Detto, non detto e contraddetto sul voto che ha salvato Azzollini

Contraccolpi nel Pd dopo il no del Senato alla richiesta di arresto di Azzollini, Ncd. «Oggi al Senato avrei votato secondo le indicazioni della giunta delle immunità, senza impedire l’arresto di Azzollini», dice Debora Serracchiani, vice segretaria del Pd. Poi aggiunge: “Francamente credo che ci dobbiamo anche un po’ scusare, perché non abbiamo fatto una bella figura”. Gatti, Fornaro e Pegorer, 3 senatori della minoranza Pd, rimproverano la segreteria democratica: «Un chiaro intervento serviva prima del voto». Guerini, altro vice segretario del Pd, dissente da Serracchiani: «Abbiamo letto le carte su Azzollini».

Zanda, capogruppo del Pd in Senato, cerca una scappatoia con la seguente giustificazione: «Purtroppo nel Parlamento italiano il voto segreto è divenuto un’arma politica, troppo spesso usata strumentalmente. Questo rende molto difficile interpretare correttamente il voto di questa mattina. Avrei preferito il voto palese e infatti il Pd non ha appoggiato la richiesta del voto segreto».

 Stefàno conto Renzi. Scende in campo Renzi dicendo: “I senatori non sono i passacarte della Procura di Trani”. Gli replica il presidente della Giunta per le Immunità del Senato:  “Il premier conservi equilibrio anche nei momenti di difficoltà e rispetti l’assoluta autonomia delle Camere in materia di immunità parlamentari. Regole di correttezza istituzionale imporrebbero al premier di astenersi da qualsiasi commento in una materia di interna corporis”.

TELEGRAMMA DI COMMENTO/ di Matteo Cosenza/

PORTE GIREVOLI (SULLA DESTRA). Il senatore Ncd Azzollini (lunga cavalcata dal Manifesto via PDUP-PCI-PPI…) non va agli arresti grazie ai voti del Pd al Senato (la Serracchiani si dice “arrabbiata”!): in arrivo la truppina di Verdini. A quando Cosentino?

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