TEMPI SUPPLEMENTARI/ Juventus, mai così tanti punti. L’Inter imita il Napoli e tiene il passo della capolista con un pokerissimo. Roma: polemiche e contestazioni a Firenze

di FABIO CAMILLACCI/ La Juventus continua a vincere, ma, Napoli e Inter non mollano e restano in scia della capolista a -6. Dopo il pokerissimo dei partenopei contro l’Empoli nell’anticipo del venerdi, anche l’Inter di sabato al Meazza rifila 5 reti al Genoa. Segnali e numeri sempre più confortanti per la squadra nerazzurra: tra il “Monday Night” contro la Lazio all’Olimpico e l’anticipo di oggi contro i grifoni liguri, 8 gol fatti e nessuno subito. E ancora: 7° vittoria consecutiva, miglior difesa del torneo e tanti calciatori rigenerati da Luciano Spalletti. Tra questi Joao Mario, autore del quarto gol. Senza dimenticare la doppietta di un ritrovato Gagliardini e i sigilli di Politano e Nainggolan. L’Inter è migliorata e di gran lunga sul piano della mentalità e della personalità. Una squadra matura capace di dimenticare in fretta il 3-0 con cui ha sbancato Roma, sponda biancoceleste; una squadra che ha fame. Al Genoa invece sembra aver fatto proprio male il cambio in panchina con Juric al posto di Ballardini.

Juventus: un record dopo l’altro. All’Allianz Stadium contro il Cagliari finisce 3-1 per i bianconeri: apre Dybala, chiude Cuadrado. È record di punti, cioè si tratta della miglior partenza di sempre in Serie A. Come a Empoli, però, la Vecchia Signora soffre anche per piegare i sardi capaci di pareggiare con Joao Pedro prima della beffarda autorete di Bradaric, il vice-Modric della Nazionale croata. Lo Stadium osanna Ronaldo, si spella le mani per l’avvio folgorante di Dybala, prima di soffrire perché Madama la chiude solo all’ultimo. Questa Juve in poche parole continua a non entusiasmare ma vince e conserva un cospicuo vantaggio sulle inseguitrici; oltre a segnare il record della miglior partenza in A, finora detenuto dalla Juve di Capello 2005-06 (nella foto LaPresse-Gazzetta.it in home page: i giocatori juventini festeggiano).

Roma contestata a Firenze. Dopo il deludente 1-1 contro la Fiorentina, i giallorossi sono ripartiti intorno alle 22 dal capoluogo toscano, ma, prima di salire sul treno alla stazione Campo di Marte, la squadra è stata contestata con cori e insulti da circa 100 dei 2500 tifosi romanisti che erano presenti sugli spalti dello stadio Artemio Franchi e dove avevano sostenuto la squadra fino all’ultimo secondo di gioco. Tra i più bersagliati: il presidente Pallotta (comunque non presente) e i calciatori, definiti “mercenari”. Sul treno, dove gli ultras e la Roma hanno viaggiato insieme, la situazione è stata tranquilla. Sul campo comunque non si è vista una brutta Roma, anzi la compagine di Di Francesco ha fatto la partita col 62% di possesso palla. Tante occasioni da gol fallite e un vecchio problema torna a galla: la sterilità dell’attacco giallorosso dove il capocannoniere è El Shaarawy con 3 gol. E Dzeko che fine ha fatto? E poi il problema più grave: un ruolino di marcia (16 punti in 11 giornate) che non è certo degno di una squadra che punta alla zona Champions, attualmente lontana 3 punti; domenica Lazio e Milan possono allungare.

Polemiche per l’arbitraggio di Banti. Non è una giustificazione ma rimane il fatto che i giallorossi sono stati ancora una volta penalizzati dagli arbitri e la lista si allunga dopo i torti subiti nelle 3 gare precedenti. Non a caso il d.s. giallorosso Monchi a fine partita ha chiesto più rispetto per il suo club. Inesistente infatti il rigore trasformato da Veretout e concesso da Banti, con la complicità di Orsato alla ormai defunta Var, per un inesistente fallo di Olsen su Simeone lanciato a rete da uno sciagurato retropassaggio di Under. Banti indica il dischetto, poi attende il silent-check ma non va a rivedere le immagini, si fida di Orsato che vede male o finge di non vedere che il “Cholito” non viene toccato dal portiere svedese e si butta platealmente. Ribadiamo un concetto espresso nei giorni scorsi: la Var così come viene utilizzata quest’anno non serve a niente. Si è ridato pieno potere all’arbitro e alla sua discrezionalità, una discrezionalità che partorisce due pesi, due misure. Per fortuna della Roma e di Di Francesco, Florenzi rimette in carreggiata i giallorossi a una manciata di minuti dal 90′. In sintesi, la Viola resta imbattuta in casa ma in generale non vince da oltre un mese. La Roma invece inanella il secondo 1-1 di fila esterno e saluta con piacere l’esordio in A da titolare di un potenziale predestinato: Nicolò Zaniolo, centrocampista 19enne, prodotto del vivaio della Fiorentina. Quasi un segno del destino la sua buona prestazione da titolare proprio in quel di Firenze.

L’anticipo del venerdi

Campionato: l’anticipo del venerdi rilancia il Napoli, “manita” all’Empoli. Storica tripletta di Mertens che scavalca il mito Careca

di FABIO CAMILLACCI/ Calcio senza sosta, campionato senza tregua, è sempre Serie A: colpa ,o merito, fate voi, dello spezzatino voluto dalle tv a pagamento. Un autentico dedalo dove gli stessi addetti ai lavori fanno fatica a orientarsi. Lunedi 29 ottobre è andata in scena Lazio-Inter, “Monday Night” della 10° giornata; mercoledi 31 ottobre è stata recuperata Milan-Genoa, gara valida per il primo turno di Ferragosto ma rinviata per la tragedia del Ponte Morandi; stasera, invece, riflettori puntati sul San Paolo per Napoli-Empoli, anticipo del venerdi dell’11° tappa stagionale. Dopo il pareggio interno contro la Roma, agguantato soltanto al 90′, il “Ciuccio” torna a correre.

Napoli-Empoli 5-1. In vista della delicata e forse decisiva sfida di Champions di martedi contro il Paris Saint Germain a Fuorigrotta, consueto ampio turn-over di Ancelotti che cambia formazione per l’ennesima volta per gestire le forze. Il prodotto non cambia: tutto facile per i partenopei contro la squadra toscana di Andreazzoli, brava nel palleggio ma arrendevole fin da subito. Dopo soli 9 minuti, azzurri in vantaggio col solito Insigne: travolgente ripartenza di Koulibaly, palla all’attaccante napoletano che si trasforma in “Lorenzo il Magnifico” e con un colpo da biliardo batte il portiere Provedel. Per il piccolo grande fantasista che Ancelotti ha trasformato in un bomber, è il 7° sigillo in questo campionato. A proposito di bomber, è altrettanto bello il raddoppio firmato Mertens al 38′: il belga sfodera un diagonale diabolico dal limite dell’area. Nella ripresa, al 58′, acuto dell’Empoli con Ciccio Caputo che dopo aver segnato alla Juve (oggi 5° centro in stagione per lui), fa male anche al Napoli. Il 31enne attaccante di Altamura, scatta sul filo del fuorigioco e con un perfetto diagonale trafigge Karnezis. Passano 6 minuti e i padroni di casa ristabiliscono le distanze grazie allo spettacolare 3-1 di Mertens: doppietta per il belga che con 74 reti in A con la maglia del Napoli, entra nella storia scavalcando il grande Careca, il quale, ai tempi di Maradona, fu protagonista del secondo scudetto e del trionfo in Coppa Uefa. Insomma, superata una leggenda azzurra, niente male per Dries, piccolo folletto belga. E Mertens ispira anche il poker di Milik al 90′. Tocco di prima dello scatenato nazionale del Belgio e botta del polacco entrato all’83’ al posto di Zielinski. Il pokerissimo, tanto per cambiare, è di Mertens in serata di grazia: un altro contropiede, Insigne serve il belga che batte Provedel in uscita portandosi a quota 7 gol in classifica marcatori. Come CR7 e Insigne. E così, per una notte, il Napoli stacca l’Inter, si piazza in solitaria al secondo posto e si porta a -3 dalla Juventus capolista. Tutto questo, in attesa di Inter-Genoa e Juventus-Cagliari, anticipi del sabato con Fiorentina-Roma.

Il recupero della prima di Serie A

Milan-Genoa ha completato quadro e classifica. Il punto sul campionato dopo le prime 10 giornate. Rossoneri in zona Champions

di FABIO CAMILLACCI/ Finalmente, dopo 10 giornate, la classifica della Serie A è definitiva e consente alcune riflessioni a quasi un terzo del cammino. Il recupero di Milan-Genoa, gara valida per il primo turno e saltata a metà agosto per la tragedia del Ponte Morandi, consolida la panchina di Gennaro Gattuso. I rossoneri, 2-1 ai rossoblu, adesso sono in piena zona Champions: quarto posto a 18 punti insieme alla Lazio. Ma “Ringhio” continua a vivere da separato in casa col direttore sportivo Leonardo, e al primo stop del “Diavolo”, la sua panchina tornerà a scricchiolare. Gattuso comunque per ora merita solo applausi perché sta facendo il massimo col materiale umano che ha a disposizione. La squadra non brilla sul piano del gioco, però su quello della grinta e della volontà sa farsi apprezzare. E i risultati si vedono: in tal senso, non è un caso che il gol vittoria di Romagnoli contro il Genoa sia arrivato al 90′.

Juve padrona, poi le altre. La Vecchia Signora di CR7 vola: 9 vittorie e un pari (l’1-1 interno col Genoa) in queste prime 10 giornate. Da capire ancora se alle spalle di Madama, Napoli e Inter si giocheranno soltanto lo “scudettino” del secondo posto o potranno realmente contendere il titolo ai bianconeri. I partenopei di Ancelotti in questo avvio di stagione hanno all’attivo 7 successi, 2 sconfitte e un pari. Stesso ruolino di marcia per i nerazzurri di Spalletti, miglior difesa con 6 gol subiti. Il miglior attacco è invece quello della Juventus: 21 reti fatte. Seguono Milan (20) e Napoli (19). Una cosa si evince: Ancelotti e Spalletti hanno grandi meriti. In casa Lazio invece Simone Inzaghi non riesce a far vincere i suoi contro le grandi: finora solo sconfitte e pareggi per i biancocelesti nelle sfide alle big. Lo 0-3 di lunedi contro l’Inter è solo l’ultimo episodio di una lunga lista. Mentre, sulla sponda giallorossa del Tevere si vive una crisi d’identità: è quella della Roma di Di Francesco, a quota 15 punti con Fiorentina, Sampdoria e il sorprendente Sassuolo. Una Roma costruita malissimo sul mercato dal d.s. Monchi che ha smantellato un grande centrocampo cedendo Nainggolan e Strootman, senza preoccuparsi di ricostruirlo. E così oggi i giallorossi sono corti proprio in mediana: troppi trequartisti in rosa e due soli interditori. Il 35enne De Rossi e il francese Nzonzi. Senza dimenticare che non tutti i difensori centrali a disposizione di Di Francesco sono all’altezza. Sarà dura per questa Roma centrare il quarto posto.

Il resto del campionato e il “pensionamento” della Var. Nel limbo Torino e Genoa. In casa dei grifoni liguri rimane inspiegabile l’esonero di Ballardini per il ritorno di Juric, il quale ha raccolto solo 2 punti in 3 partite. Al momento fuori dalla lotta per non retrocedere: Cagliari, Atalanta, Parma e Spal. Zona pericolosa per Bologna e Udinese a quota 9. Terzultimo è l’Empoli che gioca bene ma non fa punti, appena 6. In crescita le azioni del Frosinone ora a 5, sprofonda il Chievo di “Ace” Ventura fermo da tempo a -1 causa penalizzazione per lo scandalo plusvalenze fittizie. L’ultima considerazione riguarda la famosa “Moviola in campo”: a inizio stagione avevamo anticipato che quest’anno sarebbe stata ridimensionata, ma non pensavamo fino a questo punto. Ormai non viene più utilizzata per correggere l’arbitro come nel caso di Napoli-Roma: clamoroso il rigore non concesso ai giallorossi per doppio fallo su Dzeko. Un doppio fallo pilatescamente trasformato in un’ammonizione per il bosniaco dal direttore di gara. Assurdo usare la Var per annullare un gol per fuorigioco millimetrico e non usarla in casi del genere. E finora di episodi come quello di Napoli ce ne sono stati tanti. L’arbitro dunque è tornato a essere potente come prima e a indirizzare le partite con la sua discrezionalità. Italia, paese del Gattopardo.

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