TEMPI SUPPLEMENTARI/ Frosinone: la solita Roma da manicomio vince all’ultimo respiro. Dzeko consente ai giallorossi di tenere il passo del Diavolo. Un grande Toro ridimensiona la Dea e sogna l’Europa

di FABIO CAMILLACCI/ Anticipi del sabato caratterizzati dalla corsa all’Europa per la 25° giornata di Serie A. Nel pomeriggio il Torino infligge un’altra dura botta al sogno Champions dell’Atalanta e aggancia i nerazzurri al 7° posto. In serata invece la solita Roma mentalmente instabile, soffre più del previsto sul campo del Frosinone penultimo in classifica e riesce solo all’ultimo respiro a tornare a casa con 3 punti pesanti per consolidare la 5° posizione e restare in scia del Milan. Cominciamo proprio dalla sfida del “Benito Stirpe” in terra di Ciociaria: 3-2 per i giallorossi con reti di Ciano, Pellegrini, Pinamonti e doppietta di Dzeko. Insomma, come contro il Bologna, l’unica bella notizia in casa romanista è la vittoria: immeritata come quella con i felsinei. Tra le brutte notizie, al di là dell’assenza di gioco e di idee (ormai una costante per la compagine dell’inadeguato Di Francesco), c’è l’infortunio di Manolas che per una distorsione alla caviglia esce in barella tra le lacrime. Tegola pesantissima in vista del derby con la Lazio e soprattutto in vista del ritorno degli ottavi di finale di Champions League in casa del Porto. Soprattutto perchè il greco al momento è l’unico centrale difensivo valido in rosa, visto che la società a gennaio ha preferito non fare mercato. Fazio e Marcano sono statici come l’obelisco di Axum e Juan Jesus è reduce da un infortunio al ginocchio. La Roma in difesa fa acqua: è tra le peggiori del torneo con ben 33 reti subite. Il tanto decantato direttore sportivo Monchi pertanto ha fallito su tutta la linea e si vocifera che in estate potrebbe passare all’Arsenal. Non sarebbe certo una brutta notizia per la Roma, anzi.

Montagne russe giallorosse. Sembrava un’altra occasione persa, l’ennesimo passo falso subito in rimonta contro una squadra mediocre. E invece al quinto minuto di recupero ci ha pensato Edin Dzeko a salvare la Lupa dandole un successso fondamentale nella corsa al quarto posto. Lo stesso attaccante bosniaco nel primo tempo aveva suonato la carica pareggiando il gol di Ciano, più che un gol un “gollonzo” in stile “Mai dire gol”: bambola totale dei calciatori romanisti e paperona del modesto portiere svedese Olsen. Imbarazzante anche il 2-2 subito da De Rossi e compagni: è assurdo prendere gol in contropiede quando sei in vantaggio 2-1. Ormai è un dato di fatto: questa Roma non sa gestire il risultato. Una squadra sempre più senza identità e personalità: specchio dell’allenatore abruzzese. Grande rammarico quindi per il Frosinone, per un pareggio che sembrava cosa fatta e che svanisce per un’ingenuità difensiva nel finale. Di Francesco aveva chiesto ai suoi un approccio alla gara diverso dal primo tempo giocato lunedi all’Olimpico contro il Bologna. Evidentemente, non lo seguono, non lo sentono oppure il tecnico non riesce a farsi seguire, perchè la Roma finisce con il ricalcare le stesse tracce del “Monday Night”. Una Roma disattenta, imprecisa in fase d’impostazione, poco cattiva nei duelli. Così il Frosinone prende subito coraggio e capisce che può essere una serata importante in chiave salvezza, prima del ribaltone romanista firmato Pellegrini-Dzeko. La ripresa è un compendio di confusione tattica, palloni sbagliati e scelte approssimative da entrambe le parti, anche a causa di un vento sempre più forte che rende difficile giocare qualsiasi pallone.

Torino-Atalanta 2-0: Izzo-Iago Falque. Dea sconfitta e agganciata. Con un gol per tempo i granata battono la squadra di Gasperini che inanella la seconda sconfitta di fila dopo quella interna col Milan. E così, il Toro di Mazzarri, come Valentino Rossi, apre il gas nella rincorsa verso l’Europa. Il miglior Torino visto in stagione tra le mura amiche stende l’Atalanta che in trasferta ha fatto più punti che in casa. I granata peraltro per la quinta partita consecutiva non subiscono gol. Non accadeva dal 1985 e il portiere Sirigu allunga la sua imbattibilità a 493′. Ci sono due cartoline che generano emozioni nei ventimila dell’Olimpico Grande Torino, compresi i 1400 tifosi arrivati da Bergamo. Pioggia di applausi quando la signora Clara Mondonico, la figlia di Emiliano, indimenticato tecnico di Torino ed Atalanta, si palesa a bordocampo per ricevere l’omaggio del Toro dalle mani del presidente Urbano Cairo. Subito dopo, applausi per la Primavera del Torino al completo (calciatori, dirigenti e tecnici) che fa il giro d’onore con in mano la Supercoppa italiana vinta mercoledì sera. Tornando al match contro l’Atalanta, Armando Izzo si conferma difensore goleador: terza rete consecutiva per lui. Gli ultimi applausi se li prende il millenium della Primavera Vincenzo Millico: esordio in A per il 18enne attaccante Vincenzo Millico nato a Torino il 12 agosto del 2000. Un altro potenziale predestinato del calcio.

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