THIS IS ANFIELD/ Champions, notte magica a Liverpool: i Reds di Klopp ribaltano il Barcellona e volano alla finalissima di Madrid. Dopo quella subita un anno fa contro la Roma, un’altra “remuntada” letale per il Barça di Messi

di FABIO CAMILLACCI/ This is Anfield, questo è Anfield: Anfield Road, la tana dei terribili Reds. This is Anfield, così recita una targa che i giocatori devono toccare per caricarsi prima dell’ingresso in campo. E si narra che anche per questo certe cose possono accadere solo ad Anfield. E’ successo, l’epica impresa del Liverpool è realtà, poker servito: ribaltato lo 0-3 di Barcellona con un 4-0 che fa già parte della storia del calcio europeo. Una rete nel primo tempo, tre nel secondo: leggendario. La squadra britannica è pertanto la prima finalista di questa Champions League. Nella finalissima di Madrid in programma alle 21 del primo giugno prossimo allo stadio Wanda Metropolitano, non ci sarà un club spagnolo. In attesa di sapere come finirà l’altra semifinale di ritorno Ajax-Tottenham (1-0 per gli olandesi all’andata a Londra), il Liverpool di Jurgen Klopp, si prende la 9° finalissima di Coppa dei Campioni-Champions League della sua storia, la seconda di fila. Ben 5 finora le coppe dalle grandi orecchie messe in bacheca dai Reds. Quei Reds che un anno fa eliminarono la Roma in semifinale, perdendo poi la finale di Kiev contro il Real Madrid solo per le papere dello sciagurato portiere tedesco Loris Karius.

Nemesi invece per il Barcellona, per la serie: chi di “remuntada” ferisce, di “remuntada” perisce. Due anni fa negli ottavi di finale l’impresa storica blaugrana: 6-1 al Camp Nou dopo lo 0-4 subito a Parigi contro il Psg. L’anno scorso, la severa lezione subita da Messi e compagni nella Roma giallorossa: dal 4-1 dell’andata allo 0-3 dell’Olimpico. Oggi il bis, un bis drammatico per il Barça e i suoi tifosi, sportivamente parlando. I catalani pregustavano da tempo di alzare la Champions a Madrid, proprio in casa degli storici nemici del Real, anche se la finale si giocherà nello stadio dell’Atletico. Messi? L’argentino non si è mai realmente acceso rispetto alle faville fatte una settimana fa tra le mura amiche. Quel Messi che un po di giorni fa disse: “Abbiamo fatto tesoro della sconfitta contro la Roma”. Crediamo che stasera a Madrid abbiano tifato ed esultato come pazzi per il Liverpool: sarebbe stata dura vedere il Barcellona protagonista della finale in terra madrilena, col serio rischio di vedere magari gli “odiati” catalani trionfare e festeggiare. In Italia, il Paese dei campanili, i cosiddetti “gufi” delle italiane nelle Coppe (se non si tratta delle squadre per cui tifano) sono tanti e spesso additati di “non essere sportivi”. In Spagna è peggio perchè le rivalità sono anche sociali e politiche, non solo sportive.

Liverpool, il capolavoro di Jurgen Klopp. L’impresa di questo 7 maggio 2019 che passerà alla storia del calcio, è firmata dalle doppiette di due giocatori: Divock Origi, 24enne attaccante belga che solitamente è un “panchinaro” dei Reds, e Georginio Wijnaldum, 28enne centrocampista olandese entrato nella ripresa al posto dell’acciaccato Robertson. A conferma che col collaudato gioco di Klopp, sanno fare la differenza anche i non titolari (Origi) o i calciatori non al massimo della condizione per problemi fisici (Wijnaldum). Lo splendido scacchiere di mister Klopp aveva funzionato anche a Barcellona, ma, era stato punito dagli episodi che nel pallone fanno la differenza. Stasera invece il Liverpool ha sfoderato la partita perfetta: grinta e cattiveria su ogni pallone fin dall’inizio da parte di tutti, ritmo forsennato, corsa, tanta qualità e un Alisson spaziale tra i pali. Gravi gli errori al tiro dei blaugrana, però il portierone brasiliano ex Roma ha abbassato la saracinesca. Giocatori pertanto grandi protagonisti ma lezione di calcio di Klopp al modesto Valverde, tatticamente distrutto dal tecnico teutonico. Senza dimenticare che ai padroni di casa mancavano due fenomeni come Salah e Firmino. Per Jurgen Klopp 3° finale di Champions dopo quelle perse alla guida del bel Borussia Dortmund nel 2013 e l’anno scorso sempre con i Reds. Stavolta riuscirà a trionfare abbandonando l’etichetta di perdente di successo? A proposito di 2013: dopo 6 anni, la finalissima di Champions non vedrà protagonisti nè Cristiano Ronaldo, nè Messi. Interrotta inoltre la dittatura spagnola. E’ la Champions delle grandi emozioni e delle sorprese, dove non c’è niente di scontato. This is Anfield, dove tutto può accadere.

 

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