Uno sguardo a Libano e Bielorussia, ma con l’occhio puntato anche sulle miserie e le ambizioni italiane

di NUCCIO FAVA* – Sono molte le aree di crisi nel mondo, si aggravano tensioni e rivolte , le ultime in Libano , in Bielorussia e a Hong Kong, dove il centralismo di Pechino intende impedire ogni forma di critica e di dissenso, annullando la libertà di stampa e chiudendo i social. Cosa analoga avviene in  Bielorussia dove l’autoritario presidente imbroglia sul voto e vuole continuare a governare senza controlli. Ad Hong Kong si strumentalizza la pandemia per impedire ogni forma di comunicazione e rinviare sine die il rinnovo del parlamento. 

Nel nostro paese, invece, il  presidente del Consiglio va a rendere omaggio in Puglia al paese del suo portavoce e  passeggia per strade e piazze con l’elegante compagna, lanciando l’idea della costruzione non più del ponte ma di un tunnel tra Calabria e Sicilia. Non più però nel tradizionale tracciato Scilla e Cariddi che anche Grillo aveva tentato anni fa inutilmente di attraversare con tuta maschera e pinne , ma sulla nuova direttrice della slpendida via marina di Reggio Calabria e il lungomare di Messina grossomodo all’altezza della statua di Nettuno. 

Quella dell’attraversamento stabile tra Calabria e Sicilia è una suggestione ricorrente nella storia. Pare però che solo i romani siano riusciti a mettere in acqua un traballante ponte di barche che ebbe, tra onde, venti e correnti, breve durata. 

Questa potrebbe rivelarsi però un’arma di distrazione dalla precarietà e dai continui litigi tra i riottosi contraenti della maggioranza che  consentono a Conte di esercitare quel ruolo di avvocato dei cittadini che però, senza un chiarimento di fondo, morale e politico, non può  promuovere vera giustizia e vera legalità. L’intero paese ne ha estremo bisogno , in ogni settore, come dimostra lo sconcertante comportamento di 5 parlamentari e di alcuni amministratori locali in materia di sussidi antio-covid. Una vicenda sulla quale il presidente del Consiglio non ha ancora ritenuto opportuno pronunciarsi  in ossequio a quelle regole sulla privacy, che, in questi casi, sarebbe il caso di violare pur senza sconfinare, tuttavia, sul terreno della separazione dei poteri, reso ancor più scivoloso dalla imminenza del referendum sul taglio del numero dei parlamentari, che presenta gravi incognite.

*Nuccio Fava, presidente della Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune parlamentari Rai.        

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