Un rumeno l’uomo ucciso durante il furto nell’osteria-tabaccheria di Lodi. Dubbi sulla legittima difesa

E’ un rumeno di 28 anni l’uomo che nella notte tra giovedì e venerdì a Gugnano di Casaletto Lodigiano è morto dopo essere stato colpito da una fucilata durante un tentativo di furto nell’Osteria De Amis (che è anche tabaccheria), dal titolare dell’esercizio commerciale, il 67enne Mario Cattaneo.

E’ stato un fratello, accompagnato da un avvocato, ad effettuare il riconoscimento che altrimenti sarebbe stato impossibile sia perché le sue impronte digitali non erano mai state censite da polizia e carabinieri, sia perché i complici del rumeno, che lo hanno portato via ferito, gli avevano tolto i documenti prima di abbandonarlo in una viuzza poco distante dall’osteria dopo essersi accorti che non era in grado di fuggire con loro.

Evidentemente il fratello si è presentato agli organi di polizia dopo che si è diffusa la notizia che Cattaneo potrebbe essere incriminato dalla Procura di Lodi per omicidio volontario. benché ancora a piede libero, e non (eventualmente) per eccesso colposo di legittima difesa.

In realtà la vicenda è ancora tutta da approfondire con una ricostruzione corrispondente il più possibile alla realtà. L’oste contro la piccola banda che lo stava derubando ha sparato un solo colpo da distanza ravvicinata, che – lui sostiene – è partito involontariamente durante la colluttazione con i ladri, tant’è che ha riportato a sua volta ferite a una mano e a una gamba.

“Uno dei ladri ha tentato di disarmarmi tirando la canna del fucile ed è partito un colpo”, ha raccontato nell’interrogatorio, assistito da un legale, davanti al pm Laura Siani, nel Comando provinciale dei carabinieri. La rosa di pallini, probabilmente, non ha colpito organi che determinano immediatamente la morte se il ladro, forse anche trascinato dai complici, ha potuto scavalcare due recinzioni prima di accasciarsi in una viuzza, distante un centinaio di metri, che porta al cimitero del paese.

Quando i carabinieri della vicina provincia di Pavia hanno trovato il corpo, l’uomo non aveva documenti, probabilmente presi dai complici per rendere difficoltosa l’identificazione. Accanto al cadavere un sacchetto con dei pacchetti di sigarette, magro bottino di un ‘colpo’ che gli è costato la vita.

L’autopsia, che sarà eseguita lunedì, fornirà ulteriori elementi per chiarire una vicenda in cui, allo stato, non appaiono evidenti le condizioni dell’articolo 52 del Codice penale, quello che prevede l’esimente della legittima difesa che “non prevede la possibilità che si spari comunque e a chiunque” ma che le armi siano usate in casa o in ambienti simili, ha precisato il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro.

I dubbi della Procura sull’ipotesi di legittima difesa derivano in realtà dal racconto del figlio di Cattaneo, Gianluca, che, alle 3 e 40, col padre ha sentito l’allarme della trattoria e il rumore della saracinesca sul retro che veniva divelta, ed è sceso col padre per sorprendere i ladri. Gli avrebbe raccomandato di non caricare il fucile. Stessa raccomandazione sarebbe stata fatta a Cattaneo dalla moglie.  Ma Cattaneo non avrebbe dato ascolto ai due. Inoltre in caserma, nel pomeriggio, è stato convocato anche un vicino di casa dei Cattaneo: ha confermato che, dopo aver sentito il trambusto, e affacciatosi alla finestra, ha chiesto al ristoratore se l’aveva preso, intendendo il ladro. E si è sentito rispondere due volte “L’ho preso”. Ma sono elementi cher necessitano di verifica e di una corretta interpretazione.

Infine la tragedia non sarebbe accaduta in un contesto di esasperazione per furti o rapine messe a segno di frequente, come accaduto in altre occasioni, ma esiste un solo precedente di furto subito dai Cattaneo dieci anni fa. Il che, comunque, significa ben poco, dal momento che è necessario immedesimarsi nella condizione psicologica in cui viene a trovarsi una persona che  sta subendo una violazione della propria abitazione o del proprio luogo di lavoro.

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