TEMPI SUPPLEMENTARI/ Scudetto: sofferto botta e risposta tra Juve e Napoli. Triangolare Champions in versione “Ciapà no”: ride solo la Lazio. Giochi riaperti in coda

di FABIO CAMILLACCI/ A sette giornate dal termine del campionato tutto come prima in vetta. I tre schiaffi rimediati in Champions contro il Real Madrid hanno evidentemente stordito la Vecchia Signora, irriconoscibile a Benevento nell’anticipo del sabato. Alla fine è proprio Dybala, protagonista in negativo contro le “Merengues”, a togliere le castagne dal fuoco ai bianconeri. Tripletta per l’argentino e l’incubo di una sorta di “Corea” in casa del fanalino di coda sannita svanisce: 4-2 Juventus e tanta sofferenza per Madama, stanca e delusa ancora una volta dalla Coppa Campioni. C’è però sempre un match di ritorno da giocare al Bernabeu per la squadra di Allegri, nonostante lo 0-3 di Torino con gol del secolo firmato Cristiano Ronaldo. Il Napoli invece è stanco pur essendo fuori da tutte le Coppe e da tempo. Gli azzurri infatti hanno faticato più del previsto per piegare il Chievo di domenica dopo che la Juve era momentaneamente volata a +7. Al San Paolo partenopei brutti, spreconi (Mertens getta alle ortiche un rigore a inizio ripresa) e vincenti solo grazie a un colpo di coda dopo il vantaggio clivense. Tra l’89’ e il 94′ Milik e Diawara (foto) confezionano il 2-1 che consente al Napoli di tornare a -4 dalla capolista e continuare a sperare nel tricolore: una vittoria all’ultimo respiro che è pure un bel segnale dal punto di vista della cabala. Se vinci partite come questa vuol dire che è l’anno buono per vincere lo scudetto. Insomma, con 21 punti in palio può ancora succedere di tutto e il Napoli fa bene a credere nel titolo visto che la Juventus è in calo e che c’è ancora uno scontro diretto da giocare. Sarà testa a testa fino alla fine: iniziano le ultime curve, inizia il rush finale, inizia la fase calda del torneo, quella in cui escono fuori i veri valori e quella in cui molte squadre danno tutto per centrare gli obiettivi, tra parte alta e parte bassa della classifica.

Triangolare “Champions” in versione “Ciapà no”. La corsa che vale l’accesso alla prossima edizione della Coppa Campioni continua a sembrare una partita a “Traversone” (gioco di carte), al Nord Italia chiamato appunto “Ciapà no” perchè si vince perdendo punti; anche se nel calcio non è proprio così. Però ogni domenica le contendenti fanno a gara a chi perde più occasioni. In questa 31° giornata ad esempio sono cadute Roma e Inter e la Lazio vincendo a Udine ne ha approfittato per scavalcare i nerazzurri e agganciare i giallorossi. Adesso Roma e Lazio 60 punti, Inter 59. Grande equilibrio. Sabato di campionato amaro per la Roma forse ancora sotto-shock per l’immeritato 1-4 subito a Barcellona nell’andata dei quarti di finale di Champions League. Di Francesco sbaglia tutto, gli interpreti in campo lo tradiscono e la Fiorentina all’Olimpico centra la 6° vittoria di fila sempre nel ricordo e nel segno di Davide Astori. Viola sempre più in lotta per l’Europa League, per la Roma invece l’ennesima sconfitta interna a dimostrazione dei limiti tecnico-tattici di una squadra che non ha un gioco, subisce troppo in difesa e spreca altrettanto in attacco. Giocatori a volte senz’anima, spenti, irritanti. Martedi il ritorno col Barça all’Olimpico, domenica prossima poi ci sarà il derby con la Lazio. Tempi duri per i “Lupi”, tempi che rischiano di tornare cupi se non si inverte presto la rotta.

Stop Inter a Torino. Immobile e Luis Alberto mettono le ali ai biancocelesti. L’anticipo dell’ora di pranzo va di traverso ai nerazzurri di Luciano Spalletti battuti 1-0 dal Toro di Mazzarri, ex col dente avvelenato. Match deciso dalla rete di un altro ex: Adem Ljajić che però non esulta. Gran brutta tendenza questa ormai: una tendenza irritante. Basta falsità, basta comportamenti da ipocriti; un giocatore quando segna deve esultare e impazzire di gioia invece di alzare le braccia e chiedere scusa. Ennesima stortura di questo brutto calcio moderno fatto di primedonne, tatuaggi, orecchini, acconciature shock, social, Var e altro. I granata con questi 3 punti si rilanciano pure nella corsa all’Europa, mentre Icardi rimane ancora una volta a secco e Ciro Immobile allunga in classifica marcatori. L’attaccante della Lazio infatti va a segno in casa Udinese pareggiando il gol di Lasagna e portandosi a +3 su Maurito: 27 reti a 24. Avanza Dybala, ora terzo a 21. Ma il ribaltone laziale lo completa un altro protagonista dell’ottima compagine di Simone Inzaghi: lo spagnolo Luis Alberto, autentico valore aggiunto come Milinkovic-Savic. Questa Lazio può andare molto lontano tra campionato ed Europa League. L’Udinese rimane invece in caduta libera: 8° sconfitta consecutiva e adesso per i bianconeri friulani solo +6 sul terz’ultimo posto che porta in B.

Stecca il Milan. Sempre più infiammata la lotta per non retrocedere.  I rossoneri di un Gattuso fresco di rinnovo di contratto non vanno oltre l’1-1 al Meazza contro il Sassuolo nel posticipo e non approfittano delle sconfitte di Inter e Roma per accorciare sulla zona Champions ora lontana 8 punti. Il Milan, che appare in calo psico-fisico, resta 6° a quota 52. Segue un bel gruppetto: Fiorentina 50, Atalanta e Sampdoria 48, Torino 45. A San Siro vantaggio neroverde col solito ottimo Politano, pareggio di Kalinic che non segnava da inizio dicembre in casa del Benevento. Punto salvezza per gli emiliani: un altro bel punto dopo quello strappato al Napoli per i ragazzi di Iachini tornati tonici nelle ultime giornate. Restando alla lotta per non retrocedere. Pesantissime le vittorie dell’Hellas Verona al Bentegodi contro il Cagliari e del Crotone allo Scida col Bologna. Un punto per la Spal che fa 1-1 con l’Atalanta di sabato. Mentre il punto ottenuto nel derby con la Samp consente al Genoa di restare in una zona tranquilla con 35 punti. Questa pertanto la situazione aggiornata a 7 turni dal termine per quanto riguarda tutte le squadre ancora coinvolte: Udinese 33 punti, Sassuolo 30, Chievo e Cagliari 29, Spal e Crotone 27, Verona 25, Benevento 13. Tranne il Benevento già retrocesso da tempo, è tutto in gioco. Ci sono speranze e paure per tutti.

 

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