37,1%), suddivisi in 130 rimorchi (+18,2%) e 1.281 semirimorchi (+39,4%). Per entrambi i comparti si mantiene un trend di crescita a doppia cifra nei primi dieci mesi del 2017, con 19.410 libretti di circolazione di nuovi autocarri, il 10,7% in più dell’analogo periodo del 2016, e 13.395 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti (+16,2% rispetto a gennaio-ottobre 2016), così ripartiti: 1.294 rimorchi (+28,9%) e 12.101 semirimorchi (+15%).

I 19.410 libretti di circolazione rilasciati nei primi 10 mesi del 2017 riguardano 3.888 autocarri medi (+0,3%) e 15.522 autocarri pesanti (+14%). Secondo la tipologia, risultano 9.380 autocarri rigidi (+6%) e 10.030 trattori stradali (+16%). Il 5% dei libretti di circolazione di veicoli nuovi rilasciati nei primi 10 mesi riguarda gli autocarri cava-cantiere, in crescita del 4,4%.

Nei primi 10 mesi si evidenzia che, tra i principali allestimenti, presentano volumi in crescita cassoni ribaltabili, pianali/scarrabili, isotermici, betoniere/pompe, allestimenti con gru e trasporto veicoli. Sono, invece, in calo i volumi delle cisterne

Che cosa rubano nell’auto – In Inghilterra è stata stilata la classifica degli oggetti che fanno più gola ai ladri d’auto. Ne dà notizia Sicurauto (www.sicurauto.it),  che riporta una classifica degli oggetti più curiosi che spariscono dalle auto.

Al primo posto della classifica stilata da Carline, azienda di noleggio inglese, c’è l’autoradio vecchio stile, che a differenza dei sistemi d’infotainment evoluti, complicati da scollegare in breve tempo, lo stereo aftermarket resta la cosa più semplice da portare via se applicata dopo l’acquisto dell’auto nuova. Meglio ricordarsi di rimuovere il frontalino: una misura non comoda ma quasi sempre efficace.

Al secondo posto, le buste contenenti generi alimentari o oggetti di maggiore valore appena acquistati sono un bottino facile da portare via che espone il ladro a pochi rischi di essere beccato. Molto efficace è riporre i pacchi nel bagagliaio.  Il navigatore satellitare – al terzo posto della classifica – trova una forte domanda nel mercato nero dei ricambi, insieme ad airbag e sedili.  Lo smartphone è solo al quarto posto degli oggetti più rubati in auto, spesso riposto nel cassettino frettolosamente alla fine delle telefonate non potendolo rimettere in tasca o nel giubbino.

Molto frequenti sono i furti di scarpe di ricambio, al quinto posto che per la quasi totalità delle volte vengono utilizzate dalle donne per guidare comodamente in sostituzione alle scarpe col tacco.

Non tutti gli automobilisti utilizzano gli occhiali da sole – al sesto posto – ma molti di questi sono facile preda dei ladri, soprattutto se griffati, perché facilmente rivendibili e non tracciabili..

In coda alla classifica rispettivamente al settimo e ottavo posto c’è il logo dell’auto, divelto più come trofeo che per trarne un reale guadagno e il portafoglio, che invece finisce tra le mani lunghe dei trafugatori di effetti personali se dopo averlo lasciato in auto non bisogna acquistare nulla nell’immediato.

A portare al nono posto le gomme e i cerchi delle auto è forse solo la complessità delle operazioni da fare per smontarle dall’auto, ma non è raro assistere a malinconiche scene di auto anche nuove abbandonate alla meno peggio sui mattoni.

Tra i casi di furto registrati nel Regno Unito, la targa delle auto sembrerebbe essere poco richiesta (al decimo posto) e in effetti i furti di targhe avvengono per lo più quando bisogna cambiare identità a un’auto impiegata per commettere reati e depistare le ricerche dei malfattori. Evitate i sistemi di montaggio a sgancio rapido, meglio usare dei rivetti più difficoltosi da rimuovere.

Auto elettriche e pacemaker – I pazienti portatori di pacemaker, possono in qualche modo essere “danneggiati” dai campi elettro magnetici prodotti dalla ricarica delle auto elettriche? Uno studio del Good Samaritan Hospital di Dayton in Ohio, voluto fortemente dall’American Heart Association’s, ha evidenziato come, per i pazienti afflitti da problemi cardiaci ai quali è stato impiantato un pacemaker, non vi siano limiti “tecnologici” per poter utilizzare le vetture elettriche.

Lo studio ha dimostrato la sicurezza delle auto elettriche, almeno per quanto riguarda i pazienti con problemi cardiaci. Gli scienziati Thein Tun Aung e Abdul Wase hanno mostrato come i campi elettromagnetici prodotti dagli strumenti di ricarica delle vetture elettriche, nel caso specifico della Tesla Model S P90D, non vadano ad intaccare minimamente strumenti come il pacemaker e altri dispositivi cardiaci.

Per estrapolare i dati, è stato coinvolto un gruppo di 26 uomini e 8 donne, con una media di 69 anni e tutti con un pacemaker. Posizionati in vari punti intorno alla vettura, vicino ad una stazione di ricarica da 220 V, i pacemaker dei partecipanti sono stati monitorati durante il test, dopo essere stati settati nell’impostazione più sensibile, e fortunatamente non è stata registrata alcuna anomalia

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