VELENI E SOSPETTI NEL CSM/ Rapporto della GdF: cene e incontri notturni di magistrati con politici per decidere su nomine e spostamenti

La commistione tra politica e magistratura (che riguarderebbe, sia ben chiaro, alcuni politici e alcuni magistrati), ma soprattutto le macchinazioni che sono talvolta dietro certe nomine per gli incarichi giudiziari più delicati, stanno venendo alla luce in seno al Consiglio superiore e si intrecciano con i veleni che stanno emergendo nella inchiesta partita dalla Procura di Perugia. Ora di incontri notturni in albergo per decidere le nomine degli uffici giudiziari di Roma, Perugia e Brescia riferisce una informativa della GdF nell’inchiesta sulle Procure, in cui è indagato per corruzione l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, attualmente pm a Roma. Con lui avrebbero partecipato i parlamentari del Pd Lotti e Ferri, i consiglieri del Csm Spina (che si è dimesso), Cartoni, Lepre, Criscuoli e Morlini (autosospesi).

Per il presidente dell’Anm, Pasquale Grasso, questo è uno dei più gravi momenti di crisi della magistratura della storia repubblicana e l’autosospensione non basta: “Chi avesse davvero partecipato a un tale sviamento di funzioni, dovrebbe seriamente pensare alle dimissioni”.

Secondo i giornali che hanno reso nota l’informativa, “Palamara avrebbe trascinato nelle trattative anche il presidente della Lazio, Lotito: è suo amico, promette e dà biglietti per le partite”.

“Nessuno si permetta di dire una volta di più che io minimizzo. Sono giorni che mi riscopro colto da una rabbia nera che mi incupisce, che oscura ai miei occhi la luce di giornate altrimenti luminose” dice ancora il presidente dell’Anm  in risposta alle critiche che gli sono state mosse anche dall’interno del sindacato delle toghe. E un lungo applauso ha sottolineato il suo discorso.

Intanto l’ impegno assunto da tutti i consiglieri togati di Palazzo dei marescialli  è che non concorreranno a uffici direttivi o semi direttivi prima che sia trascorso un anno dall’uscita dal Csm “in un’ottica di  e con l’intenzione di contribuire a ristabilire un clima di fiducia nei confronti della magistratura”, sull’onda della bufera che ha investito il Consiglio superiore. In sostanza i consiglieri hanno deciso di applicare una norma che era stata abrogata nel 2018, anno in cui era stato cancellato ogni vincolo per loro.

L’ex pm anti-mafia Roberti, eletto al parlamento europeo, invita il Pd a condannare i suoi esponenti coinvolti in queste vicende. Ma non trova ascolto.

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