Sandro Bottega: «Ecco perché i maggiori costi di produzione del Prosecco Superior Docg fanno la differenza rispetto allo champagne»

di GIORGIO NACCARI – L’affermazione del presidente della Regione Veneto,  Luca Zaia, di non voler più firmare decreti per piantare nuovi vigneti, ha portato Sandro Bottega (nella foto), uno dei maggiori produttori di Prosecco con l’azienda che prende il suo nome, a rendere pubbliche  le argomentazioni sui costi di produzione del Prosecco Superior Docg, più alti di quelli dello champagne. Argomentazioni che lo stesso Bottega ha già reso a 100 giornalisti stranieri, interessatissimi alle cifre presentate. 

Il Prosecco Superior Docg ha costi di coltivazione e quindi di produzione ben più elevati, ma i produttori veneti dovrebbero valorizzarlo meglio. L’aumento dell’offerta ha portato al gioco del ribasso permettendo, a chi vende al minor prezzo, di avere più quote di mercato, e, grazie all’economia di scala, anche di avere maggiori profitti. 

E’ bene spiegare (e sapere) che le pendenze dei vigneti  richiedono per la coltivazione manuale di un ettaro circa 480 ore di lavoro contro poco più della metà dei colleghi francesi, che possono anche utilizzare apposite macchine agricole. I costi degli impianti di spumantizzazione sono elevatissimi mentre per lo champagne l’imbottigliamento direttamente in bottiglia permette di effettuare le operazioni con facilità e senza grandi investimenti in mezzi di produzione. 

A chi si appella ai costi finanziari dei tempi di fermentazione Bottega risponde dicendo che gli oneri finanziari pesano dal 2 al 3%: hanno, quindi, una incidenza minima. Non a caso il Cava spagnolo, prodotto come lo champagne, ha costi (e di conseguenza prezzi) dimezzati rispetto al Prosecco e 5 volte inferiori a quelli dello champagne. 

«Ma non è solo una questione di costi – spiega Bottega – ma anche di rischi. Un nostro produttore, nel caso di un’annata mediocre, non può far nulla mentre il produttore di champagne, grazie all’escamotage “liqueur d’expedition” può correggere la qualità a suo piacimento. Se i coltivatori e le aziende collaborassero di più, comprendendo i reciproci problemi, ci sarebbe una maggiore consapevolezza e si valorizzerebbe pienamente il Prosecco Superior Docg anche grazie al recente riconoscimento dell’Unesco». 

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