Salvini tenta l’attacco a Conte sul MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), ma il presidente del Consiglio lo sbugiarda

Ormai il capo della Lega, Matteo Salvini, non perde occasione per prodursi in volgari attacchi al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, accumulando figuracce anche a causa delle sue grossolane lacune quanto a cultura istituzionale. L’ultimo attacco lo ha sferrato sul MES – il Meccanismo Europeo di Stabilità, sul quale – a suo dire – il capo del governo avrebbe dato il suo consenso.

Ma, naturalmente, Conte ha buon gioco nel rintuzzare l’attacco, ricordando a Salvini che è da un anno che si parla del MES in Europa e che anche lui – cioè Salvini – ha partecipato ai tavoli europei in cui si discuteva del MES, a meno che il capo leghista non fosse presente…. a sua insaputa. E comunque tuttora la discussione è aperta su scala europea: nulla è stato firmato.  “Oggi abbiamo scoperto – ha detto Conte sarcasticamente – che c’è un negoziato che è da un anno in corso: ma il delirio collettivo sul Mes è stato suscitato dal leader dell’opposizione, lo stesso che qualche mese fa partecipava ai tavoli discutendo di Mes, perché abbiamo avuto vertici di maggioranza con i massimi esponenti della Lega, quattro incontri” e ora c’è chi scopre che era al tavolo “a sua insaputa”, come ha detto  il premier  Conte a margine dell’assemblea dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia svoltasi  ad Arezzo.

“Oggi – ha detto ancora il Conte – ci si meraviglia e lo stesso partito che partecipava a vertici di maggioranza sul tema scopre l’esistenza del Mes e grida allo scandalo: questo è un atteggiamento irresponsabile”. “Come i cittadini pretendono dal governo un atteggiamento responsabile, così io pretendo un’opposizione seria, credibile, perché difendiamo tutti gli interessi nazionali, altrimenti è un sovranismo da operetta“.

Sputtanato per la seconda volta da Conte, Salvini reagisce con la ormai sua consueta violenza verbale, accusando il presidente del Consiglio di aver…  svenduto i risparmi degli italiani, definendolo bugiardo o smemorato“. Se fosse onesto direbbe che a quei tavoli, così come a ogni dibattito pubblico, compresi quelli parlamentari, abbiamo sempre detto di no al Mes. Non è difficile da ammettere e del resto, se necessario, ci sono numerose dichiarazioni a testimonianza della contrarietà espressa da tutti i componenti della Lega, ministri compresi, su questo argomento. Cosa teme il presidente del Consiglio? “.

“I cittadini non si devono preoccupare, non mi risulta”, ha spiegato inoltre il premier replicando a chi gli chiedeva informazioni sull’esistenza di una norma in manovra che permetterebbe agli enti locali, in particolare ai Comuni, di bloccare i conti a chi non paghi multe e altre tasse locali.

“Dobbiamo superare la stagione dei tagli lineari, che ha privato i territori di risorse preziose. Lo Stato non deve più far cassa a danno dei Comuni”, ha detto Conte nel suo intervento davanti ai sindaci. “Abbiamo una grave emergenza per le periferie e dobbiamo occuparcene al più presto in modo efficace. In prospettiva dobbiamo rendere strutturale il fondo periferie”.

“Rispetteremo l’impegno” in legge di bilancio per “abbassare i tassi di interesse sui mutui” dei Comuni, ha detto Conte. “Prevediamo di individuare, con apposito decreto del ministero dell’Economia, criteri efficaci per ridurre la spesa per i mutui a carico degli enti locali”, ha aggiunto. “E qui il meccanismo sarà l’accollo e la ristrutturazione degli stessi da parte dello Stato”.

“Non possiamo rassegnarci a un’Italia a più velocità”, ha detto ancora il presidente Conte nel suo intervento all’assemblea Anci (Associazione nazionale Comuni Italiani) ad Arezzo. “Se restituiremo alla bellezza anche i territori interni, con infrastrutture adeguate, potremo far conoscere al mondo il Paese più bello”, ha aggiunto.

“A fronte di una sommatoria di responsabilità che non possono essere racchiuse in previsioni normative, le risorse umane e materiali purtroppo non sono sufficienti, tanto più nei Comuni più piccoli, che soffrono strutturalmente – ormai da troppi anni – una intollerabile carenza di mezzi e di personale”, ha affermato Conte. “Quando la spending review – ha aggiunto – non si limita a eliminare sprechi e contenere inefficienze, ma finisce per incidere sulla funzionalità dei servizi prestati alla collettività è chiaro che diventa tanto più elevato il rischio di sfibrare il tessuto sociale”. E questo può “alimentare sfiducia e scoramento dei cittadini nei confronti delle istituzioni, percepite sempre più distanti dai loro bisogni”.

“L’Italia non ha avuto, non ha e non avrà bisogno dei prestiti MES: il debito italiano è sostenibile, ha una dinamica sotto controllo anche grazie alla politica fiscale prudente e a sostegno della crescita che il paese porta avanti”: lo assicura dal canto suo  il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in una nota in cui sottolinea che il Meccanismo “è un potente elemento di stabilizzazione dei mercati finanziari e una difesa contro possibili crisi e deve pertanto essere considerato come un nostro alleato, non come un nemico”.

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