di FABIO CAMILLACCI/ Effetto domino ma non troppo. Come accade ogni anno a fine stagione: è valzer delle panchine. Intanto, in poche ore, il patron del Napoli De Laurentiis chiude l’era Sarri e a sorpresa apre quella di Carlo Ancelotti. Dalle voci, alla firma sul contratto in pochi giorni: nero su bianco, fotografia e stretta di mano tra l’allenatore nato a Reggiolo e ADL. Il 9 luglio la presentazione alla stampa. Annuncio in poche righe da parte del club partenopeo: “Il Calcio Napoli è lieto di annunciare di aver definito un accordo con l’allenatore Carlo Ancelotti avente ad oggetto la guida tecnica della Prima squadra per le prossime tre stagioni e quindi a partire dal 2018-2019”. Mentre, le prime parole di Carletto da tecnico degli azzurri sono state diffuse attraverso un video in italiano, inglese, francese e spagnolo postato sul profilo Twitter del Napoli: “Sono veramente felice e onorato di allenare la squadra di una città unica sostenuta da un tifo impareggiabile”. Adesso Aurelio De Laurentiis deve risolvere la grana Sarri. L’ormai ex tecnico azzurro ha infatti altri due anni di contratto col club campano che non sarebbe intenzionato a liberarlo senza il pagamento della clausola di 8 milioni di euro. Nel caso Maurizio Sarri volesse accordarsi con il Chelsea (al momento in mano ad Antonio Conte ma dato in uscita), il Daily Express indica una via percorribile che farebbe contente entrambe le società: uno scambio tra il tecnico e il difensore brasiliano David Luiz, ormai fuori dai ogni progetto tecnico dei Blues.
Alcune considerazioni sul passaggio di consegne al Napoli: i pro e i contro. Carlo Ancelotti è un vincente, mentre Maurizio Sarri è un perdente di successo. Sarri però ha dimostrato di saper dare un gran bel gioco alle sue squadre e di saper fare le “nozze con i fichi secchi”: con qualche ottimo giocatore e tanti buoni calciatori in una rosa comunque corta, è riuscito a restare agganciato alla Juventus praticamente fino a 3 giornate dal termine. Ancelotti invece in carriera ha vinto sempre alla guida di grandi squadre ricche di top player. Sarri sa vincere le gare solo se i suoi girano al massimo, mentre Ancelotti, decisamente più pragmatico del toscano-napoletano, sa vincere anche le cosiddette partite “sporche” (con un solo gol di vantaggio giocando male). Una cosa è certa: dopo 3 anni, tre piazzamenti Champions ma “zeru tituli”, Sarri all’ombra del Vesuvio era fisiologicamente al capolinea. Peraltro, amato dal pubblico ma non dal patron. Divorzio inevitabile, allora Ancelotti per Napoli è il nome migliore da cui ripartire, ma per far contento Carletto e cercare di vincere qualcosa di importante, serviranno anche grandissimi acquisti.
Le altre panchine delle big del campionato. Massimiliano Allegri rimane alla guida della Juventus: dopo l’ennesimo double scudetto-Coppa Italia la Vecchia Signora non può rinunciare al suo bravo gestore-normalizzatore. Eusebio Di Francesco resta saldamente sulla panchina della Roma: terzo posto in campionato e uno straordinario approdo alle semifinali di Champions dopo l’epico 3-0 al Barcellona. Luciano Spalletti dopo i reciproci attriti con la proprietà cinese di Suning, si tiene stretta l’Inter grazie al successo nel “preliminare” Champions contro la Lazio che è valso il quarto posto, l’ultimo utile per l’Europa che conta. La stessa società biancoceleste confermerà Simone Inzaghi, a meno che quest’ultimo non decida di andarsene. Così come Gattuso (che ha rinnovato il contratto nei giorni scorsi) proverà a far resuscitare un Milan sempre più a pezzi a livello societario.
Il resto della Serie A. Resta all’80% all’Atalanta l’ottimo Gasperini capace di centrare con i bergamaschi l’Europa League per il secondo anno di fila. Il Bologna invece è pronto a voltare pagina: via Donadoni. In pole c’è Pippo Inzaghi ancora impegnato col Venezia nei playoff di B, un 10% di possibilità per Nicola e De Zerbi (ormai ex Benevento). Si rinnova anche il Cagliari: al 60% arriverà l’ex Genoa Juric, in vantaggio su Maran (ex Chievo) e l’attuale tecnico Lopez. Il Chievo intende premiare chi gli ha regalato la salvezza nonostante la poca esperienza in panchina: Lorenzo D’Anna, storico ex capitano dei clivensi. Conferme praticamente sicure per Pioli alla Fiorentina, Giampaolo alla Sampdoria, Semplici alla Spal, Mazzarri al Torino e Ballardini al Genoa. Grande incertezza per Sassuolo e Udinese; in Emilia De Zerbi potrebbe soffiare il posto a Iachini nonostante quest’ultimo abbia fatto bene (c’è anche una remota ipotesi Prandelli), in Friuli invece Tudor arrivato a fine stagione, se la gioca con Ventura. Proprio lui! “Ace” Ventura o Sventura, principale responsabile della mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali di Russia 2018 (ma non sono da escludere a priori le piste che portano a Stramaccioni o Donadoni). Conferme sicure per gli allenatori delle due neopromosse dopo le altrettante splendide cavalcate nel torneo cadetto: all’Empoli Andreazzoli, al Parma D’Aversa. In attesa di conoscere il nome della terza squadra promossa in A. Attenzione però, questo calcio isterico moderno ci ha insegnato una cosa: tutto può succedere e in qualsiasi momento.
Commenta per primo