Per il sesto giorno consecutivo il servizio taxi è rimasto fermo a Roma, Milano, Torino e in altre città. Nella capitale si sono avuti gli episodi più clamorosi prima dell’incontro con il ministro Graziano Delrio. In piazza Montecitorio sono arrivate in mattinata delegazioni di tassisti da tutta Italia con lo slogan ‘Il servizio pubblico taxi non è in vendita‘. Poi la protesta si è trasferita davanti alla sede del Pd in via del Nazareno, angolo con via del Tritone, dove ai tassisti si sono aggiunti i venditori ambulanti, in sciopero contro l’emendamento al decreto Milleproroghe approvato dalla Camera che penalizza entrambe le categorie, sia pure su un piano diverso.
Poiché vi è stato un lancio di oggetti contro le forze dell’ordine, i manifestati sono stati caricati dalle forze dell’ordine (foto). Due di loro sono stati portati dal 118 in ospedale in codice giallo per trauma cranico. Un paio di persone sono state invece medicate sul posto.
I manifestanti disperdendosi hanno rovesciato vasi, tavolini e sedie di alcuni locali sotto lo sguardo impaurito dei turisti. Le forze dell’ordine hanno chiuso le vie di accesso che portano al Largo del Nazareno. Gli agenti, informa una nota della questura, “hanno dovuto reagire ad un attacco premeditato da parte di un gruppo di facinorosi e il tentativo è stato respinto da un calibrato intervento dei reparti impiegati”.
Alla manifestazione si è presentata anche la sindaca Virginia Raggi, che ha portato la solidarietà dell’amministrazione e, al tempo stesso, ha rivolto l’invito ad evitare il ricorso alla violenza. “Noi siano con voi – ha detto – perché per noi il servizio di trasporto pubblico non di linea è fondamentale. E’ il biglietto da visita della città, deve essere regolamentato in maniera chiara, può essere sicuramente migliorato, però le riforme dall’alto sicuramente non ci piacciono e sicuramente complicano tutto il sistema. Ma quella contro cui i tassisti protestano è una riforma che non vogliamo. Per questo siamo al loro fianco”.
Per il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, “il fatto di aumentare la concorrenza nel settore dei servizi aumenta la capacità di crescita; tuttavia bisogna farlo garantendo una transizione soffice ai settori che vengono interessati dalle privatizzazioni”.
Intanto comincia oggi alla Camera la discussione del Milleproroghe contenente l’emendamento che, secondo la categoria, deregolamenta il settore.
Ma, come si è detto, non sono solo i tassisti a protestare. Gli ambulanti a loro volta sostengono che «con l’emendamento approvato in Commissione Affari Costituzionali al Senato il settore del commercio ambulante è di nuovo precipitato nell’incertezza – spiegano in una nota -. Gli avviamenti aziendali, ad esempio, sono stati azzerati: un incubo per 196.000 imprese. Con questa politica sbagliata, il governo ha fatto sì che l’Italia (e la Spagna, solo in parte) sia l’unico paese d’Europa ad aver incluso gli operatori del commercio su aree pubbliche nella direttiva. A chi dice che non possiamo non assoggettarci alla Bolkestein diciamo ‘basta bugie’! Non accetteremo passivamente che ci venga sottratta la nostra attività, avviata e fatta crescere con tanti sacrifici – concludono gli ambulanti -. Le istituzioni sono ostaggio delle liti interne del primo partito di maggioranza: mentre il presidente del Pd Orfini lancia appelli per bloccare i bandi, il suo partito non lo ascolta. E mentre il Pd litiga, un’intera categoria commerciale viene precarizzata, lasciata nell’incertezza, indebolita fino all’annientamento».
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