TOUR DE FRANCE/ Il presidente Macron applaude il momento d’oro dei corridori transalpini: Pinot conquista il Tourmalet, Alaphilippe è secondo e sempre più maglia gialla

di MARIO MEDORI/ Festa francese al Tour de France davanti al presidente Macron (nella foto in home page Macron applaude Pinot al traguardo). Thibaut Pinot conquista la 14° tappa della Grande Boucle con il traguardo in cima al mitico Tourmalet. La maglia gialla Julian Alaphilippe regge, chiude al secondo posto e rafforza il suo primato. A questo punto, nonostante quella odierna sia solo la prima delle sette volte oltre i duemila metri di quota di questa edizione della corsa, ipotizzare che domenica prossima a Parigi Alaphilippe possa salire sul podio non è affatto azzardato. Ieri ha vinto la crono, oggi è stato ancora incredibile sul gigante dei Pirenei. Intanto Pinot festeggia il 31° successo in carriera, il 3° al Tour. Terzo posto di giornata per l’olandese Kruijswijk, davanti a Buchmann, Bernal (che riprende la maglia bianca) e Landa. Thomas paga 36”, Fuglsang 53”, Mas 2’54” e Quintana 3’24”. Aru, primo degli italiani all’arrivo, chiude 19° a 3’33”. In classifica generale dunque, Alaphilippe lascia a 2’02” Thomas, a 2’14” Kruijswijk, Bernal a 3’00”, Buchmann e Pinot a 3’12”.

La scalata del Tourmalet. Dopo il naufragio di Romanin Bardet, staccato già sul Col du Soulor, è Adam Yates e dire addio ai sogni di gloria. La lotta per il successo si accende ai -10 e il primo a pagare dazio è Nairo Quintana. Un cedimento inaspettato visto che la sua Movistar, soprattutto con un inesauribile Amador, fino a quel momento aveva tirato per quasi il 75% del tempo della corsa. Ai -5,5, mentre Gaudu tira per Pinot, saltano Porte e Mas, la maglia bianca. Si stacca anche Poels (gregario di Thomas e Bernal) a conferma di un’impressione, Ineos non è certo una corazzata come la Sky. Si arriva ai -2 dalla cima del Tourmalet con ben 11 corridori. Il turno di Fuglsang è ai -1,7, 300 metri dopo s’arrende Uran. Al triangolo rosso, ops, anche Thomas si stacca.

Orgoglio Nibali. In questa tappa, nonostante i recenti problemi fisici, è andato in scena l’orgoglio infinito di Vincenzo Nibali: 85 km di fuga e di applausi. Dopo due giornate difficilissime, con lo stomaco in subbuglio, lo “Squalo dello Stretto” illumina la giornata iconica del Tour con un’azione cominciata dopo appena 2800 metri insieme con il suo grande amico Sagan. Il corridore messinese poi è stato ripreso all’attacco del Tourmalet. Peter Sagan era in fuga con lo “Squalo”. Il suo obiettivo erano i punti della maglia verde al traguardo volante di Pierefitte-Nestalas (km 80). Passato in nona posizione ha raccolto 7 punti e ha dato ulteriore vigore alla sua leadership. Poi si è rialzato, si è lasciato sfilare è andato all’ammiraglia ha preso le borracce e, come un gregario qualsiasi, le ha portate ai suoi compagni nel gruppo di testa. Nibali alla fine crolla e, ripreso ai piedi del Tourmalet, è arrivato col gruppo di Ciccone con 20 minuti di ritardo. Tutto molto bello.

La tappa precedente

Il transalpino Alaphilippe scatenato: si prende anche la crono di Pau, consolida il primato e si gode la maglia gialla nel giorno del centenario. Corridori italiani in grande difficoltà: da Nibali a Ciccone

di MARIO MEDORI/ Tour de France: incredibile Alaphilippe: domina anche la crono di Pau. Thomas battuto per 14″ e ora in classifica ha un ritardo di 1’26”. Molto male Bernal, solo 22° a 1’36”. Discreto Aru, mentre Vincenzo Nibali continua a lottare nonostante i problemi di salute. E Ciccone paventa il ritiro. Dunque, un grande Julian Alaphilippe ha conquistato la 13° tappa, la cronometro individuale con partenza e arrivo a Pau, di 27,2 km. Il ciclista francese della Quick-Step, che ha preceduto il favorito gallese Geraint Thomas, mantiene così la maglia gialla proprio nel giorno del 100° compleanno del simbolo del primato della corsa francese. Un grande onore per lui. Tra i favoriti, tengono botta: Uran, Kruijswijk, Pinot, Mas e Landa. Male invece Nairo Quintana (+1’51”) e Bardet. Alberto Bettiol, 19° a +1’26”, è il migliore degli italiani. Fabio Aru 26° a +1’49”, più staccati Nibali e Ciccone. E adesso spazio alla tappa pirenaica tra le più attese della Grande Boucle: 117,5 km da Tarbes con finale sul mitico Tourmalet. Una delle tappe verità per il trionfo finale.

Riflettori puntati sullo “Squalo dello Stretto” che sta vivendo un momento difficile. Vincenzo Nibali non ha certo brillato in questa crono (come nelle precedenti tappe) chiudendo nelle retrovie con un ritardo di 3’09”. Il corridore di Messina che come previsto sta soffrendo dopo le fatiche del Giro, ha commentato ironicamente l’addio tra le polemiche di Dennis, suo compagno alla Bahrain-Merida Rohan: “Quando Dennis si è ritirato, quasi quasi ho pensato di andargli dietro”. Poi più seriamente sulla sua condizione precaria ha detto: “Rohan avrà avuto i suoi motivi, ma ritirarsi dal Tour non è una cosa bella. Io sto male, non ho la condizione migliore. Bisogna soffrire e saper accettare anche i momenti così, per poi tornare più forti. Non ho avuto buone giornate, spero di averne di migliori. Magari più avanti troverò una giornata giusta per me”. Come detto, giornata difficile anche per Giulio Ciccone (ex maglia gialla in questo Tour 2019) che lamenta una botta al ginocchio e che a fine gara ha ammesso di aver fatto molta fatica a terminare i 27 km della crono, lasciando aperta anche la possibilità di un possibile ritiro in caso di peggioramento delle condizioni. Tempi duri insomma per i ciclisti italiani a questo Tour.

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