di LUCA DELLA MONICA – Nuova tappa del “terremoto” in atto nel Partito democratico con due colpi di scena (uno annunciato, l’altro di segno contrario e brusco): il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, annuncia che si candida alla carica di segretario in competizione con il segretario dimissionario Matteo Renzi e con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano; il sottosegretario Bubbico, ex presidente della Regione Basilicata, annuncia che uscirà dal Pd per unirsi a Bersani.
L’annuncio di Orlando. “Ho deciso di candidarmi perché credo e non mi rassegno al fatto che la politica debba diventare solo prepotenza”, ha affermato Orlando durante una iniziativa politica ad Ostia. “Ho deciso di farlo – ha spiegato – perché credo che ci voglia responsabilità e credo che il Pd debba cambiare profondamente per poter essere utile davvero all’Italia e ai problemi degli italiani, che in questo momento stanno vivendo momenti difficili”.
“Cinquanta sfumature di rosso? Dobbiamo avere – ha aggiunto – 50 sfumature di Pd, non di rosso. Dentro il Pd ci deve essere anche il rosso, ma noi dobbiamo rifare il Pd che abbiamo sognato dieci anni fa e dobbiamo lavorare per evitare che la politica diventi soltanto risse, conflitti e scontri tra personalità, ma torni a essere una grande e bella occasione di vivere insieme e lavorare per la trasformazione dell’Italia”. La sua candidatura era nell’aria da giorni ed è stata ora formalizzata.
Un primo commento da Emiliano: “Stimo Orlando; unico problema: è stato ministro con Renzi fino a ieri”.
La scelta di Bubbico e di Errani. Qualche ora più tardi è arrivata la notizia che il sottosegretario
Filippo Bubbico (nella foto con Alfano nella veste di sottosegretario agli Interni) si unirà a Bersani, Speranza, Parisi, e gli altri, che stanno lavorando a pieno ritmo per dare da subito un segnale e indicare il percorso sia a quanti sui territori sono tentati dall’uscita dal Pd, sia al pezzo di sinistra, da Pisapia a Vendola, che dall’esterno attende di vedere quali dimensioni e caratteristiche assumerà la scissione.
Nelle file del nuovo soggetto politico in nuce – che mira a “riaggregare il centrosinistra non-renziano” con un’ispirazione ulivista da sinistra di governo, ci sarà anche Vasco Errani (foto). Il commissario per la ricostruzione delle zone terremotate del ce nitro Italia ed ex presidente dell’Emilia Romagna, da sempre vicino a Bersani, non smentisce le voci che lo danno in avvicinamento al nuovo soggetto ma rinvia alla sede politica, ma dà appuntamento per sabato a Ravenna nel circolo Pd al quale è iscritto. In Emilia Romagna esce dal Pd anche Silvia Prodi, nipote Romano Prodi. Da Palazzo Chigi viene fatto sapere che tuttavia tuttavia “non verrà meno la collaborazione quotidiana sul tema della ricostruzione post-terremoto”. Diverso il discorso – per quanto riguarda coloro che si uniranno alla scissione della parte della sinistra del Pd che lascerà il partito – su temi come scuola e voucher, materia che vedrà la vedrà schierata con la Cgil nella campagna referendaria.
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