TRAGICO ANNIVERSARIO/ 1972, XX Olimpiade: 50 anni fa il massacro di Monaco di Baviera. Conflitto arabo-israeliano: quando lo sport diventa involontario messaggero di morte

di RAFFAELE CICCARELLI*/ Una delle caratteristiche principali che hanno le grandi manifestazioni sportive è la loro visibilità planetaria, viste e seguite in tutto il mondo. Questo ne fa eventi ecumenici e importanti per gli atleti che vi partecipano, ma anche fondamentale cassa di risonanza per messaggi che possono essere trasmessi. In genere si tratta di messaggi di pace, com’è giusto e logico in manifestazioni che mettono in competizione sportiva i migliori atleti mondiali per il divertimento e la passione di milioni di tifosi, l’evento che si presta maggiormente a questo sono i Giochi Olimpici. La loro potenza è tale che, nell’antichità, si fermavano addirittura le guerre per permetterne lo svolgimento nel miglior clima possibile.

Storia a “Cinque Cerchi”. Reinventati da Pierre Fredy barone de Coubertin, dal 1896 ci accompagnano periodicamente ogni quattro anni, anche se l’accertata ferocia dell’uomo ha fatto saltare le edizioni che si sarebbero dovute svolgere durante le due guerre mondiali, e la stessa fragilità umana ha posticipato l’ultima a causa del Covid. I Giochi moderni, però non sono riusciti a isolarsi dalla politica, nella distorta ottica di propaganda, essi sono stati usati per diffondere malsani messaggi, si pensi a Berlino 1936 e alla hitleriana esaltazione della razza che proprio i Giochi dovevano rimarcare, ambizione peraltro frustrate dalle vittorie in serie di Jesse Owens.

Altri episodi politici alle Olimpiadi. Altro esempio: all’edizione di Città del Messico del 1968, la strage di giovani di Piazza delle Tre Culture, pochi giorni prima dell’inizio dei Giochi. Il momento più grave, però, che ha messo seriamente in pericolo la purezza ideologica, seppur retorica, dei Giochi si ebbe nel 1972, giusto cinquant’anni fa, quando la XX edizione fu ospitata da Monaco di Baviera e il sangue ne macchiò direttamente l’immagine. Il ritorno in Germania, Ovest in questo caso, doveva rappresentare anche un momento di redenzione, in relazione a quanto scritto sopra, invece si trasformò in un incubo a causa degli attentati terroristici dei fedayyin palestinesi contro la delegazione israeliana.

Sulle origini del conflitto israelo-palestinese si dovrebbe aprire una discussione che qui occuperebbe troppo spazio, una delle motivazioni per cui furono scelti i Giochi per attuare turpi piani fu tanto banale quanto tragica. Il movimento palestinese stava scivolando nell’anonimato, aveva bisogno di un’azione eclatante, la scelta avvenne anche a causa del rifiuto del Cio di ammettere alle gare una delegazione palestinese. “Se non ci vogliono ai Giochi, ce li prendiamo noi da protagonisti”, il glaciale assunto da cui iniziò tutta la vicenda. I Giochi si stavano svolgendo in maniera molto tranquilla quando nella notte tra il 4 e il 5 settembre 1972, il commando di fedayyin di Settembre Nero entrò in azione, mettendo in atto quanto pianificato nei mesi precedenti.

Il blitz. Fu un’operazione anche approssimativa nel suo svolgimento, che riuscì forse soprattutto per l’inadeguatezza, una volta tanto, dell’apparato di sicurezza predisposto dalle autorità tedesche. Il commando riuscì a raggiungere, in pratica indisturbato, la palazzina al n. 31 di Connollystrasse che ospitava le squadre di lotta e peso israeliane, tredici tra tecnici e atleti. I momenti drammatici che seguirono portarono all’uccisione di due israeliani, alla fuga di altri due atleti che dettero l’allarme, con nove che rimasero ostaggi dei terroristi. Seguì una lunga trattativa, diciotto ore per fare uscire gli attentatori fingendo di assecondare le loro richieste, in realtà per tendere loro una trappola che sarebbe dovuta scattare all’aeroporto di Fürstenfeldbruck, ma che finì con un tragico epilogo, soprattutto per l’inadeguatezza e l’impreparazione delle milizie tedesche.

Tragico epilogo. I nove atleti israeliani ostaggio furono uccisi, morirono anche un poliziotto e cinque terroristi, nel maldestro tentativo di neutralizzare questi ultimi. I Giochi erano feriti, la sacralità della tregua olimpica compromessa, forse per la prima volta il mondo venne a contatto con questa nuova minaccia, un terrorismo diverso che lo metteva in pericolo tutto, nessuno si sarebbe potuto più sentire al sicuro, in nessuna parte del mondo occidentale. Il messaggio nefasto aveva avuto la sua eco mondiale, lo sport, vittima innocente, era stato involontario messaggero di morte.

*Storico dello sport

 

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