VIOLENZA ULTRAS/ Gli scontri di Inter-Napoli: 8 ultrà napoletani indagati per la morte del tifoso nerazzurro. Individuata anche la seconda auto

di FABIO CAMILLACCI/ Salgono a otto le persone indagate ufficialmente a Napoli nell’ambito delle indagini sulla morte del tifoso interista Daniele Belardinelli, investito da un’auto il giorno di Santo Stefano durante gli scontri che hanno preceduto Inter-Napoli. Per tutti l’ipotesi di reato è quella di omicidio volontario. Tra gli indagati ci sono i cinque tifosi napoletani, tra cui un minorenne, che erano a bordo della Volvo V40 sequestrata dalla magistratura e altri tre che viaggiavano su una seconda auto del convoglio partenopeo, ritenuta coinvolta nell’incidente. Anche questa seconda vettura, ormai individuata, a breve dovrebbe essere sequestrata. Ma in realtà gli indagati potrebbero essere alcune decine, sempre a Napoli. Stando almeno a quanto dichiarato dall’avvocato Emilio Coppola, il quale uscendo dalla Questura di Napoli al termine degli interrogatori ha detto: “Si potrebbe arrivare a 30-40 indagati”.

Le indagini degli investigatori sono destinate ad allargarsi: nei prossimi giorni verranno sentite altre persone. Scarcerato Luca Da Ros, l’ultras interista che ha collaborato. Il nodo della questione sta nel fatto che gli indagati si rimpallano la responsabilità su chi fosse alla guida della Volvo V40 sotto sequestro. Nessuno, in sostanza, ha ammesso di aver investito Belardinelli. Gli inquirenti hanno individuato altre auto. Agli otto tifosi azzurri indagati sarebbe stato contestato anche il reato di rissa. La Digos di Milano e quella di Napoli hanno collaborato nel realizzare gli interrogatori che oggi hanno portato all’iscrizione di 8 tifosi del Napoli nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. In mattinata, invece, era stato scarcerato e messo ai domiciliari Luca Da Ros, il tifoso interista che aveva collaborato con gli inquirenti.

LE NOTIZIE PRECEDENTI

A quasi 10 giorni dagli scontri, le forze dell’ordine avrebbero identificato la persona che investì Daniele Belardinelli in zona San Siro a Milano prima di Inter-Napoli. Secondo l’ipotesi dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri, si tratta di un ultras 25enne del Napoli, residente in via Salvator Rosa nel capoluogo campano e incensurato, che sarebbe stato alla guida di una Volvo V40 di colore nero (non B40, come riportato in precedenza) sequestrata giovedi 3 gennaio. Il giovane è stato iscritto stamattina nel registro degli indagati “per omicidio volontario, come atto dovuto per poter effettuare tutti gli accertamenti tecnici alla presenza di legali e consulenti difensivi”. In macchina con il giovane c’erano altri tre ultrà napoletani. Decisive per arrivare all’individuazione dell’auto e quindi del presunto investitore, sono state le analisi delle immagini che hanno ripreso gli scontri e le testimonianze che avrebbero smentito anche il tentativo del giovane di affermare che non era presente la sera del 26 dicembre a Milano. Tra l’altro, gli investigatori della Digos stanno anche verificando l’ipotesi che il giovane abbia cercato di cancellare le tracce dell’investimento. Determinanti saranno anche i rilievi della polizia scientifica sul veicolo, intestato in leasing al padre del 25enne, che ha 60 anni.

Nuova possibile svolta nelle indagini sulla morte di Daniele Belardinelli, il tifoso rimasto ucciso nel corso degli scontri avvenuti nei pressi dello stadio Meazza di Milano in occasione di Inter-Napoli del 26 dicembre scorso. Come riportato dall’Ansa, la Digos di Napoli ha sequestrato un’auto, una Volvo station wagon, nell’ambito nell’inchiesta condotta dalla Procura milanese.

I nuovi sviluppi. Secondo quanto emerge, l’auto in questione sarebbe stata presente il 26 dicembre in via Novara, a Milano, teatro dei disordini in cui ha perso la vita Belardinelli. Le immagini degli scontri hanno reso possibile l’identificazione del veicolo, individuato anche grazie ad alcune testimonianze resesi necessarie in virtù dell’assenza di fotogrammi relativi alla targa dell’autovettura. La macchina risulta intestata in leasing al padre di un tifoso napoletano, ed è stata bloccata sotto sequestro in un deposito del capoluogo campano. Altre due auto sono state individuate, in attesa del sequestro. Gli accertamenti del caso dovranno stabilire se le autovetture siano quelle effettivamente coinvolte nell’investimento risultato fatale a Belardinelli.

Marco Piovella, il capo ultras della curva dell’Inter, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sugli scontri avvenuti prima della partita Inter-Napoli del 26 dicembre scorso. L’arresto è stato disposto su richiesta della Digos della Questura e della Procura di Milano sulla base degli elementi raccolti negli ultimi giorni di indagini e di interrogatori. Nato a Pavia nel 1984 Piovella, soprannominato “il rosso”, è uno dei leader della “Curva Nord”, specificatamente dei “Boys S.A.N.”, e responsabile delle coreografie da diversi anni. Il 29 dicembre Piovella si era recato in questura dopo che era stato indicato da Luca Da Ros, uno dei primi tre arrestati, come l’ispiratore dell’agguato ai tifosi napoletani. “Potere di influenza” sui tifosi a lui “subordinati sulla base dell’ideologia del cameratismo sportivo… in grado di condizionare le dichiarazioni di coloro che verranno ascoltati dalla P.G e dagli inquirenti nel corso delle indagini”, “decisa ed esplicita reticenza rispetto alla ricostruzione dell’ organizzazione e dello svolgimento dei fatti” e pericolo di reiterazione dei reati: sono i motivi che hanno spinto il gip Guido Salvini a disporre l’arresto in carcere del capo ultrà Marco Piovella.

Secondo quanto si è appreso dagli investigatori i capi d’accusa ipotizzati nei confronti di Piovella comprendono anche l’omicidio. Secondo le indagini, infatti, l’indagato (ma anche altre persone) potrebbe essere tra coloro che hanno partecipato più da vicino alle azioni durante le quali è morto Daniele Belardinelli. Questo però non significa che sia Piovella il guidatore del suv che tutti stanno cercando. Le altre accuse sono rissa aggravata, lesioni e getto pericoloso di cose. Piovella risulta anche denunciato per la violazione del Daspo, misura alla quale era sottoposto.

Daniele Belardinelli sarebbe stato, più che travolto, schiacciato lentamente “da un’auto scura” che gli è passata sopra, “a bassissima velocità”, con “le due ruote della parte destra del mezzo”. Questa è la novità che emerge dalle dichiarazioni rese dal capo ultras Marco Piovella, arrestato oggi, sugli istanti dell’investimento di Belardinelli, morto dopo gli scontri precedenti a Inter-Napoli, il 26 dicembre scorso. La dichiarazione è riportata nell’ordinanza di custodia cautelare, che l’Ansa ha avuto modo di visionare.
“Ricordo di aver visto, sulla via Novara all’altezza di via Fratelli Zoia o qualche metro più avanti rispetto al senso di marcia, Daniele Belardinelli steso a terra, non so se perché scivolato o caduto accidentalmente – ha messo a verbale Piovella -. Negli stessi istanti ho visto un’autovettura, a bassissima velocità o addirittura quasi ferma, passare sopra il corpo di Daniele, con le ruote di destra, sia anteriore e sia posteriore. Ho avuto anche la sensazione che le ruote slittassero nella circostanza. Non ricordo poi se l’autovettura si allontana immediatamente, lentamente o velocemente. In merito all’autovettura ricordo che era una macchina scura, di dimensioni che mi sono parse normali, ma su questi dettagli non ho certezze perché la mia attenzione era su Daniele”.

Le dichiarazioni di Flavio Biraghi, giovane ultrà dei Viking. Ha reso spontanee dichiarazioni ed è stato denunciato in stato di libertà, ha riferito “di aver assistito all’ investimento di un tifoso interista ad opera di una autovettura tipo Suv nero che procedeva ad alta velocità in Via Novara”. La scena dell’investimento non è stata ripresa dalle telecamere della zona, che non inquadravano proprio il punto dell’impatto. Gli investigatori stanno lavorando sulle immagini di auto che immediatamente dopo si allontanano dal punto in questione.

E’ stato un petardo a dare il via all’agguato che ha portato alla morte dell’ultrà Daniele Belardinelli: il particolare emerge dalle  dichiarazioni spontanee di un “giovanissimo ultrà dei Viking”, Flavio Biraghi, che è stato denunciato in stato di libertà. “Era stato convenuto – riporta l’ordinanza cautelare che l’Ansa ha visionato – che al momento dell’esplosione di un petardo tutti avrebbero dovuto muoversi verso via Novara per ‘fermare la carovana di veicoli di tifosi napoletani e quindi scontrarsi con questi ultimi'”.

Le dichiarazioni di Luca Da Ros  – “C’erano tre gruppi: gli Irriducibili, i Viking e i Boys. Il nostro capo, quello che ha in mano la curva, si chiama ‘il Rosso’. E’ lui che sposta la gente, è lui che decide”. E’ una delle dichiarazioni rilasciate da Luca Da Ros, uno dei primi tre tifosi arrestati, nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Guido Salvini nei confronti di Marco Piovella, detto il ‘Rosso’. “Il ‘Rosso’ – ha spiegato Da Ros – ha detto andiamo e io sono andato. Siamo partiti tutti in macchina, eravamo circa 120 persone”.


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