di SERGIO SIMEONE* – Si parla molto della perdita di rappresentatività dei sindacati italiani. Molto meno di quella di Confindustria, che pure c’è, iniziata dopo l’uscita della Fiat e proseguita successivamente, manifestandosi con una lenta emorragia di iscritti e poi con la diminuita influenza sulla politica. Riuscirà il presidente Boccia ad invertire la tendenza? Penso proprio di no a giudicare dalle ultime mosse fatte.
Rivediamole un poco. Boccia va alla conferenza territoriale di Vicenza ed esprime la sua grande fiducia nella Lega ed in particolar modo in Salvini. E’ una cosa inusuale che un presidente della Confindustria si esprima così esplicitamente a favore di uno specifico partito. E’ poi addirittura stupefacente che esprima fiducia verso un uomo politico (Matteo Salvini) che con toni arroganti ed espressioni volgari inveisce ogni giorno contro i vertici della UE ed afferma che Lui dei mercati e dello spread “se ne frega”. Eppure Boccia sa perfettamente che l’aumento dello spread danneggia enormemente il sistema creditizio e, di conseguenza, le imprese. Salvini, inoltre, è anche il coautore di quella manovra finanziaria considerata quanto meno avventata da alcuni settori economici e politici storicamente in sintonia con Confindustria perché si violano i parametri europei sul deficit, senza che questo sia controbilanciato da un aumento del Pil. Questo, infatti, viene solo annunciato ma non sostenuto e dimostrato con la indicazione di precise misure di crescita. La cosa è talmente evidente che anche io, che pure non sono uno Stiglitz o un Picketty, l’ho rilevato e ne ho parlato su questo giornale.
Dopo qualche giorno sono arrivate le reprimenda di Moscovici, l’aumento dello spread ed il declassamento di una delle agenzie di rating. I giovani industriali riuniti a Capri hanno naturalmente cominciato a sparare cannonate alzo zero contro il governo. Solo a questo punto il presidente Boccia, folgorato come san Paolo sulla via di Damasco, si è precipitato al convegno sull’isola partenopea ed ha dichiarato che la manovra così com’è non va e va corretta in modo da favorire la crescita.
Ma allora, Presidente Boccia, si decida, questo governo è affidabile oppure no? Eppure si pensava che lei sarebbe divenuto più prudente nel fornire il suo endorsment a qualche politico dopo il caso Renzi. Sì, perché Boccia è recidivo: anche durante il biennio renziano ha condiviso tutte le scelte del politico fiorentino, fino al referendum sulla riforma della Costituzione. E tutti sappiamo come è andata a finire.
Poiché sono portato a cogliere il lato positivo in ogni cosa , visto l’esito che ha avuto il suo sostegno a Renzi, spero che Boccia si impegni molto a sostenere anche Salvini.
*Sergio Simeone è stato docente di storia e filosofia e sindacalista della Cgil Scuola
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