Tra le proteste e le contestazioni (anche a Napolitano) il governo strappa la fiducia sulla riforma della scuola

SenatoL’Aula del Senato con 159 sì (2 in me no della maggioranza assoluta!), 112 no e nessun astenuto ha approvato la richiesta di fiducia avanzata dal governo sul maxi-emendamento interamente sostitutivo del Ddl di riforma della scuola. La chiama si è svolta tra le contestazioni dell’opposizione. Non hanno partecipato al voto, non esprimendo la fiducia al governo, i senatori del Pd Corradino Mineo, Walter Tocci, Roberto Ruta e Felice Casson; altri dissenzienti hanno votato invece la fiducia “per disciplina di partito”, ma non si sa quanto questa “disciplina” sia stata condizionata dal timore di perdere il posto in parlamento per la crisi di governo minacciata da Renzi, che ormai abitualmente ricorre a questo ricatto per far passare le sue pasticciate riforme, e dalla minaccia di non procedere alle assunzioni di insegnanti fuori ruolo. Adesso il provvedimento, con le modifiche contenute nel nuovo testo, tornerà il 7 luglio alla Camera per ottenere, salvo sorprese, il via libera definitivo. Rispetto al ddl originario, il testo approvato contiene alcune modifiche, tra cui l’assunzione subito degli oltre 100mila precari e la frenata sulla chiamata diretta dei professori .

Fino all’ultimo le opposizioni hanno contestato il provvedimento, per cui il presidente del Senato Pietro Grasso che è dovuto intervenire più volte per ristabilire l’ordine. In mattinata gli esponenti M5S hanno anche celebrato una sorta di “funerale” della scuola esponendo cartelli in Aula con scritto “Riposi in pace” e accendendo dei lumini elettrici.

Contestato Napolitano. E non sono mancate le contestazioni all’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che da senatore a vita ha votato sì alla fiducia. Avrebbe fatto meglio a risparmiarsi questo ulteriore sostegno alla sciocchezza che ha fatto un anno e mezzo fa consentendo a Renzi la scalata di Palazzo Chigi. Dai banchi del Movimento 5 Stelle, al momento del passaggio di Napolitano davanti al banco della presidenza, si sono alzati cori e urla, che hanno costretto il presidente Grasso a richiamare all’ordine.

Autoesaltazione della Giannini.  Si esalta Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione. Dopo aver detto che “le opposizioni fanno il loro mestiere, in modo più o meno discutibile” ha affermato: “Capisco che si possa masticare amaro vedendo il governo che non solo mantiene i propri impegni, ma rispetta i tempi, che sono tempi straordinari per un’operazione gigantesca di queste proporzioni. Sfido ognuno a citare un’amministrazione pubblica che abbia compiuto un’operazione di questo genere. Facciano i loro conti”.

 Tensioni anche fuori dall’Aula. Il capogruppo alla Camera di Sel, Arturo Scotto, alcuni dirigenti sindacali e una delegazione di parlamentari Sel si è frapposta tra i manifestanti della scuola e un cordone di poliziotti che bloccava il loro corteo in largo Sant’Andrea della Valle all’inizio di corso Rinascimento a Roma: “Siamo qui in piazza con i docenti, con tutte le organizzazioni sindacali del mondo della scuola che giustamente stanno protestando per una legge che colpisce pesantemente la scuola pubblica, umilia centinaia di migliaia di insegnanti che fra mille sacrifici insegnano la cultura alle generazioni che verranno – ha detto Scotto – Renzi, il suo governo, il Pd stanno compiendo un delitto sociale”.

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