di RAFFAELE CICCARELLI*/ Solitamente, l’articolo di sintesi che racconta un anno di calcio parte dall’inizio, raccontando la fine della precedente stagione agonistica con il trionfo dei vincitori, e l’inizio della nuova, con i sogni di chi quei trionfi vuole emulare o rinnovare. Questo 2022 che si va a concludere, però, ha presentato da subito una grossa anomalia, alla sua fine, e da quella anomalia, quindi dalla fine, dobbiamo partire: il campionato del mondo di calcio. Ha vinto l’Argentina, al terzo titolo, portando tecnicamente Leo Messi al livello di Diego Armando Maradona, anche se il Pibe de Oro resta di un’altra dimensione.
Ha perso ai rigori la Francia, non riuscendo a bissare la vittoria di quattro anni fa, ma restando a quei livelli, con un Kylian Mbappé protagonista non vittorioso ora, ma dal futuro sicuro vincente. Questo mondiale nel bel mezzo della stagione ha portato ad una prima parte di campionato in cui protagonista è stato il Napoli, chiamato alla ripresa a ribadire la sua superiorità dalle insidie chiamate Milan, Juventus e Inter. Protagonisti sono stati i rossoneri, che hanno vinto il campionato scorso, facendo della continuità il loro punto di forza, grazie al lavoro della società e di Stefano Pioli.
Grande sconfitta l’Inter, capace di ricadere nelle sue paturnie e di perdere un titolo che sembrava acquisito. Ancora in fase di transizione la Juventus, che nulla ha vinto nella precedente stagione, ed è già questa una notizia, che si trova nuovamente impelagata in guai extracalcistici, in un momento in cui Max Allegri sembra aver trovato la chiave tecnica, ma bisogna capire che influenza potranno avere i fattori esterni
Gli acuti europei di Real e Roma. In Europa continua il regno del Real Madrid e soprattutto di Carlo Ancelotti, alla quarta vittoria in Champions League, primo allenatore a raggiungere questo traguardo, finalmente anche noi possiamo salutare una vittoria europea con la Roma che alza la prima Conference League, dopo l’ultima vittoria risalente al Triplete dell’Inter, con l’imprimatur, quello come questa, di José Mourinho, per un cerchio che anche qui si chiude. Senza dimenticare la sorpresa Eintracht Francoforte capace di alzare l’Europa League.
Abbiamo iniziato con il mondiale, con lo stesso finiamo, perché la manifestazione è stata bella e anche avvincente, nonostante le polemiche, i grandi assenti siamo stati nuovamente noi. Dopo l”apocalisse” del 2018 e il trionfo europeo sembrava impossibile fallire con il corso imposto da Roberto Mancini, invece l’appannamento conseguente alla grande vittoria europea ci ha di nuovo bocciato dall’arengo mondiale.
Evidentemente non avevamo risolto i problemi, soprattutto organizzativi, che si sono puntualmente ripresentati, la speranza resta sempre di non perdere ancora l’occasione per dare una decisa sterzata a tutto il movimento. Chiusura d’obbligo, infine, per ricordare un leone che ci ha lasciato, Sinisa Mihajlovic, e un mito, Pelé, che non è stato solo un campione del calcio, ma il calcio stesso. per riportare nella giusta dimensione quello che, spesso, facciamo troppo grande rispetto alle insidie e allo scorrere della vita.
*Storico dello sport
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