TEMPI SUPPLEMENTARI/ Koulibaly stende la Juve e Napoli vede lo scudetto: caroselli di auto in città. Atalanta in versione “Dea” d’Europa. Benevento retrocesso, Hellas Verona quasi

di FABIO CAMILLACCI/ Quando un difensore ti risolve la partita all’ultimo respiro su calcio d’angolo: Sergio Ramos regalò così la “Decima” Champions League al Real Madrid, così Manolas qualche settimana fa ha regalato alla Roma uno storico accesso alle semifinali di Coppa Campioni, così Kalidou Koulibaly oggi può aver scritto la storia del Napoli (foto in home page e a destra). La zuccata vincente del senegalese al 90esimo può essere veramente il gol del terzo scudetto degli azzurri. La Juventus rimane al comando con un punto di vantaggio ma, si sa, in certe situazioni chi insegue ha il morale a mille e chi si trova nella veste della lepre convive con la paura di essere presa. In questi casi, alla fine chi rincorre trionfa. Il Napoli si aggiudica dunque la “madre di tutte le partite”, espugna l’Allianz Stadium (dove finora aveva sempre perso) e con questo 1-0 alla Vecchia Signora vede il tricolore sempre più vicino, perchè nelle ultime 4 giornate la Juve è attesa da un calendario peggiore (Inter e Roma in trasferta) rispetto ai partenopei che potenzialmente possono vincerle tutte. Intanto, all’ombra del Vesuvio la festa è già cominciata: caroselli di auto e gente in strada letteralmente impazzita. Ennesimo appunto a Sarri: poteva evitare di mostrare il dito medio ai tifosi juventini. Un professionista, un protagonista deve sempre soprassedere, ignorare gli insulti: non può sobillare. 

La partita. È vero che la pagella di Buffon fino al 90′ è sostanzialmente ai confini del senza voto, ma è il Napoli che fa la partita fin dai primi minuti. Può essere comprensibile che la Juve stia bassa e speculi sui 4 punti di vantaggio, ma per troppo tempo rinuncia a ripartire, lasciando solo un Higuain già di suo in pessima serata. Nelle uniche occasioni in cui i bianconeri saltano il primo pressing magistralmente insegnato da Sarri, nascono il palo sulla punizione (deviata in barriera) di Pjanic, un’occasione per Higuain e una progressione insidiosa di Douglas Costa. Troppo poco. La Juve si abbassa. Si schiaccia. Nel secondo tempo sembra quasi una provinciale. E non è un caso che Koulibaly bruci proprio quel Mehdi Benatia che era stato il pilastro su cui la Juve, orfana di Chiellini dopo 11’, stava portando a casa uno 0-0 preziosissimo. Che poi i bianconeri prendano gol di testa da una squadra che sulle palle inattive dovrebbero sovrastare, è un merito in più da attribuire al Napoli e al miglior difensore del campionato, proprio Koulibaly.

Lezione di gioco a una Juventus stanca. Il Napoli la vince coi suoi principi, senza mai snaturarsi. La pressione alta tiene lontana la Juve, i difensori non si trovano mai uno contro uno coi vari Dybala e Douglas, anche loro in serata negativa. Anche in una partita in cui nessuno degli attaccanti incide, su tutti Mertens in evidente flessione, Sarri la risolve con un difensore. E se la Juve, lo si dice da tempo, è inferiore sul piano del gioco collettivo, la dovrebbe vincere con le giocate dei suoi campioni. Che però si mettono tutti in coro per una stecca epica. E ora Allegri non può più sbagliare, anche se guida una squadra stanca e logora. Il sogno del Napoli sta per diventare realtà.

Il resto della Serie A. Prosegue l’appassionante corsa di questo equilibrato campionato di calcio diviso in 4 tronconi: lotta scudetto, corsa Champions, lotta per l’Europa League, lotta salvezza. Nella 34° giornata, continuano a vincere le tre protagoniste del “triangolare” Champions. Tutto come prima: Roma e Lazio 67 punti (Roma attualmente terza perché in vantaggio nello scontro diretto), Inter 66 (nerazzurri al momento quinti e fuori dalla Champions). Si deciderà tutto nelle ultime quattro giornate. Nel primo anticipo del sabato, la Roma cala un tris a Ferrara contro la Spal nonostante il corposo turnover praticato da mister Di Francesco in vista della semifinale di andata di Coppa Campioni: martedi ad Anfield Road per i giallorossi, c’è il temibile Liverpool del grande ex Salah e dello stratega tedesco Jurgen Klopp. Tra i marcatori del 3-0 alla Spal, fa notizia la presenza del nome di Schick: primo gol in campionato per “mister 42 milioni”. Era ora.

La Lazio contro la Sampdoria all’Olimpico si conferma macchina da gol. Miglior attacco del campionato con 83 reti. Un attacco atomico. Nel 4-0 ai blucerchiati spicca la doppietta di Ciro Immobile (foto a sinistra) che ora guida la classifica marcatori con 29 sigilli rispetto ai 26 di Mauro Icardi. Quest’ultimo con un gol molto discusso spiana la strada all’Inter in quel di Verona contro il Chievo. Una rete convalidata giustamente con l’aiuto della Var, ma l’arbitro fischia prima del tocco vincente di Maurito e in certi casi non si può far ricorso alla moviola in campo: perché non si può giudicare un episodio avvenuto teoricamente a gioco fermo. Il raddoppio lo firma Perisic confermando una tendenza nerazzurra: la squadra di Spalletti vince solo se Icardi e Perisic sono in partita. Attenzione però alla crescita del talento Rafinha, valore aggiunto per lo sprint decisivo.

S’infiamma la corsa all’Europa League: sorpasso Atalanta sul Milan. La clamorosa caduta interna del Milan contro il Benevento riapre tutto. La squadra di Gattuso non vince da un mese ed è in affanno dal punto di vista atletico. Una squadra stanca, logorata da una stagione cominciata a luglio 2017 per preparare i preliminari di Europa League e travagliata dal punto di vista tecnico-tattico col conseguente cambio in panchina. Benevento autentica bestia nera del Milan: dal 2-2 del Vigorito col clamoroso gol del portiere Brignoli all’ultimo respiro, allo 0-1 di San Siro. L’Atalanta non si lascia sfuggire l’occasione, batte 2-1 il Torino a Bergamo, mette la freccia, sorpassa i rossoneri e si piazza al 6° posto. Un altro grande risultato per la brillante Atalanta di Gasperini. Cambiano gli interpreti ma non la sostanza: gioco e risultati. Complimenti a società, tecnico e giocatori. I nuovi protagonisti orobici si chiamano Freuler, “Jack” Barrow e Gosens, 23enne difensore tedesco oggi autore del gol vittoria. Perdono terreno Samp e Fiorentina. Queste le nuove posizioni: Atalanta 55 punti, Milan 54, Samp e Fiorentina 51, Torino 47 (nella foto a destra: l’esultanza degli atalantini Freuler e Gosens).

Ribaltone nella lotta salvezza: ora è bagarre. Udinese, caos e contestazione: salta Oddo? Il Crotone dopo aver fermato la Juventus va a vincere a Udine abbandonando così il terz’ultimo posto in classifica. Ancora a segno l’eroe di Crotone-Juve: Simy. Il 25enne attaccante nigeriano è uno dei grandi protagonisti di questo finale di stagione. Il 2-1 dei calabresi inguaia e di brutto l’Udinese: 10° sconfitta di fila per i friulani. Al termine della gara due tifosi esagitati hanno provato a entrare nello spogliatoio dell’Udinese per aggredire i giocatori. All’esterno, dura contestazione degli ultras a suon di cori. Adesso Oddo rischia l’esonero: il club friulano si è preso 24 ore di tempo per decidere; intanto, squadra in ritiro. L’ottimo Politano porta in salvo il Sassuolo decidendo anche l’anticipo di Reggio Emilia contro la Fiorentina. Matteo Politano, l’asso-salvezza del Sassuolo: 25enne attaccante scuola Roma. A gennaio sfumò in extremis il suo passaggio al Napoli. Muove la classifica il Cagliari che però resta a rischio retrocessione alla luce del calendario che lo attende in questo rush finale: intanto, 0-0 alla Sardegna Arena contro il Bologna.

Benevento: dalla gioia del Meazza alla retrocessione aritmetica. Le sconfitte rimediate in questa 34° giornata, mettono a forte rischio Spal e Chievo. Quasi spacciato il Verona sconfitto 3-1 a Marassi dal Genoa nel “Monday Night”: splendido il gol di Pandev con un “cucchiaio” degno del miglior Totti. Adesso dal 14° posto occupato da Cagliari e Udinese in giù, la classifica recita così: Cagliari e Udinese 33 punti, Chievo e Crotone 31, Spal 29, Verona 25, Benevento 17. Certo, peccato per i sanniti: ritornano ufficialmente in B proprio nel turno in cui compiono il “miracolo a Milano”: 1-0 per le “Streghe” nell’anticipo serale del sabato. Alla luce della bagarre-salvezza attuale, senza quella pessima partenza (15 sconfitte consecutive) frutto dei tanti errori fatti in estate, il Benevento si sarebbe giocato la permanenza in A fino all’ultima giornata. Certo, questa è un’altra squadra rispetto a quella di inizio campionato: si vedono i risultati degli investimenti fatti a gennaio con parte dei soldi che a fine stagione arriveranno nelle casse del presidente Vigorito col cosiddetto “paracadute retrocessione” previsto dalla Lega di A. Auguriamo al Benevento di tornare presto nel massimo campionato. Curiosità finale: un segno rosso sulla guancia di arbitri e di calciatori. A nessuno può essere sfuggito in questo 34° turno di Serie A. Il motivo? Un gesto di solidarietà con la campagna di sensibilizzazione promossa dalla Lega di Serie A, AIC (Associazione Italiana Calciatori) e AIA (Associazione Italiana Arbitri) contro la violenza sulle donne.

 

Commenta per primo

Lascia un commento