Anche le donne a Parigi e in altre città francesi indossano i “gilet gialli” contro Macron

 

(Foto Epa di Ian Langsdon)

Centinaia di donne in gilet giallo si sono riunite, il giorno dell’Epifania, per la prima volta in diverse città francesi, all’indomani dell’8/o appuntamento del sabato della violenta protesta sociale, manifestando tutto il loro malessere per la politica del governo ma anche sottolineando il carattere pacifico della loro iniziativa. Molte donne avevano il berretto frigio in testa, quasi tutte impugnavano palloncini gialli.

Alla Bastiglia hanno attraversato la piazza fermando il traffico e cantando poi la Marsigliese in piedi sui gradini dell’Opera Bastille. Si sono poi dirette verso place de la Republique, come era indicato nella pagina Facebook delle “donne gilet gialli”. A Tolosa, nel sud-ovest, le manifestanti hanno sfilato in 300 dietro lo striscione “precarie, discriminate, arrabbiate, donne in prima linea”. E cantando “Macron sei finito, le ragazze sono piazza”. Analoga manifestazione, pacifica al contrario degli scontri di ieri, si è svolta in Normandia, a Caen.

IERI c’è stato l’ottavo giorno di guerriglia a Parigi per la protesta dei “gilet gialli”.  Il portavoce del governo, Griveaux Benjamin, e il suo staff sono stati iaddirittura evacuati dopo che una quindicina di persone, alcune vestite di nero e altre con l’ormai famoso gilet, sono riuscite a entrare nel cortile dell’edificio che ospita anche il ministero dei Rapporti con il

Parlamento. “Hanno sfondato la porta utilizzando una scavatrice”, ha riferito un testimone. L’episodio è avvenuto attorno alle 16,30, proprio durante i disordini a fine manifestazione nel quartiere. I dimostranti hanno vandalizzato le auto parcheggiate nel cortile senza entrare nei locali, prima di lasciare il ministero di Boulevard de Grenelle. Griveaux e i suoi collaboratori sono stati rapidamente evacuati e “messi in sicurezza”, riferiscono i media francesi.

“Non è mai bello vedere le persone che usano macchinari pesanti per distruggere il tuo posto di lavoro”, ha detto Griveaux. Ma, ha aggiunto, “non sono stato io quello che è stato attaccato, era la Francia, erano le nostre istituzioni”.

La prefettura di polizia ha riferito che diciotto persone sono state arrestate, spiegando che le persone fermate sono state poste sotto custodia per “lancio di granate” e “trasporto di armi proibite”, mentre tremila e cinquesento manifestanti erano riuniti nella capitale. Intanto si registrano i primi feriti. Diverse persone sarebbero state colpite da proiettili non letali sparati dalla polizia nei pressi di un barcone in fiamme sulla Senna, davanti al Museo D’Orsay. Come riferiscono emittenti televisive, le forze dell’ordine sono intervenute nelle aree delle banchine. Nella capitale, secondo i programmi, una parte dei manifestanti avrebbe dovuto sfilare infatti in corteo fino alla sede dell’Assemblea nazionale, ma un gruppo di manifestanti ha provato ad attraversare un ponte pedonale sulla Senna e la polizia ha quindi lanciato i lacrimogeni. Nei disordini è stata danneggiata la casa galleggiante, semidistrutta da un incendio. Un altro corteo, invece, avrebbe dovuto snodarsi lungo gli Champs-Elysées. A Montpellier Troyes sono stati segnalati tentativi di irruzione negli edifici delle prefetture.

L”Atto VIII’ dei gilet gialli ha portato in strada 50.000 persone in tutta la Francia, molto più dei 32.000 mobilitati la scorsa settimana. A confermarlo è il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, pur minimizzando la portata di questa cifra: “50.000 è poco più di una persona per comune in Francia. Questa è la realtà del movimento oggi. Quindi è chiaro che questo movimento non è rappresentativo della Francia”, ha detto Castaner, che ha anche condannato gli scontri scoppiati a margine delle manifestazioni.

In serata il presidente Emmanuel Macron è intervenuto  su Twitter  condannando i manifestanti: “Ancora una volta, la violenza estrema è arrivata ad attaccare la repubblica, i suoi difensori, i suoi rappresentanti, i suoi simboli. Coloro che commettono questi atti dimenticano il cuore del nostro patto civico. Giustizia sarà fatta. Tutti devono riunirsi per portare avanti il dibattito e il dialogo”.

Intanto la protesta arriva anche in Svizzera: circa 50 persone munite di gilet gialli si sono radunate davanti al Palazzo federale di Berna. I partecipanti hanno risposto alla chiamata dei ‘Gilets Jaunes Suisse’, diffusa tramite social media. I manifestanti hanno esposto cartelloni con diverse rivendicazioni politiche, da una maggiore giustizia nel mondo alla lotta contro i “crimini di Stato”. Un gruppo di giovani si è dichiarato a favore dell’anarchia. La manifestazione non autorizzata si è svolta sotto la neve e in modo pacifico, tanto che solamente due poliziotti osservavano la situazione.

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