TEMPI SUPPLEMENTARI/ Una pazza Inter ribalta la Lazio e vola in Champions. Il Crotone retrocede in B con Verona e Benevento. Juventus, festa scudetto e lacrime per Buffon

di FABIO CAMILLACCI/ Il campionato emette gli ultimi verdetti pesanti, chiude i battenti e da appuntamento al prossimo mese di agosto per la stagione 2018-19. Alla fine, la quarta squadra ad andare in Champions League con Juventus, Napoli e Roma è l’Inter, che all’Olimpico in una partita da fuochi d’artificio batte 3-2 la Lazio in una sorta di preliminare di Coppa Campioni. Solo Europa League per i biancocelesti come Milan e Atalanta. I bergamaschi partiranno dai preliminari di luglio. Ritorna in B il Crotone che si accoda a Benevento e Verona. Nell’anticipo del sabato, festa scudetto per la Juventus all’Allianz Stadium contro l’Hellas e lacrime per l’addio di Buffon. Poi pullman celebrativi per la città con tanto di incidente e 6 feriti da codice rosso. Una sorta di bis di Piazza San Carlo. Qualcuno malignamente dice che gli juventini non sanno festeggiare tanto hanno la pancia piena: almeno in Italia. Tornando al calcio giocato, la Roma, 2° miglior difesa del campionato dopo la Juventus campione d’Italia, vince 1-0 a Reggio Emilia contro il Sassuolo e chiude al terzo posto a +5 da Inter e Lazio.

Pazza Inter. A Roma per il match-clou della 38° e ultima giornata, i nerazzurri di Spalletti nell’ultimo quarto d’ora di una gara pazzesca, ribaltano una Lazio che fin lì aveva strameritato il vantaggio, e con un clamoroso 3-2 si guadagnano il ritorno in quella Champions che sulla sponda interista del Naviglio mancava dal 2012. Per la Lazio invece decimo anno senza Coppa Campioni. La partita. Maurito Icardi dopo due errori sottoporta è glaciale dal dischetto al 72′: l’argentino trasforma il rigore procurato proprio dal futuro interista De Vrij (in lacrime a fine gara per il flop di stasera). L’attaccante argentino così riapre i giochi e aggancia il laziale-napoletano Immobile in vetta alla classifica cannonieri con 29 reti. L’apoteosi nerazzurra invece porta la firma di Vecino, al terzo gol stagionale, arrivati tutti contro la due squadre romane: 2 alla Roma (una all’Olimpico come stasera) e appunto una alla Lazio. Nel primo tempo c’erano stati: il “gollonzo” di Marusic favorito da una deviazione di Perisic e il pareggio di D’Ambrosio. Grande Inter ma onore alla Lazio (miglior attacco della Serie A con 89 gol), crollata sul traguardo anche per colpa dell’espulsione di Lulic arrivata quando le squadre erano sul 2-2. Lazio come il maratoneta Dorando Pietri alle Olimpiadi di Londra del 1908: è giunta stremata al traguardo. Inoltre, anche se stasera la squadra di Simone Inzaghi è stata solo punita dagli episodi, va detto che certi blackout si verificano spesso in casa biancoceleste : vedi Salisburgo. Un punto su cui “Inzaghino” dovrà lavorare.

Corsa all’Europa League. Vola il Milan, cade l’Atalanta. I rossoneri al Meazza dopo essere passati in svantaggio, asfaltano la Fiorentina per 5-1, mentre gli orobici escono sconfitti dalla Sardegna Arena di Cagliari e chiudono al 7° posto alle spalle del “Diavolo”. Già fuori dai giochi da tempo, il Torino di Mazzarri chiude in bellezza vincendo 2-1 in casa del Genoa e agganciando la Sampdoria al 9° posto. Blucerchiati battuti 3-1 a Ferrara dalla Spal.

Il Crotone ritorna in B con Hellas Verona e Benevento. Come previsto la settimana scorsa, nonostante il bel finale di campionato, è quella calabrese la terza squadra a scendere tra i cadetti. Sarebbe servito un miracolo sportivo per la salvezza. Peraltro alla luce degli altri risultati, il Crotone sarebbe finito in B anche se avesse vinto al San Paolo contro il Napoli (2-1 per i partenopei che chiudono con amarezza a -4  dalla Juventus). Tutte vincenti infatti le dirette contendenti: Chievo (1-0 al Bentegodi col Benevento), Cagliari (1-0 all’Atalanta), Udinese (1-0 al Bologna in Friuli), e Spal (3-1 alla Samp). Si chiude così un campionato bello, combattuto, ricco di colpi di scena e incerto fino alla fine. Un aspetto su tutti ha caratterizzato la parte finale della stagione: tranne qualche rara eccezione, tutte le squadre si sono impegnate al massimo fino all’ultimo garantendo la regolarità del torneo. Nello sport dovrebbe essere la norma, ma in passato al rush finale tenevano banco “regali” e “combine” sul campo.

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