Al giro di boa, la domanda è la seguente: è veramente l’anno del Napoli? Strameritato per la squadra di Sarri il primo posto in classifica al termine del girone d’andata. A parte qualche difficoltà incontrata a inizio stagione, la compagine partenopea è stata la più continua e quella che, insieme alla Fiorentina, ha espresso il miglior calcio. Primo attacco del torneo (38 reti) grazie anche al super capocannoniere Higuain (oggi nel 5-1 di Frosinone, spicca un’altra doppietta del “Pipita”): 18 sigilli in 19 partite, semplicemente straordinario. Terza difesa con 15 gol al passivo, alle spalle dell’Inter che ne ha subite appena 12 e della Juve che ne ha prese 14 (nella foto: Maradona e De Laurentiis).
Napoli sogna lo scudetto: è l’anno buono? I precedenti fanno ben sperare. Trenta dicembre 1989, ultima giornata del girone d’andata: Napoli punti 25, Inter punti 23. Dieci gennaio 2016, ultima giornata del girone d’andata: Napoli punti 41, Inter punti 39. Sono passati 26 anni e 11 giorni (9520 giorni per la precisione) e il Napoli torna a chiudere la prima parte della stagione davanti a tutti. Il giro di boa fu salutato con il ko esterno contro la Lazio, oggi con il roboante successo in casa del Frosinone. Quello era il Napoli di Maradona che si apprestava a vincere il suo 2° titolo, questo è il Napoli di Higuain: paragoni a parte (impossibili), due fenomeni argentini. E ancora: nell’anno del primo scudetto napoletano (1986/87) c’era un tecnico, Ottavio Bianchi, che amava andare in panchina in tuta. Proprio come Mauizio Sarri. Inoltre, per la quarta volta nella sua storia, il “Ciuccio” chiude l’andata davanti a tutti: nella stagione 1986/87 girò davanti all’Inter (22 punti per gli azzurri, 20 per i nerazzurri), in quella successiva davanti al Milan (Napoli 25 punti, Milan 22), nel 1989/90 ancora davanti all’Inter, come detto. La storia dice che due volte su tre fu scudetto azzurro: entrambe dopo il giro di boa in vantaggio sui nerazzurri.
Titolo d’inverno, statisticamente vale mezzo scudetto. Negli 81 tornei di Serie A a girone unico per ben 56 volte, cioè nel 69% dei casi, chi è arrivato primo a metà strada ha poi festeggiato alla fine. Nell’epoca dei tre punti (cioè dalla stagione 1994/1995) la percentuale è ancora più schacciante: nel 78,9% dei casi, 15 volte su 19, chi chiude in testa in inverno lo fa pure in primavera. E, in ultima analisi, da “Calciopoli” in poi, lo Scudetto d’inverno e lo Scudetto Tricolore hanno sempre avuto lo stesso padrone. Ovviamente, i tifosi partenopei sono autorizzati a fare tutti gli scongiuri del caso. Ma, adesso non possono più nascondersi. Il Napoli è pronto per lo scudetto.
A Genova, la Vecchia Signora suona la 9° sinfonia. Incredibile Juventus: da -11 a -2 dalla vetta in 74 giorni grazie a 9° vittorie di fila. In poco tempo Allegri è stato bravissimo a raddrizzare la baracca senza brillare nel gioco, ma, cementando il gruppo e puntando sul pragmatismo: difesa rocciosa, centrocampo robusto e tecnico, Dybala titolare inamovibile. Stasera a Marassi contro una bella Sampdoria è arrivato un altro successo sofferto: un 2-1 difeso con le unghie e con i denti fino all’ultimo secondo del recupero. Una grande squadra è grande soprattutto quando è capace di trasformarsi in una provinciale pur di portare a casa i tre punti. C’è poco da fare, il rango è rango e Madama ne ha da vendere.
L’Inter cade sul più bello, favola Sassuolo. Dopo aver condotto in testa quasi tutto il girone d’andata, i nerazzurri cedono il titolo d’inverno al Napoli perdendo in casa col Sassuolo e, ironia della sorte, giocando meglio che in altre occasioni. Decisivo un rigore (netto) trasformato da Berardi al 95′. Stavolta la “Dea Bendata” ha voltato le spalle a Mancini. Prosegue invece la favola del Sassuolo: gli emiliani, che devono ancora recuperare la sfida interna col Torino, con la vittoria del Meazza sono sesti a 3 punti dalla Roma 5° in classifica e hanno 2 punti più del Milan.
Crisi Roma: Garcia, game over? Il “game over” giallorosso stavolta vale sia per la lotta scudetto che per l’allenatore. Finalmente, anche il presidente James Pallotta pare aver capito che è giunto il momento (sempre troppo tardi però) di voltare pagina cacciando un tecnico da tempo “sfiduciato”, “commissariato” e “depotenziato”. Un tecnico che da tempo non ha più in mano lo spogliatoio. Il non gioco visto sabato sera all’Olimpico contro il Milan (dal canto suo il tecnico rossonero Mihajlovic respira ma rimane precario), è la goccia che fa traboccare un vaso già colmo. Confusione tecnico-tattica a parte, la realtà ci dice che la Roma è sulle gambe a metà stagione. Una squadra fisicamente a pezzi. Vertice negli Stati Uniti per i vertici romanisti: tutti responsabili di questa situazione tanto quanto Garcia. Il direttore generale Baldissoni ha raggiunto il patron a Miami. Secondo i soliti ben informati, Garcia sta per essere esonerato. In pole: Luciano Spalletti. Si fanno anche i nomi di Mazzarri, Bielsa e del ct del Cile Sampaoli. Però, visto che il sogno di Pallotta è affidare la Roma ad Antonio Conte al termine degli Europei, è più probabile un’ipotesi “traghettatore”: ad esempio, Francesco Rocca allenatore con Marcello Lippi direttore tecnico.
Pazza Lazio. Più che singolare l’andamento in campionato della squadra biancoceleste: pareggia in casa contro la Samp e la settimana dopo va a vincere a San Siro contro l’Inter; pareggia all’Olimpico col Carpi e poi espugna il Franchi battendo nettamente la Fiorentina. Alti e bassi per i ragazzi di Pioli che evidentemente come i cugini romanisti soffrono il clima ostile che vivono quando giocano tra le mura amiche, ultimamente meno amiche di sempre.
L’Empoli dei miracoli. Alle spalle del Sassuolo, in settima posizione, c’è il sorprendente Empoli di Giampaolo capace di andare a vincere anche in casa del Torino. A fine partita, forte contestazione dei tifosi granata contro il gruppo di Ventura. Boccata d’ossigeno per il Palermo in casa del fanalino di coda Verona. Le follie di Zamparini hanno comunque compromesso qualsiasi progetto tecnico: oggi il tecnico Ballardini (cacciato e richiamato nel giro di poche ore dopo il rifiuto di Iachini) è parso distaccato e privo di emozioni. Il capitano rosanero al termine del match ha dichiarato: “Abbiamo vinto senza allenatore”. Triste primato invece per l’Hellas: chiude l’andata all’ultimo posto con 8 punti e, quel che è più grave, senza aver mai assaporato la gioia della vittoria. Il modesto Carpi muove ancora la classifica battendo l’Udinese e accorciando sul Frosinone terz’ultimo. Tre punti pesanti in chiave salvezza per il Genoa che passa sul difficile campo dell’Atalanta. Montagne russe Bologna: dopo il colpaccio in casa del Milan, la sconfitta interna col Chievo. Adesso godiamoci Milan-Carpi, primo quarto di finale di Coppa Italia, poi tutti concentrati sull’inizio del girone di ritorno, nella 20° giornata spiccano: Atalanta-Inter, Napoli-Sassuolo, Milan-Fiorentina e Udinese-Juventus. Prepariamoci a emozioni forti: parte il conto alla rovescia e in un campionato “Ciapa no”, equilibrato e incerto come questo, tutto può succedere.
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