Dopo i due arresti di ieri, è stato oggi eseguito un nuovo fermo nei confronti di un altro giovane sudamericano per la brutale aggressione a un capotreno di Trenord e a un suo collega sul passante ferroviario di Milano. Si tratta di un 19enne nato a El Salvador con precedenti per lesioni e rapina già coinvolto nell’operazione contro la gang MS13 dell’ottobre 2013. Invece i due arrestati dalla Polizia ieri sono Jackson Jahir Lopez Trivino, ecuadoriano di 20 anni con permesso di soggiorno scaduto, e Josè Emilio Rosa Martinez, 19enne di El Salvador. Quest’ultimo è ritenuto l’autore materiale, colui che ha colpito col machete il capotreno Carlo Di Napoli (foto) procurandogli una ferita al braccio che stava per costargli l’amputazione dell’arto. Entrambi appartengono alla stessa gang. Oggi la richiesta di convalida degli arresti.
La ricostruzione della violenza. L’aggressione a colpi di machete al capotreno di Trenord alla stazione di Villapizzone, a Milano, è avvenuta giovedì al termine di una serata trascorsa a bere alcolici in un parco. E’ quanto emerge dalle prime ricostruzioni sul ferimento del 32enne Carlo Di Napoli. I due arrestati avrebbero bevuto molta vodka in un parco in zona Certosa assieme a un gruppo di altre 7-8 persone, tra cui una ragazza. Sarebbero saliti alla fermata precedente a quella di Villapizzone, dove poi una parte è scesa lasciando sul treno il resto della comitiva. In quel momento si è avvicinato il capotreno per chiedere i biglietti e, secondo quanto riferiscono fonti investigative, il salvadoregno ha sferrato il colpo per “difendere” l’amico dalla richiesta. Infatti, sembra che solo uno su quattro avesse il titolo di viaggio.
Il resto è noto: i quattro hanno colpito alla testa un altro ferroviere intervenuto per aiutare il collega e poi sono scappati. I due che poi sono stati arrestati, però, sono stati bloccati subito dopo in via Ernesto Teodoro Moneta, sotto il ponte Martin Luther King.
Le prime parole del capotreno. “Ho avuto molta paura, ma ora mi sento più sollevato: la cosa più importante è che potrò riabbracciare la mia bimba di 5 mesi”. Così ha detto al segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri, che è andato a trovarlo all’ospedale di Niguarda, il capotreno aggredito, al quale è stato salvato l’arto grazie ad un lungo e delicato intervento effettuato dai chirurghi di quel nosocomio.
“Si è trattato di una lesione molto grave ma il braccio per il momento è salvo”, affermano all’Ansa fonti dell’ospedale di Niguarda. L’uomo, che ha riportato la sub-amputazione del braccio sinistro, è stato sottoposto ad un intervento di otto ore con numerosi chirurghi specialisti. “Si è cercato di preservare la funzionalità dell’arto, ma solo nei prossimi giorni si potrà sciogliere la prognosi se tutto è andato a buon fine”.
“Questa è la notte più brutta e lunga della mia vita, mio marito è una roccia, anzi la nostra roccia!”, ha scritto sulla sua bacheca di Facebook la moglie di Carlo Di Napoli. “Non pensavo di essere circondata da così tante persone che ci vogliono bene! Grazie, io non mollo e neanche Carlo!”, continua il messaggio della donna, che pochi mesi fa ha avuto un bambino con il ferroviere ferito.
L’altro ferroviere di 31 anni, che era libero dal servizio, è stato colpito alla testa intervenendo in soccorso del collega.
Le polemiche. Dopo questo incredibile episodio di violenza non si placa la polemica politica che ne è nata. “Chiederemo di mettere i militari e la polizia per contrastare questi fenomeni” sui treni, ha detto il governatore Roberto Maroni. . Fino anche a sparare? – gli è stato chiesto. “Sì certo – ha risposto -, è legittima difesa, voglio qualcuno che impedisca queste cose e se è necessario sparare, spari”.
Le Ferrovie dello Stato condannano fermamente l’aggressione. Senza requisiti minimi di sicurezza è difficile garantire il servizio in alcuni orari, si legge in una nota, in cui si chiede l’intervento delle istituzioni e una maggiore presenza delle forze dell’ordine.
L’assessore alla Mobilità della Regione Lombardia Alessandro Sorte (FI) ha chiesto militari in tutte le stazioni e forze dell’ordine sui treni pronte a sparare. “Il livello di insicurezza è troppo alto”, ha affermato Sorte in una nota, e per questo “vogliamo il presidio dei militari in tutte le stazioni e sui treni Forze dell’Ordine armate, formate e pronte anche a sparare”.
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