Scossa di terremoto di magnitudo 4.2 in Romagna, avvertita anche nelle Marche: panico ma non danni

Trema la terra in provincia di Rimini. Un terremoto di magnitudo 4.2 è stato registrato dall’Ingv 4 km a est di Santarcangelo di Romagna alle 13.48 ad una profondità di 43 km. In un primo momento la magnitudo provvisoria era stata stimata tra 4.2 e 4.6. La forte scossa è stata avvertita in tutta la Romagna e nelle Marche, numerose le telefonate arrivate al centralino dei Vigili del fuoco e tante le persone scese in strada.

A seguito dell’evento sismico, la Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile si è messa in contatto con le strutture locali del Sistema nazionale di protezione civile. Dalle verifiche effettuate, l’evento – con epicentro individuato tra i comuni di Santarcangelo di Romagna, Rimini, San Mauro Pascoli (FC) – è risultato avvertito dalla popolazione e al momento non risultano danni a cose o persone, spiega la Protezione civile.
“Qualche minuto fa una scossa di terremoto di magnitudo locale 4.2 con epicentro a Santarcangelo: stanno per iniziare una serie di sopralluoghi dei tecnici comunali per verificare in via precauzionale eventuali danni“, è quanto si legge sulla pagina Facebook del Comune di Santarcangelo di Romagna.
Dai microfoni di SkyTg24, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha parlato di imminenti verifiche “nelle scuole e negli altri edifici pubblici”.

“E’ un terremoto originato a profondità rilevante, intorno ai 43 km chilometri, quello che ha fatto tremare oggi la provincia di Rimini. Si tratta – ha detto all’Adnkronos il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni – della prima scossa che in questi ultimi giorni ha raggiunto la magnitudo 4. Nei giorni scorsi ci sono stati infatti altri due eventi di magnitudo inferiore a 3. Sicuramente ci saranno altre repliche, per questo stiamo monitorando l’evoluzione”. Doglioni ha inoltre ricordato che l’area colpita dalla scossa è una zona sismica storica in cui nel 1916 si sono verificati tra maggio ed agosto tre fenomeni di magnitudo 5.8, 4.8 e 5.8 nel giro di tre mesi, generalmente determinati dalla discesa della placca Adriatica sotto l’Appennino.

“Quello di oggi è un terremoto di magnitudo 4 di tipo compressivo, cioè in cui la crosta viene raccorciata, non dunque superficiale e con meno rischio di potenziali danni perché attutiti dalla profondità”, ha spiegato ancora Doglioni. “Eventi di questo tipo ce ne sono oltre 20-25 l’anno. Molti finiscono senza evoluzione, altri sono forieri di fenomeni sismici molto significativi, altri ancora hanno sviluppi tardivi che possono manifestarsi anche a distanza di anni”.

Commenta per primo

Lascia un commento