Se le stelle non piangono più

di NUCCIO FAVA*– Fin da bambino attendevo con le mie sorelle la notte di san Lorenzo. Era la nonna ancora giovane vedova per la morte del nonno in Libia  a guidarci sulla terrazza più alta della casa in campagna , allora in Calabria, di fronte all’Etna e a Taormina. Uno spettacolo anche di notte che ci teneva svegli con la testa verso l’alto. Oggi in qualche modo il rito di san Lorenzo si ripete a Sermugnano nella Tuscia con i nipoti sdraiati sul prato ed io sotto interrogatorio : ma perché nonno le stelle cadenti così rare, se ne vedono poche? Difficile rispondere anche se la mia nonna mi diceva che sempre le stelle, a saperle guardare, hanno qualcosa di importante da raccontarci.

Sulla pandemia però anche le stelle non hanno risposte precise ed il loro silenzio forse chiama in causa soprattutto cittadini e governanti specie per i loro comportamenti. Di sicuro il virus continua a fare vittime anche in Italia, dve crescono nuovi focolai specie sulle spiagge e nei luoghi  della cosiddetta movida. Colpisce però una sorta di incoscienza nel fare più efficacemente applicare le regole , spiegando che la libertà sacrosanta di ciascuno non può però mettere in gioco quella degli altri e soprattutto la sua salute.

Putin ha annunciato al mondo la scoperta del primo vaccino (Sputnik 5) rinfocolando una competizione mondiale, comprensibile ma anche grottesca, come se fosse in gioco il campionato mondiale di calcio. Anche i nostri scienziati dell’istituto Spallanzani hanno annunziato da qualche tempo notizie su sperimentazioni avanzate e promettenti.

Insieme a tutte le gravi questioni che attendono la politica italiana, alla vigilia ormai di un importante turno di elezioni regionali e amministrative, a settembre accompagnate da un referendum per la riduzione dei parlamentari, il paese si trova dinnanzi a scelte importantissime, sul piano economico, della scuola, della salute e dei rapporti centro-periferie, tutti temi che richiedono impegno di governo e altra moralità politica.

*Nuccio Fava, presidente della Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune parlamentari Rai.

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