TERRORISMO. Anche la moglie e il figlio di un italiano uccisi nell’assalto in Burkina Faso. Massacro in Siria: decapitati e rapiti

Burkina Faso

Tra le 29 vittime, di 18 differenti nazioni, dell’attacco jihadista di ieri all’hotel Splendid e al Cappuccino Cafè di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, figurano anche la moglie ucraina e il figlio di 9 anni di Gaetano Santomenna, proprietario italiano del Cappuccino Cafè, uno dei locali teatro dell’assalto. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri di Kiev, precisando che tra le vittime figurano anche la madre e la sorella ucraine della moglie di Gaetano Santomenna. La Farnesina aveva fatto sapere che tra le vittime ci sarebbe potuto essere il bambino, precisando tuttavia che verifiche erano in corso.

L’attacco di un commando di 5 terroristi  armati e con il volto coperto, preceduto da alcune esplosioni – almeno due autobomba secondo la Bbc – è stato compiuto ieri sera  nel centro di Ouagadougou, contro l’albergo “Splendid” frequentato soprattutto da stranieri, uomini d’affari e personale dell’Onu, e il vicino Cappuccino Cafè del nostro connazionale, dove erano stati presi alcuni ostaggi.

L’azione, rivendicata da Al Qaida per il Maghreb Islamico (Aqmi), si è conclusa quando l’hotel Splendid e il vicino hotel Yibi sono stati “liberati” dalle forze speciali francesi e locali: a fronte di 126 persone – fra cui un ministro burkinabè – portate in salvo, 33 delle quali ferite, i quattro terroristi, fra i quali due donne, si sono lasciati dietro un bilancio di 23 persone prima di venire abbattuti uno ad uno.  Tra i primi 30 liberati, alle prime ore dell’alba, c’era anche il ministro della Funzione Pubblica, Clement Sawadopo, che poco dopo si è presentato puntuale alla riunione straordinaria del Consiglio dei ministri convocato sull’emergenza. Non è ancora chiaro quanti fossero i terroristi in azione, ma secondo il governo quattro sono stati uccisi nel blitz delle forze di sicurezza. Tra loro anche due donne africane.

epaselect epa05104749 Burkina Faso forces take up positions outside the Splendid Hotel in Ouagadougou, Burkina Faso, 16 January 2016. According to media reports at least 23 people from 18 nationalities have been killed after Islamist militants attacked The Splendid Hotel frequented by many westeners in Burkina Faso. A joint operation by French and Burkina Faso forces freed many hostages. Al-Qaeda in the Islamic Maghreb (AQIM) has claimed responsibility. EPA/AHMED YEMPABOU

L’ultimo dei terroristi, che si era asserragliato allo Yibi, è stato ucciso dai militari francesi a mattinata inoltrata. Ed è stata proprio la massiccia presenza militare francese nel Sahel a indirizzare la mano dell’Aqmi: “Una vendetta contro la Francia e i miscredenti occidentali”, ha dichiarato il ramo nordafricano di Al Qaida, captato dal Site, che ha precisato che l’assalto è stato compiuto da “combattenti del battaglione Morabitoun” (le Sentinelle) facente capo a Moktar Belmoktar, già autore dell’assalto all’impianto del gas in Algeria e lo stesso che a novembre, in un’impresa simile pochi giorni dopo l’azione dell’Isis a Parigi, compì un analogo massacro all’hotel Radisson Blu di Bamako, nel vicino Mali: bilancio 20 morti. Un gesto compiuto in coordinamento con l’Aqmi e con il quale ha siglato la riconciliazione, dopo le voci che davano Belmoktar in fuga verso i “rivali” dell’Isis.

Mali e Burkina Faso sono partner nel cosiddetto Gruppo G5 per il Sahel, insieme a Mauritania, Ciad e Niger: alleanza regionale contro le formazioni jihadiste, che non hanno confini. Inoltre il Burkina Faso, insieme agli altri 4 membri, prende parte all’operazione ‘Barkhane’, promossa dalla Francia ed erede di ‘Serval’, nel Mali. Vi prendono parte dal 2014 3.000 militari francesi ma, a differenza della ‘Serval’, si estende anche ai Paesi vicini, Burkina Faso compreso. E i soldati francesi stanziati nella guerra alla jihad del deserto prediligevano l’albergo e il bar.

La “vendetta” qaedista è scattata alle 19.30 locali, quando i ristoranti erano pieni di stranieri, uomini d’affari, addetti Onu, turisti, ma anche persone locali: l’irruzione del commando di tre-quattro persone armate con il volto mascherato al grido di “Allahu akhbar!” nel caffè-ristorante di stile occidentale ‘Cappuccino’; le raffiche fra i tavoli e l’accanimento con spari a bruciapelo contro le persone a terra. Contemporaneamente uno dei terroristi dà fuoco alle auto parcheggiate davanti al ristorante e all’adiacente hotel di lusso a 4 stelle Splendid. I terroristi – fra essi una donna nera con le treccine lunghe e forse un tuareg – spargono liquido infiammabile nel ristorante e gli danno fuoco, sparando poi a quanti cercano di fuggire. Poi si asserragliano nell’albergo e ripetono il copione dopo aver mandato in frantumi a raffiche la vetrata d’ingresso.

Ma un hotel di quattro piani e 147 camere è difficile da controllare in tre o quattro, e molte persone si nascondono o riescono a fuggire dalle finestre o dalle uscite secondarie. “E’ terribile, la gente era distesa a terra e c’era sangue dappertutto. E loro sparavano a bruciapelo”, racconta a Le Monde Yannick Sawadogo, un sopravissuto. “Li sentivamo parlare mentre passavano fra le persone e sparavamo a quelle che non erano morte. Quando poi sono usciti hanno incendiato tutto. Molti ne hanno allora approfittato per uscire dalle finestre rotte”. “Non riuscivamo più a respirare. Il soffitto lentamente scendeva e le fiamme iniziavano a ustionarci. Alcune persone sono fuggite, ma all’uscita i terroristi li hanno abbattuti”. Bangou, il suo amico Roland e alcuni altri, sono riusciti a fuggire rompendo un vetro e si sono rifugiati dietro un gruppo elettrogeno, qualche strada più in là. Bangou ha descritto i terroristi come all’apparenza “bambini” con armi “troppo pesanti per loro”.

Dieci i cadaveri raccolti dal ristorante Cappuccino. Almeno 13 – ma potrebbero essercene di più – nell’hotel Splendid. Ma a molte ore dalla conclusione ufficiale dell’azione delle forze speciali, non è dato ancora conoscere con esattezza la nazionalità di morti, feriti, salvati, anche se la Francia ha già dichiarato che due vittime sono suoi cittadini. La Farnesina sta verificando e ha invitato gli italiani a “evitare ogni spostamento e rimanere nelle proprie abitazioni” a Ouagadougou. Altro rapimento. Nelle stesse ore nel nord del Burkina Faso, a Djibo, capoluogo della provincia settentrionale di Soum, è stata rapita una coppia di anziani volontari australiani – un medico e sua moglie – che vivevano e lavoravano lì dal 1972. Anche qui, la mano appare essere quella di Al Qaida: del network fondato da Osama bin Laden fa infatti parte il gruppo jihadista maliano Ansar Dine, che ha rivendicato il rapimento, compiuto, vi si afferma, da combattenti dell’ “Emirato del Sahara”.

L’attacco in Burkina Fasao ha tutte le caratteristiche di altri assalti a strutture simili rivendicati dall’Isis o da altre formazioni jihadiste, come quello recente a un hotel frequentato da stranieri a Bamako, capitale del vicino Mali, e probabilmente è solo uno dei tasselli dell’offensiva “esterna” dell’Isis, inaugurata a novembre con i sanguinosi attacchi di Parigi.

Il Burkina Faso condivide con  il Mali la partecipazione al cosiddetto gruppo G5 per il Sahel insieme a Mauritania, Ciad e Niger: una alleanza regionale contro le formazioni jihadiste (che non hanno confini). Questo gruppo di paesi prende parte all’operazione Barkhane, promossa dalla Francia ed erede dell’operazione antiterrorismo francese Serval, nel Mali, alla quale prendono parte dal 2014 circa 3.000 militari francesi, ma che, a differenza della precedente, si estende anche ai Paesi vicini, Burkina Faso compreso.

IN SIRIA. E’ salito a 300 il bilancio dei morti della giornata di attacchi da parte dell’Isis nella zona di Deir el Zour e di Al Bgheliyeh, nell’est della Siria. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato i fatti, anche se con cifre diverse: parla di un massacro di 135 persone, molte decapitate, tra le quali figurano 50 membri delle forze di sicurezza e 85 loro familiari. Secondo l’Osservatorio, anche 42 jihadisti sono morti; inoltre segnala il rapimento nella stessa zona da parte dei jihadisti di 400 civili, in prevalenza donne, bambini e anziani. Le vittime della violenza terrorista dell’Isis sono tutti musulmani sunniti.

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