Sgombero a Roma del palazzo della penicillina, che per anni ha ospitato nel degrado fino a 600 senzatetto e migranti. Contestati Pd e Salvini

di ROMANO LUSILo sgombero definitivo dell’ex fabbrica di penicillina di via Tiburtina a Roma – una delle occupazioni storiche della città, che da molti anni ospitava in condizioni di nauseante degrado igienico fino a 600 persone, in larga parte immigrati di origine africana – è stato effettuato stamattina in attuazione di una ordinanza della sindaca Virginia Raggi con l’impiego di ingenti forze dell’ordine. All’interno la polizia urbana ha trovato e identificato però non più di 40 persone perché molte, sapendo dell’imminente provvedimento della sindaca, si erano già allontanate spontaneamente (disperdendosi non si sa dove).

Foto Ansa Peri-Percossi

Per la circostanza è stato chiuso il tratto in direzione Grande raccordo anulare davanti all’edificio. Sul posto decine di blindati delle forze dell’ordine e pattuglie della polizia locale per disciplinare la viabilità. Il traffico in zona è rimasto congestionato per ore.

Questo enorme palazzo fu inaugurato nel 1950; poi però dal 2012, quando che il Comune decise di riprendere gli interminabili lavori per l’ampliamento della Tiburtina e fu necessario abbattere il muro che circondava

l’edificio, ci sono state varie ondate di occupazioni sia di extracomunitari sia di senzatetto italiani. Inoltre è diventato ricettacolo di illegalità ed è stato teatro della cronaca nera, oltre che per tanti episodi legati allo spaccio di sostanze stupefacenti e alla prostituzione, anche nell’ottobre scorso perché la squadra mobile di Roma vi scovò ed arrestò uno degli uomini accusati di aver prima violentato e poi lasciato morire la sedicenne Desirée Mariottini in un altro edificio abbandonato dal proprietario e ricettacolo di sbandati nel quartiere San Lorenzo.

La sindaca Virginia Raggi pochi giorni fa ha firmato un’ordinanza di sgombero del palazzo della penicillina che si è resa necessaria anche per l’emergenza sanitaria causata dalle tonnellate di rifiuti accumulati nel corso del tempo.  E il Campidoglio ha finora dato assistenza a 32 persone uscite volontariamente dall’ex fabbrica, mentre già nei giorni scorsi, come si è detto, la maggior parte degli occupanti è uscita spontaneamente dall’edificio: c’è solo un nucleo di stranieri, soprattutto del Nord Africa, che si oppongono, per cui   resta il rischio di nuove occupazioni.

In ogni caso al termine dello sgombero odierno la zona sarà bonificata dall’Azienda municipalizzata. Ma il Comune non può procedere all’abbattimento dell’edificio (che si sviluppa su una superficie di 35.000 mq)  poiché è in corso una procedura fallimentare e sull’area è stato nominato un custode giudiziario; pertanto ora il Campidoglio ha operato “in danno“ a carico della proprietà, limitandosi alla sola recinzione dell’area perimetrale. Né può intervenire, per la stessa ragione, la prefettura. E i tempi della giustizia non autorizzano a sperare in una rapida soluzione del problema.

CONTESTAZIONI

Nel palazzo è arrivato per un sopralluogo anche il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. Un residente ha urlato: “Dov’eri prima? L’amianto ce lo lasci dentro?”. “Questo posto è così da 30 anni – ha spiegato l’uomo – perché nessuno è mai venuto a controllare? Chi

pagherà per questi veleni?”. All’uscita di Salvini invece una donna ha gridato: “Sciacallo. Le persone stanno per strada. Quale sicurezza con il tuo decreto? Così crei solo tensione”. Altri abitanti hanno poi aggiunto: “Questo è uno sgombero farsa. Gli occupanti si sono spostati in altri due edifici abbandonati che si trovano a poche centinaia di metri da qui”.

Contestato da un gruppo di migranti e militanti di Potere al Popolo anche Andrea Casu, il segretario romano del Pd. Casu si è avvicinato agli sgomberati che stavano effettuando un sit-in spontaneo nei pressi dello stabile ed è stato accolto con urla “vergogna”, “avete governato per anni”, “siete responsabili di questa situazione” e “devi andare via”. Ne è nato un parapiglia e Casu è stato fatto allontanare.

Applausi ironici e qualche insulto sono stati indirizzati verso le forze dell’ordine da parte di un gruppetto di residenti al momento del loro ingresso nello stabile. “Bravi, un altro show – ha detto una donna – lì dentro ormai non c’è più nessuno”. “Ora sono cani sciolti – ha detto un’altra abitante – Prima almeno stavano lì dentro”.

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