TEMPI SUPPLEMENTARI/ Settebello Lazio e la Juventus conosce la prima sconfitta stagionale: bianconeri battuti dai biancocelesti che si candidano a terzo incomodo per lo scudetto. Il Napoli non sa più vincere, l’Atalanta ribalta il Verona e recupera terreno per la Champions

di FABIO CAMILLACCI/ La 15° giornata di Serie A con l’incrocio tra le prime quattro della classifica, rende questo campionato di gran lunga più combattuto e interessante. Prima sconfitta stagionale per la Juventus, battuta 3-1 all’Olimpico dall’inarrestabile Lazio che cala un magnifico settebello di vittorie consecutive mandando al tappeto anche i campioni d’Italia in carica. La Juve conferma i soliti difetti: difende male e spreca troppo sotto porta. Poco sarrismo e tanta confusione. Sorride l’Inter, che ora ha due lunghezze di vantaggio sulla squadra di Sarri; ma attenzione perchè i biancocelesti con la vittoria di oggi, consolidano il terzo posto e si portano a -3 da Madama e a -5 dalla capolista, entrando di diritto nella lotta scudetto. La strada che porta al tricolore è ancora lunghissima, al momento però con Inter e Juve, bisogna considerare anche la Lazio.

Lazio-Juve è stata comunque una gara decisa dagli episodi, come accade spesso nel calcio. Parte meglio la Juventus che va in gol con un ritrovato Cristiano Ronaldo dopo una splendida azione sull’asse Dybala-Bentancur-CR7. I bianconeri sfiorano il raddoppio e i padroni di casa pareggiano in chiusura di primo tempo: gran giocata di Luis Alberto, che mette sulla testa di Luis Felipe la palla dell’1-1. Nella ripresa, la Vecchia Signora si divora il 2-1 prima dell’episodio che decide la partita: espulsione di Cuadrado, decretata dal Var dopo che l’arbitro Fabbri aveva optato per il giallo in seguito al fallo da ultimo uomo del colombiano su Lazzari. Con la Juve ridotta in 10, altro colpo di genio di un devastante Luis Alberto, palla a Milinkovic che stoppa da campione e batte Szczesny. Lo stesso portiere polacco tiene in vita gli ospiti parando un rigore al capocannoniere Immobile (fallo dello stesso portiere su Correa). Poi, nel recupero in contropiede arriva il sigillo finale di Caicedo.

A parte il piatto forte Lazio-Juventus, in questo sabato 7 dicembre sono andati in scena altri due importanti anticipi: Udinese-Napoli 1-1 e Atalanta-Verona 3-2. Dunque, il Napoli non sa più vincere: i partenopei non centrano i tre punti dal 19 ottobre scorso (2-0 al San Paolo contro il Verona). Da allora, in 7 giornate di campionato, per la squadra di Ancelotti 5 pareggi e 2 sconfitte. Un ruolino di marcia da retrocessione che fotografa alla perfezione il momento nero degli azzurri campani.

Il match della Dacia Arena di Udine. Per il Napoli solo un piccolissimo passo in avanti sul piano della volontà e dell’impegno. Per il resto, Insigne e compagni si confermano in crisi nera. In Friuli, sblocca il match Lasagna nel primo tempo, pareggia Zielinski nella ripresa. Un punto che non serve a nessuno: ma mentre l’Udinese di Luca Gotti (confermato in panchina dopo l’esonero di Tudor) muove la classifica in chiave salvezza, i partenopei non accorciano sulla zona Champions che resta lontana. Al termine Carlo Ancelotti, sempre più nella bufera, dichiara: “Non ho pensato alle dimissioni. Il Napoli non è una polveriera. Oggi ho visto una reazione positiva, sono ottimista e guardo avanti, ma serve la scintilla. Insigne? Non ha fatto bene, come altri. Gattuso al mio posto? Con Rino ci sentiamo sempre al telefono”.

Atalanta-Verona 3-2. Il sogno dell’allievo Juric di frenare il mestro Gasperini, sfuma soltanto al 94′, cioè quando alla fine mancano circa due minuti: l’Hellas in quel momento è in dieci per l’espulsione di Dawidowicz e si sta difendendo in trincea. Scherzo del destino, sono tre difensori della Dea a trovare il varco giusto per il 3-2 che consente ai nerazzurri di restare agganciati al treno Champions. Decisivi in sequenza: Palomino, Toloi e Djimsiti. E dire che il bel Verona era passato per due volte in vantaggio con Di Carmine. L’albanese completa il ribaltone dopo le reti di Malinovskyi e di Muriel su rigore, rilanciando le azioni bergamasche nella corsa all’Europa che conta.

L’anticipo del venerdi

Il super incrocio tra le prime quattro si apre con uno 0-0 tra Inter e Roma al Meazza. Risultato giusto per quanto visto in campo: i nerazzurri frenano nella corsa scudetto in attesa di Lazio-Juventus, i giallorossi muovono la classifica Champions

Il super incrocio tra le prime quattro si apre con uno 0-0 tra Inter e Roma al Meazza. Risultato giusto per quanto visto in campo: i nerazzurri frenano nella corsa scudetto in attesa di Lazio-Juventus, i giallorossi muovono la classifica Champions

Si apre con un pareggio a reti bianche la due giorni super di anticipi della 15° giornata di campionato, che offre l’incrocio tra le prime quattro in classifica: in attesa di Lazio-Juventus di sabato sera, Inter-Roma finisce 0-0. Quasi un’anomalia visto lo stato di salute delle due squadre, la loro prolificità in attacco e i precedenti confronti tra nerazzurri e giallorossi, sempre ricchi di reti. Stavolta è finita con un “clean sheet” solo perchè i calciatori in campo non sono stati precisi nelle occasioni create. Il pari frena l’Inter, ora capolista con due punti di vantaggio sulla Juventus in attesa che la Vecchia Signora sfidi la Lazio all’Olimpico. L’Inter dunque frena, mentre alla Roma il punto serve a muovere la classifica nella corsa alla Champions League.

La Roma di Fonseca stoppa la LuLa. La compagine di Antonio Conte fino a oggi aveva sempre segnato: alla partita stagionale numero 20 trova un muro, Lautaro e Lukaku sbattono su Mancini e Smalling. Poi ci pensa il bravissimo Mirante ad abbassare la saracinesca. Mirante secondo portiere schierato titolare al posto dell’infortunato Pau Lopez. Complimenti alla sua grande professionalità: si fa sempre trovare pronto anche se gioca poco. Ma se Mirante non ha fatto rimpiangere Pau Lopez, i giallorossi hanno pagato molto un Edin Dzeko a mezzo servizio. Debilitato dall’influenza, l’attaccante bosniaco è entrato solo a ripresa inoltrata. E’ il primo 0-0 in stagione per i nerazzurri, che arrivavano da 5 vittorie di fila in Serie A. La Roma invece si conferma tosta, “stradarola”, “testaccina”. Ma soprattutto, quella di Fonseca si conferma una squadra, un gruppo forte e unito.

Il parterre de roi e le emozioni del Meazza. In prima fila a San Siro, ad altezza panchine, c’è Francesco Totti: uno spettatore molto speciale. Fa freddo, il ghiaccio lo rompe l’Inter, che non sfrutta il primo di una serie di errori giallorossi in uscita nei primi 45 minuti. Al 7’ l’omaggio lo confeziona Veretout: palla a Lukaku che entra in area e cerca il sinistro a giro ma Mirante è superlativo. La Roma si vede al 9’ con Perotti e poi con Zaniolo in versione “falso nueve” in assenza di Dzeko. L’ex nerazzurro comincia bene e fa la voce grossa davanti alla difesa interista; dalle sue parti ci sono due mastini come De Vrij e Godin.

Roma sfortunata. Nel suo momento migliore, ennesima tegola sulla Roma che al 16’ perde per infortunio Santon: dentro Spinazzola. I giallorossi nei primi 25’ hanno sempre il controllo e fanno tanto palleggio senza che l’Inter riesca a ripartire con decisione. I nerazzurri però vanno più vicini al gol, mentre Handanovic è praticamente inoperoso per tutti e 90 i minuti. Il copione cambia nella ripresa con più Inter che Roma ma alla fine, il pareggio è giusto. Ora i nerazzurri possono concentrarsi sul martedi di Champions: a San Siro arriva il Barcellona. A Lukaku e compagni, contro i blaugrana, servirà una vittoria per accedere agli ottavi di finale. Pertanto, il LuLa Park dovrà essere riaperto.

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