WEEKEND MOTORI/ Formula 1, Austin: vince Hamilton, due Ferrari sul podio. MotoGP, un “Marcziano” in Australia: Marquez vede il bis iridato. Ducati e Dovi, addio sogni di gloria

di MARCO VALERIO/ E’ stato un altro weekend di motori ricco. Cominciamo con la Formula 1. A proposito di weekend, si chiude il weekend perfetto di Lewis Hamilton, l’inglese si impone anche ad Austin nel GP degli Stati Uniti dando un’altra spallata al Mondiale, consentendo al suo team di aggiudicarsi la classifica costruttori per il quarto anno consecutivo. Sesta vittoria stagionale per il leader del campionato che ha dominato tutte le sessioni, dalle libere alla qualifiche, raccogliendo un altro trionfo statunitense. Ora, i punti di vantaggio su Sebastian Vettel sono 66, a tre Gran Premi dal termine. Il tedesco ha chiuso secondo, non è bastata una super partenza al ferrarista pur riuscendo, addirittura, a prendersi la testa della corsa dopo la prima curva. Leadership che è durata solo sette giri, prima che tornasse l’insaziabile Lewis. Terzo posto in pista per Max Verstappen, (ma solo virtuale), perché gli è stata inflitta al termine della gara una penalità di cinque secondi e sul podio ci è finita l’altra Ferrari di Kimi Raikkonen. Resta, comunque, la grande impresa del pilota della Red Bull, (fresco di rinnovo in settimana) ha completato una super rimonta: da sedicesimo a quarto. Chiude la top five un deludente Valtteri Bottas, il finlandese dopo una fase iniziale concitata con tanto di duello ruota a ruota con Ricciardo, ha subito una serie di sorpassi in sequenza che lo hanno relegato fuori dal podio.

MotoGP: in Australia atterra il “Marcziano”. Marquez aveva dimostrato di avere un ottimo feeling con la moto a Phillip Island e ha confermato le proprie aspettative in gara. Dopo aver rinunciato al primo posto solo nelle seconde prove libere (dove a centrare il miglior tempo è stato Aleix Espargaró), infatti, lo spagnolo della Honda ha conquistato la terza vittoria in Australia dopo quelle del 2010 in 125 e del 2015 in MotoGP, tutte raggiunte partendo dalla pole position. Marquez si è imposto nella 16° tappa del Motomondiale davanti a Valentino Rossi (podio numero 191 nella top class per il Dottore), che si è riscattato nonostante i problemi alla spalla causati dalla caduta di Motegi. Ma per la Yamaha la gioia è stata doppia: è infatti Maverick Vinales (9° in Giappone, ora a -50 da Vinales) a completare il podio. E il pubblico ha decisamente apprezzato il risultato del “Folletto di Tavullia”, accompagnato da cori e applausi, mentre al vincitore della gara sono stati riservati fischi di disapprovazione. Chi semina vento, raccoglie tempesta.

Delusione Dovi. Le brutte notizie sono arrivate dalla Ducati: male tutte le “Rosse”. La migliore è stata quella di Redding, 11°. Solo 13° invece quella più attesa, quella di Andrea Dovizioso in lotta per il titolo e ora a -33 dalla vetta. Dovi, scattato dalla 11° posizione, dopo un errore è scivolato addirittura al 20° posto, senza poter mai lottare con i big. Gli altri? Quindicesimo Lorenzo, 21esimo Petrucci. Si sono dati invece battaglia per il podio: Andrea Iannone e Johann Zarco, tra i protagonisti del GP: il pilota della Suzuki ha chiuso sesto, due gradini più sotto della Yamaha del francese.

Moto2: un bel passo verso il titolo per Morbidelli. Miguel Oliveira è il primo pilota portoghese a vincere in Moto2, lo fa dominando il gran premio a Phillip Island, rimane in testa dal primo all’ultimo giro, senza rivali per la prima vittoria della Ktm nella classe intermedia. Apparentemente una gara senza storia, in realtà alle spalle del portoghese succede di tutto. Nella prima metà di gara va in scena una partita a scacchi tra Binder e Morbidelli che si alternano in seconda condizione con il pilota italiano che sembra avere tutte le intenzioni di non voler rischiare. Peccato per Pasini, che partito dalla pole, dopo poche curve non riesce ad evitare Schrotter scivolato davanti a lui finendo a terra. Nella seconda parte, complice anche qualche sbavatura di Morbidelli e Binder, Nakagami riesce a risalire fino alla seconda posizione a conferma delle buone prestazioni mostrate nelle libere. Gara complicata per Luthi che non riesce a tenere il passo dei primi facendosi sfilare da Raffin, Vierge, Marquez, Corsi , Aegerter e Cortese. A due giri dalla fine la scivolata di Nakagami che congela le posizioni fino al traguardo con la vittoria di Oliviera davanti a Binder e Morbidelli. Ora Morbido è a +29 e può giocarsi il primo match point iridato già in Malesia.

Moto3. Finisce come da pronostico, con Mir campione del mondo. Magliette celebrative, casco decorato, lacrime e abbracci. Tutto da copione, tutto prevedibile. Come il successo dello spagnolo, mai stato in discussione, mai rimasto in bilico nemmeno un secondo nella sua corsa al titolo. Prima vittoria in Qatar e poi via, in una catena ininterrotta di successi e podi. Solo una volta Mir non è andato punti, in Giappone, sotto la pioggia, spinto avanti solo dal timore di compromettere una stagione perfetta. Phillip Island l’ha consacrato nella gara forse più brutta della stagione. Tutto finisce al quindicesimo giro sotto le prime gocce di pioggia che un attimo dopo si trasformano in uno scroscio fitto. Bandiera rossa, braccia e mani alzate dei piloti a reclamare lo stop della corsa: passati i due terzi, come da regolamento, non si riparte. Mir un po’ stupito e frastornato non capisce, inizia a comprendere la dimensione di quanto accade quando un avversario passandogli accanto gli rifila un’affettuosa pacca di congratulazioni.

 

Commenta per primo

Lascia un commento