Tsipras ai greci: mi dimetterò se al referendum vinceranno i “sì”

tsipras_6751REDAZIONE/ A conclusione della prima giornata con la Borsa e le banche chiuse per una settimana, il premier greco Tsipras – che ha chiesto ai suoi concittadini di votare ‘no’ nel referendum sul piano dei creditori, per dare più forza ad Atene nel negoziato con l’Unione europea – ha avvertito che in caso di vittoria del ‘sì’ il suo governo si farà da parte. “Se il popolo greco vuole procedere con i piani di austerità in eterno, piani che ci impediranno di risollevare la testa, lo rispetteremo, ma non saremo noi a darvi attuazione”, ha detto il leader di Syriza alla tv pubblica greca. “Non sono un uomo per tutte le stagioni”. Ha invece confermato  che il pagamento di stipendi e pensioni sarà garantito, perché i conti correnti sono “al sicuro”. Ma, ha aggiunto, “nei prossimi giorni ci sarà bisogno di pazienza e compostezza”.

Linea dura, in somma. E a confermarla arriva anche la notizia (riferita da fonti europee ed elleniche, citate dal quotidiano Kathimerini online) che  il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker ha fatto un’offerta dell’ultimo minuto ad Atene per arrivare ad un accordo entro la mezzanotte di oggi, quando scade il piano di aiuti: l’offerta prevederebbe in particolare l’Iva al 13% per gli alberghi e le strutture turistiche,  tetto previsto nella proposta greca. Ma Tsipras avrebbe detto anche in questo caso no.

Questo il quesito che verrà posto ai cittadini greci nel referendum di domenica prossima. “Referendum del 5 luglio 2015. Deve essere accettato il progetto di accordo presentato da Commissione europea, Bce e Fmi nell’Eurogruppo del 25 giugno 2015, composto da due parti che costituiscono la loro proposta? Il primo documento è intitolato ‘riforme per il completamento dell’attuale programma ed oltre’ ed il secondo ‘analisi preliminare per la sostenibilità del debito'”.

Si è appreso che Tsipras ha scritto una lettera ai capi di Stato e di Governo dell’Eurozona, nella quale chiede una proroga di un mese del piano di aiuti. “Vi chiedo di rivalutare la vostra posizione sulla questione”, si legge nella lettera, inviata domenica. Tsipras difende, inoltre, la decisione di indire per domenica 5 luglio il referendum come diritto democratico del popolo greco di decidere sulla linea da tenere con l’UE. Tsipras avrebbe anche avuto un colloquio telefonico con il presidente della Commissione Ue, Juncker, al quale, viene riferito, ha rinnovato la richiesta di proroga degli aiuti europei. Però Juncker – con un comportamento che no ha precedenti nei rapporti internazionali – è entrato a piedi giunti nelle faccende di un altro paese, invitando i greci a votare sì al referendum: sì, cioè, all’accettazione delle condizioni poste dai paesi creditori alla Grecia per evitare di mandarla in bancarotta.

E a proposito di creditori è da registrare una precisazione del ministro dell’Economia italiano, Padoan, il quale ha dichiarato: “In questi ultimi giorni sono circolate analisi sugli effetti della crisi nel negoziato tra la Grecia e le istituzioni che rappresentano i creditori. Tra queste, alcune analisi sull’impatto per l’Italia. L’Italia ha un’esposizione diretta nei confronti della Grecia, in virtù di prestiti bilaterali, pari a 10,2 mld di euro. Inoltre ha fornito contributi destinati alla Grecia al fondo salva-stati per 25,7 mld di euro. L’esposizione dell’Italia nei confronti della Grecia è quindi pari a 35,9 miliardi di euro”, spiega il nostro ministro.

Infine da registrare una presa di posizione del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che ha detto di  comprendere il piano di Atene di tenere un referendum sul programma di aiuti internazionale, ed ha espresso l’auspicio che Bruxelles non traduca in realtà alcuno scenario negativo. Lavrov auspica che il governo Tsipras sia in grado di superare i suoi problemi.

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