VIOLENZA ULTRAS/ Gli scontri di Liverpool-Roma: per l’aggressione a Sean Cox, tifoso giallorosso condannato a 2 anni e mezzo di carcere

di SERGIO TRASATTI/ Era stato arrestato insieme a Filippo Lombardi (21enne ultrà romanista noto per la sua avversione alle forze dell’ordine), per l’aggressione feroce a Sean Cox, il 53enne irlandese tifoso dei Reds preso a cinghiate proprio nell’immediata vigilia di Liverpool-Roma del 24 aprile scorso (semifinale d’andata di Champions League) e finito per mesi in coma; ancora oggi è in condizioni critiche. Ma Daniele Sciusco, 29 anni, era riuscito subito a dimostrare che con l’aggressione, a differenza di Lombardi, non c’entrava niente. Aveva partecipato agli scontri pre-gara che avevano coinvolto circa 25 ultrà giallorossi, ma non era stato coinvolto direttamente nell’episodio Cox. Per questo, davanti alla Preston Crown Court che lo ha giudicato, Sciusco ha risposto solo di disordini violenti. Lombardi invece dovrà rispondere di lesioni gravissime.

La sentenza di condanna. Al termine del dibattimento, al quale erano presenti anche i genitori arrivati da Roma, il giudice Mark Brown ha sostanzialmente accolto le tesi del procuratore Keith Sutton, il quale ha definito il comportamento violento degli ultrà romanisti “uno schiaffo in faccia all’ospitalità offerta dalla popolazione di Liverpool”, ha ritenuto Sciusco colpevole e lo ha condannato a due anni e mezzo di prigione. Il massimo della pena ne prevedeva cinque, il giudice però ha tenuto in considerazione da un lato il contesto in cui sono maturati gli episodi, di “violenza generalizzata”, dall’altro l’assenza di precedenti di Sciusco, il suo carattere, la sua appartenenza ad una buona famiglia e il fatto che, al momento dell’arresto, conducesse una vita normale e avesse un lavoro regolare. Insomma, che non fosse un ultras di professione. Durante l’udienza, Sciusco si è scusato per il comportamento tenuto e ha chiesto una sorta di clemenza.

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