Si è uccisa Paula Cooper, figura simbolo delle campagne contro la pena di morte negli Usa. Aveva 45 anni. Nel 1986 da minorenne divenne la più giovane detenuta in un braccio della morte. E’ stata trovata morta a Indianapolis: la polizia ritiene che si sia tolta la vita. Paula aveva 15 anni quando assassinò una vecchietta, 16 quando la giuria la condannò alla sedia elettrica. Il caso suscitò scalpore internazionale e mise in luce l’atrocità della legge dell’Indiana: ammetteva la pena di morte anche per bambini sopra i 10 anni. Dopo tre anni di death row la condanna della teen-ager venne commutata a 60 anni di reclusione, che si ridussero a 27 per dimostrata buona condotta.
Contro la condanna a morte di Paula si mobilitò anche l’Italia: su iniziativa dei radicali nacque il movimento “Non uccidere”. Papa Giovanni Paolo II chiese la grazia mentre, su iniziativa di Ivan Novelli e Paolo Pietrosanti, 2 milioni di firme vennero portate all’Onu per implorare clemenza: il primo atto, tanti anni fa, di una battaglia internazionale sfociata nel 2007 nel voto dell’Assemblea Generale sulla moratoria delle esecuzioni.
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