Sulla pace (o condono) fiscale nuovo “vertice” prima del Consiglio dei ministri per mettere d’accordo Salvini, Di Maio e Tria. Ci proverà Conte

Lunedì 15 ottobre, prima della riunione del Consiglio dei ministri convocato per il pomeriggio, il governo cercherà, in un ennesimo “vertice” convocato per la mattina dello stesso giorno, di definire le linee guida della legge di bilancio da inviare in Europa con il piano previsto nel decreto fiscale. Il “vertice” si rende necessario per far combaciare le posizioni di Lega e Movimento 5 Stelle su uno dei punti cardine della manovra 2019 per quanto riguarda le indispensabili coperture finanziarie: la sanatoria dell’evasione fiscale pregressa, definita “pace fiscale” o “condono”, secondo i punti di vista di chi è favorevole o di chi è contrario (moralmente se non sostanzialmente).

Intanto da Salvini (come vice presidente del Consiglio e segretario della Lega)  arriva un nuovo stop al ministro dell’Economia Giovanni Tria, che viene richiamato, anche in una intervista al “Messaggero”, al rispetto del famoso “contratto di governo” tra Lega e Cinquestelle, anche per quanto riguarda l’ipotesi di “matrimonio Alitalia-Ferrovie”.

Difficile, in questa situazione, il ruolo di arbitro e pacificatore, che spetta al presidente Giuseppe Conte. «Noi lunedì pomeriggio   – ha detto a Bologna, in  occasione dell’iniziativa Io non rischio della Protezione civile – abbiamo il Consiglio dei ministri, dove porteremo ovviamente in deliberazione il decreto fiscale e il disegno di legge sul bilancio. Sicuramente ci riuniremo anche prima per concordare gli ultimi dettagli su questi due testi normativi molto importanti».  E con la consueta pacatezza ha ribadito: «Mi sono sempre dichiarato fiducioso sulla manovra economica perché anche per attitudine mentale mi piace prima confrontarmi sui contenuti. Fino ad ora questo non c’è ancora stato, perché con le istituzioni europee e con i nostri interlocutori europei non ci siamo ancora seduti ad un tavolo. Lasciateci il tempo di poterlo fare».

L’auspicio è che si comportino diversamente Salvini e di Maio, smettendo di esibirsi come inguaribili e incontenibili “dichiaratori” a telecamere e microfoni aperti h24” come gladiatori da campagna elettorale invece che come governanti.

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