Tumore della prostata: la nuova terapia mirata con radioligando riduce del 38% il rischio di morte

Ulteriori passi in avanti si stanno compiendo nel trattamento del tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione grazie a una nuova terapia mirata con radioligando. Novartis ha annunciato i risultati dello studio di Fase III VISION che ha valutato 177Lu-PSMA-617 in aggiunta al migliore standard di cura (SOC) dimostrando un miglioramento significativo della sopravvivenza globale (OS) rispetto al solo standard di cura (SOC), nei pazienti con carcinoma della prostata progressivo metastatico resistente alla castrazione (mCRPC)1, positivo all’antigene di membrana specifico della prostata (PSMA).

“Entriamo nell’era della medicina di precisione nel carcinoma della prostata con lo studio VISION – afferma Giuseppe Procopio, Responsabile Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (foto) -. Per la prima volta viene dimostrata l’azione antitumorale selettiva di un radiofarmaco, il lutezio, in pazienti con malattia in fase di resistenza alla castrazione. L’efficacia antitumorale del lutezio ha indotto un significativo vantaggio in sopravvivenza libera da progressione e globale in pazienti selezionati sulla base di un esame diagnostico innovativo quale la PET PSMA”.

“Nel 2020 in Italia sono stati stimati circa 36mila nuovi casi di tumore della prostata – spiega Sergio Bracarda, Direttore del Dipartimento Oncologico e della Struttura Complessa di Oncologia Medica e Traslazionale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni (foto a lato) -. L’impatto del tumore metastatico della prostata sulla quotidianità dei pazienti che sviluppano sintomi correlati alla malattia può essere importante, arrivando, in alcuni casi, a limitare la possibilità di dormire o camminare per il dolore. La nuova terapia mirata con radioligando, oltre a mostrare un’efficacia clinica molto promettente, rappresenta un approccio terapeutico innovativo e non cross-reagente con altri farmaci già disponibili, in una malattia ‘complessa’ da trattare. 177Lu-PSMA-617 è diretto contro l’antigene di membrana specifico della prostata (PSMA), che è sovraespresso nella maggior parte delle cellule tumorali della prostata. In particolare, ha la capacità di agire solo sui tessuti malati risparmiando tutto ciò che sta attorno”.

“La medicina nucleare utilizza sostanze radioattive per colpire le cellule tumorali – sottolinea Ettore Seregni, Direttore Struttura Complessa Medicina Nucleare Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano -. L’approccio a una patologia come il tumore della prostata deve essere necessariamente multidisciplinare. Infatti, il medico nucleare lavora in team con l’oncologo e valuta se il paziente è candidabile al trattamento con 177Lu-PSMA-617 analizzando i risultati della PET diagnostica eseguita in precedenza. E’ prevedibile che questa terapia potrà essere eseguita in molti casi anche ambulatorialmente, senza quindi la necessità di ricovero del paziente. Le radiazioni emesse dal paziente, infatti, sono limitate e la radioattività si allontana in breve tempo, per cui, seguendo le opportune precauzioni ed indicazioni, non sono prevedibili rischi per caregiver e famigliari”.

Il carcinoma della prostata avanzato. Il carcinoma della prostata è una forma di cancro che si sviluppa nella ghiandola prostatica, una piccola ghiandola a forma di noce nel bacino degli uomini. Nel carcinoma della prostata resistente alla castrazione (CRPC), il tumore mostra segnali di crescita, come l’aumento dei livelli di antigene prostatico specifico (PSA), nonostante l’utilizzo di trattamenti ormonali che abbassano il testosterone7. Nel carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC), il tumore si diffonde ad altre sedi del corpo come gli organi o le ossa adiacenti e non risponde al trattamento ormonale. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con carcinoma della prostata metastatico è circa del 30%.

Nonostante i progressi nella cura del cancro della prostata, vi è un forte bisogno insoddisfatto di nuove opzioni di trattamento mirate per migliorare i risultati dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCRPC). Più dell’80% dei tumori della prostata esprime in quantità elevate un biomarcatore fenotipico6 chiamato Antigene di Membrana Specifico della Prostata (PSMA), rendendolo un promettente target diagnostico (tramite tomografia a emissione di positroni (PET)) e potenziale target terapeutico per la terapia con radioligando10. Si differenzia dalla medicina di precisione “genotipica” che si occupa delle alterazioni genetiche specifiche delle cellule cancerogene.

 

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