UNIVERSITA’/ di JACOPO DIONISIO/ Gli studenti italiani al top europeo… dei tartassati

jacopodionisiodi Jacopo Dionisio*/

E’ stato pubblicato il National Student Fee and Support Sistem in European Higer Education 2015/2016 di Eurydice, che riporta il panorama su tasse universitarie e forme di supporto agli studenti in Europa. Ancora una volta, a saltare subito all’occhio sono i dati allarmanti riguardanti l’Italia, che regge in modo imbarazzante il confronto rispetto ai dati europei.

Riconfermando la posizione dello scorso anno, l’Italia resta saldamente ancorata al terzo posto a livello europeo per quanto riguarda l’importo medio delle tasse universitarie, dopo Inghilterra e Paesi Bassi. Gli studenti iscritti ai corsi di laurea triennale pagano mediamente 1220 euro di tasse universitarie, dato addirittura in crescita rispetto allo scorso anno.

Il confronto con i principali paesi europei  è impietoso. In Germania, ad esempio, la tassazione media è di 40 euro; questo importo è riferito esclusivamente alle spese amministrative, spese che oltretutto in alcuni lander non sono neanche a carico degli studenti. Per quanto riguarda la Francia, il 65% degli studenti gode di un esonero completo sulle tasse, contro il solo 12% dell’Italia.

Nel complesso, gli studenti delle università pubbliche italiane nel 2014 hanno versato 1,5 miliardi di euro in tasse universitarie, una cifra che equivale al 24% dei finanziamenti statali alle università stesse. Questi dati dimostrano come le tasse universitarie, introdotte come strumento di solidarietà tra gli studenti, siano con il tempo diventate una delle principali fonti di sostentamento del sistema universitario.

Non va meglio sul fronte delle forme di supporto per gli studenti legate alle condizioni economiche. Dal rapporto emerge che la media del supporto economico in Italia è di poco superiore ai tremila euro, e a beneficiarne è solo l’8% della popolazione studentesca. In Francia, invece, i beneficiari di sostegno sono il 34%; in Germania il valore medio del sostegno è di 5.300 euro, e ne usufruisce il 25% degli universitari.

Questi dati sono lo specchio dei finanziamenti sul sistema. Nel 2014, l’Italia ha investito 490 milioni di euro per le borse di studio, di cui ben 225 milioni provenienti dalle tasse degli studenti. In ogni caso, si tratta di briciole, in confronto ai circa due miliardi di Francia e Germania.

Ancora una volta, dunque, i dati dimostrano come l’Italia non sia un paese con interesse ad investire su istruzione universitaria e diritto allo studio, un dato ulteriormente aggravato dal fatto che anche nella legge di stabilità non siano previsti interventi seri su questo fronte. Il sistema universitario si regge sulle tasse versate direttamente dagli studenti stessi, fatto vergognoso se si pensa che, almeno in teoria, il nostro dovrebbe essere un sistema pubblico. Connotazione pubblica che, invece, è garantita in Paesi che hanno un sistema universitario simile al nostro, quali appunto Francia e Germania. L’emorragia di iscritti nelle università italiane dimostra che un investimento serio su istruzione e diritto allo studio è ormai improcrastinabile se si vuole evitare che il sistema collassi.

* Jacopo Dionisio coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari

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