Tre posti in commissioni parlamentari regalati da Renzi a Verdini in cambio dei voti determinanti per la controriforma costituzionale

Renzi-VerdiniREDAZIONE – Il giorno dopo aver incassato da Verdini e dagli altri transfughi di Forza Italia i voti indispensabili per far approvare la controriforma costituzionale, Renzi ha contraccambiato il favore regalandogli 3 vicepresidenze di commissioni parlamentari che spettavano alla maggioranza. Dunque il gruppo verdiniano, “Ala”, è ufficialmente entrato a far parte della maggioranza renziana. Niente di scandaloso, potrà obiettare qualcuno, visto che in questa legislatura oltre 300 parlamentari hanno cambiato casacca in tre anni.  Lo ha detto anche il capogruppo di FI in Senato, Paolo Romani: “Ala entra in maggioranza”. Il capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta, ha detto invece che di fatto Renzi dovrebbe dimettersi, visto che è il capo di un governo che ha perduto la maggioranza su cui ha ottenuto la fiducia.

Ma anche la minoranza Pd va all’attacco: “Ieri il voto di Verdini & company al Senato, decisivo ai fini del raggiungimento della maggioranza assoluta. Oggi la elezione di tre vice presidenti delle commissioni al Senato appartenenti al gruppo Ala. Forse è il caso che Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il governo e che comprende anche Verdini. Se è così si deve aprire un dibattito pubblico e in Parlamento”. Lo dice l’ex capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza. Non si è risparmiato invece il capogruppo del Pd in Senato, Zanda, dall’esibirsi nella solita penosa difesa d’ufficio di Renzi, che ha trovato porte aperte a “Porta a porta” per dare la sua versione: “Verdini non è entrato in maggioranza, la maggioranza costituzionale è sempre più ampia di quella politica, tutte le volte che votiamo sulle riforme ci sono maggioranze un po’ diverse. Non vedo la notizia”. E svicola: “Questa discussione noni mi appassiona, le vicepresidenze delle commissioni le lascio agli appassionati”. E Vespa s’inchina ossequioso.

Ecco, nel dettaglio, le scelte dei senatori:

– Anna Finocchiaro (Pd) è stata confermata presidente della commissione Affari costituzionali del Senato. La senatrice ha avuto 18 voti, mentre sei sono andati a Luigi Zanda, capogruppo del Pd a Palazzo Madama. Quattro le schede bianche.

– I senatori del Pd Mauro Maria Marino e Giorgio Tonini sono stati confermati presidenti, rispettivamente, delle Commissioni Finanze e Bilancio del Senato. La conferma a quanto si apprende è giunta con 18 voti favorevoli in ciascuna Commissione.

– Antonio Razzi (Fi) è stato eletto segretario della Commissione Esteri del Senato, assieme al collega Francesco Amoruso (Ala). Pier Ferdinando Casini è stato rieletto presidente della Commissione Esteri del Senato. Per lui 21 preferenze, a cui si aggiungono 3 schede bianche. Come vicepresidenti sono stati confermati Paolo Corsini (Pd) e Peppe De Cristofaro (Sel).

–  Nicola Latorre è stato rieletto presidente della commissione Difesa del Senato. Per lui 20 preferenze, alle quali si sono aggiunte tre schede bianche. Vicepresidenti della commissione sono stati eletti Giuseppe Compagnone (Ala) con 15 voti e Vincenzo Santangelo (M5S) con sette voti. Il senatore del Pd Felice Casson e il senatore del M5s Maurizio Buccarella sono stati eletti vicepresidenti della Commissione Giustizia del Senato rispettivamente in quota maggioranza e in quota opposizione. Casson è stato eletto con 11 voti mentre al pentastellato Buccarella sono andati 13 voti della Commissione.

– Il senatore di Ncd Nico D’Ascola è stato eletto con 14 voti presidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama. Il risultato è arrivato alla seconda votazione. Nella prima, infatti, il parlamentare era arrivato a quota 13. Ma, come assicura il capogruppo Renato Schifani, “D’Ascola alla prima votazione non si era votato”. 5 voti sono andati a Felice Casson (Pd).

– Andrea Marcucci è stato rieletto presidente della Commissione Cultura del Senato, con 19 preferenze, a cui si aggiungono due schede bianche. Vicepresidenti sono stati eletti Marco Marini (Fi) e Franco Conte (Ap).

–  A sorpresa Altero Matteoli (Fi) è stato confermato presidente della commissione Trasporti del Senato, battendo il candidato della maggioranza Vittorio Fravezzi. Per il primo 12 voti, tra cui quelli di Sel, per il secondo nove.

– Il senatore di Area popolare Ncd-Udc, Roberto Formigoni è stato confermato con 18 voti presidente della Commissione Agricoltura del Senato, a cui si sono aggiunte 4 schede bianche. Come vicepresidenti sono stati eletti la senatrice del Pd Leana Pignedoli con 13 voti, e la senatrice di M5S Elena Fattori con 5 voti. Segretari sono risultati eletti Franco Panizza delle Autonomie con 13 voti e la senatrice di Gal Monica Casaletto con 5 voti.

– Emilia De Biasi (Pd), è stata rieletta presidente della Commissione Sanità del Senato, con 23 voti su 24. Vicepresidenti sono stati eletti Maurizio Romani (Idv) e Maria Rizzotti (Fi). Segretari Manuela Granaiola (Pd) e Paola Taverna (M5s).

– Giuseppe Marinello, senatore di Ap, è stato confermato presidente della Commissione Ambiente del Senato, con 19 voti. Vicepresidenti sono stati eletti Massimo Caleo (Pd) e Vittorio Ziza (Cor).

– Il senatore del Pd Vannino Chiti è confermato presidente della commissione per le Politiche Comunitarie con 24 si, 4 bianche e una scheda nulla. Come vicepresidenti sono risultati eletti Giovanni Mauro (Gal) e Lucio Romano (Aut).

–  Massimo Mucchetti, esponente della minoranza del Pd, è stato rieletto con 19 voti presidente della commissione Industria del Senato. Come vicepresidenti sono stati eletti la senatrice Paola Pelino di Fi (11 voti) e Aldo Di Biagio di Ap (nove voti).

–  Maurizio Sacconi (Ap) è stato rieletto presidente della commissione Lavoro del Senato. Per lui 19 preferenze su 22.

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